venerdì

Antonello Falqui




è un regista italiano, regista di programmi televisivi, in special modo di varietà.
Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, ma la lascerà senza laurearsi, in quanto attratto dal cinema. Dal 1947 al 1949 frequenta il Corso di Regia del Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 1950, collabora alla lavorazione del film Cristo proibito di Curzio Malaparte, in qualità di aiuto-regista. Successivamente, ricopre la stessa funzione in altre pellicole.
Per la televisione le prime regie da lui firmate sono quelle di alcuni documentari. Nel 1952 approda alla televisione, che era in fase ancora sperimentale (è opportuno ricordare che la Rai inaugurerà le trasmissioni soltanto il 3 gennaio 1954), lavorando nella sede di Milano.
Raggiunge la celebrità presso il grande pubblico, che di sera si riuniva nelle poche abitazioni o locali pubblici in cui era presente un apparecchio televisivo, con Il Musichiere, celeberrimo programma condotto da Mario Riva, in onda dal 1958 al 1960. Dirige inoltre quattro edizioni di un altro programma che fece epoca, Canzonissima (1958, 1959, 1968, 1969), altrettante di Studio Uno (1961, 1962-63, 1965 e 1966) e Milleluci (1974).
Negli anni settanta e ottanta collabora, tra gli altri con Paolo Villaggio e Gigi Proietti.
Nel 1986 dirige i programmi Un altro varietà e Cinema che follia e, tra gli altri, chiama a far parte di questi due programmi il gruppo comico Gli specchio.

Ad Antonello Falqui è dedicato il film Il conte Max del 1991

fonte: Wikipedia

domenica

Billy the Kid




all'anagrafe Henry McCarty, conosciuto anche come Henry Antrim o William Harrison Bonney, è stato un fuorilegge statunitense.
L'anno esatto della sua nascita è incerto. La leggenda vuole che abbia ucciso 21 uomini, uno per ogni anno della sua vita.
Morì il 14 luglio 1881, dopo essere sfuggito all'impiccagione, per mano dello sceriffo Pat Garrett.
McCarty era alto 1,72, aveva gli occhi blu, guance lisce e gli incisivi sporgenti. Si dice che a volte fosse amichevole e di bell'aspetto, ma poteva anche essere irascibile e risoluto. Ciò, unitamente alla sua abilità con le armi e la sua astuzia, fece di lui un fuorilegge molto pericoloso. Era famoso inoltre (a quanto pare) per indossare sempre un sombrero sugar-loaf con una grande fascia decorativa verde. Poco conosciuto durante la sua vita, venne catapultato nella leggenda l'anno successivo alla sua morte, quando il suo giustiziere, lo sceriffo Patrick Garrett, pubblicò una sua biografia ampiamente sensazionalistica chiamata L'autentica vita di Billy, the Kid. A partire dal resoconto di Garrett, Billy the Kid divenne una figura simbolica del western.

Si sa poco circa le origini di McCarty, ma si ritiene che sia nato in Allen Street nel Lower East Side dell'Isola di Manhattan, New York. I suoi genitori erano irlandesi protestanti, ma i loro nomi — e di conseguenza il cognome McCarty — non sono noti con certezza. Variazioni per il nome dei suoi genitori includono: Catherine McCarty o Katherine McCarty Bonney per sua madre e William Bonney o Patrick Henry McCarty per suo padre (che morì probabilmente verso la fine della guerra civile americana). Nel 1868, sua madre incontrò William Antrim, e dopo alcuni anni passati spostandosi per il paese con Henry e il suo fratellastro Joseph, la coppia si sposò e si sistemò a Silver City (Nuovo Messico), nel 1873. Antrim trovò dei lavori sporadici come barista e come carpentiere, ma presto diventò più interessato alle ricerche minerarie che a sua moglie e ai suoi figliastri. Nonostante questo, il giovane McCarty qualche volta accennò a se stesso col cognome di "Antrim".
Dovendo affrontare l'indigenza del marito, la madre di McCarty prese dei pensionanti per poter mantenere i suoi figli. Lei fu colpita dalla tubercolosi, ma nonostante questo fu vista dai suoi pensionanti e vicini come "un'allegra signora irlandese, piena di vita e malizia". L'anno seguente, il 16 settembre, 1874, sua madre morì, e all'età di 14 anni, McCarty fu costretto a trovare lavoro in un hotel. Il direttore fu impressionato dalla sua età, si vantò che quello fosse l'unico ragazzo che avesse mai lavorato per lui senza rubare nulla. I suoi insegnanti dissero che il giovane orfano "non era in alcuna maniera un problema per gli altri ragazzi, sempre desideroso di aiutare con piccoli lavoretti per la scuola."
Il 23 settembre 1875, McCarty fu arrestato per aver nascosto un pacco di vestiti rubati per conto di un uomo che voleva fare uno scherzo alla lavanderia cinese. Due giorni dopo McCarty fu messo nella prigione della contea, il ragazzo pelle e ossa scappò dalla prigione strisciando fuori dal camino della prigione. Da quel momento in poi, McCarty fu più o meno un fuggitivo. Alla fine trovò un lavoro come assistente e mandriano in un ranch itinerante nel sud-est dell'Arizona. Nel 1877, divenne un trasportatore civile per il Fort Grant Army Post in Arizona con il compito di trasportare i tronchi di legno dal campo dei taglialegna fino alla segheria. Il fabbro del campo, Frank "Ventoso" Cahill, provava piacere nel fare il prepotente con il giovane McCarty. Il 17 agosto, Cahill attaccò McCarty dopo una disputa verbale e lo lanciò a terra. McCarty reagì estraendo la sua pistola e sparando a Cahill, il quale morì il giorno dopo. McCarty fu di nuovo arrestato, questa volta venne tenuto nella guardiola del campo in attesa dell'arrivo dello sceriffo del luogo. Prima che lo sceriffo potesse arrivare, comunque, McCarty scappò. Qualche volta è stato riportato che l'incontro con Frank Cahill ebbe luogo in un saloon.
Ancora in fuga, McCarty, che aveva cominciato a farsi chiamare William H. Bonney, riapparve presso la casa di Heiskell Jones nella Pecos Valley, Nuovo Messico. Gli Apache rubarono il cavallo di McCarty, cosa che lo costrinse a camminare molti chilometri fino al più vicino insediamento, che era la casa della signora Jones. Lei accudì il ragazzo, che era prossimo alla morte, e lo riportò in salute. La famiglia Jones sviluppò un forte attaccamento verso McCarty e gli diede uno dei propri cavalli.

La guerra del bestiame della Contea di Lincoln

Nell'autunno del 1877, Bonney (McCarty) si spostò nella Contea di Lincoln, Nuovo Messico, e fu assunto come guardiano di mandrie da John Tunstall, un mandriano inglese, proprietario di ranch, banchiere e mercante, e dal suo socio, Alexander McSween, un famoso avvocato.
Un conflitto, conosciuto in seguito come la Guerra del bestiame della contea di Lincoln, cominciò tra i mercanti residenti in città e i possessori di ranch. Gli eventi si macchiarono di sangue il 18 febbraio, 1878, quando Tunstall, disarmato, venne sorpreso allo scoperto mentre stava pascolando la mandria. L'omicidio di Tunstall fece infuriare Bonney e gli altri lavoratori del ranch.
Loro formarono un gruppo chiamato i Regolatori, guidato da un lavoratore del ranch Richard "Dick" Brewer, e cominciò a cacciare due dei membri del gruppo che uccise Tunstall. Catturarono Bill Morton e Frank Baker il 6 marzo e li uccisero il 9 marzo. Questo successe vicino Agua Negra. Mentre tornavano verso Lincoln uccisero anche uno dei membri del loro gruppo, un uomo chiamato McCloskey, sospettato di essere un traditore.

Il 4 aprile inseguirono e uccisero un vecchio cacciatore di bufali noto come Buckshot Roberts, che sospettavano fosse coinvolto nell'omicidio di Tunstall, ma non prima che Roberts sparasse e uccidesse Dick Brewer, che era stato il capo dei Regolatori fino a quel momento. Altri due Regolatori vennero feriti durante la sparatoria, che avvenne al mulino dei Blazer.

Il giorno 11 aprile, i Regolatori Jim French, Frank McNab, John Middleton, Fred Waite, Henry Newton Brown e McCarty fecero un'imboscata allo sceriffo William J. Brady e al suo vice, uccidendoli entrambi. McCarty fu ferito mentre tentava di recuperare un fucile che gli apparteneva, e che era stato confiscato da Brady in un precedente arresto.

McCarty prese su di sé il comando dei Regolatori a seguito della morte di Brewer. Sotto accusa per l'uccisione di Brady, McCarty e la sua banda passarono i mesi seguenti nascondendosi e furono intrappolati, insieme a McSween, nella casa di McSween a Lincoln il 15 luglio, 1878, dai membri de "La Casa" e alcuni uomini di Brady.
Dopo un assedio durato cinque giorni, in quella che fu definita la battaglia di Lincoln, la casa di McSween venne data alle fiamme. McCarty e gli altri Regolatori fuggirono, Henry McCarty uccise un membro della "Casa" chiamato Bob Beckwith e forse altri. McSween fu ucciso mentre fuggiva dal fuoco, e la sua morte sostanzialmente segnò la fine della guerra del bestiame della Contea di Lincoln.

Lew Wallace e l'amnistia

Nell'autunno del 1878, l'ex generale dell'esercito dell'Unione Lew Wallace divenne il nuovo governatore territoriale del Nuovo Messico. Per potere riportare la pace nella Contea di Lincoln, Wallace proclamò l'amnistia per ogni uomo coinvolto nella guerra della Contea di Lincoln che non fosse già sotto accusa scritta. McCarty, che era scappato nel Texas dopo essere fuggito dalla casa di McSween, era sotto accusa, ma Wallace era colpito dalle voci che sostenevano che il ragazzo volesse arrendersi e testimoniare contro gli altri combattenti se l'amnistia fosse stata estesa anche a lui. Nel marzo del 1879 Wallace e McCarty si incontrarono nella Contea di Lincoln per discutere le possibilità dell'affare. Come ci si poteva aspettare, McCarty salutò il Governatore con un revolver in una mano e una carabina Winchester nell'altra. Dopo aver atteso alcuni giorni per considerare l'offerta di Wallace, McCarty accettò di testimoniare in cambio dell'amnistia.
Secondo l'accordo McCarty doveva sottostare ad un arresto simbolico e stare brevemente in prigione fino alla conclusione della sua testimonianza. Nonostante il fatto che la testimonianza di McCarty abbia aiutato ad incriminare John Dolan, il procuratore distrettuale — uno dei potenti leader della fazione "Casa" — non eseguì l'ordine di Wallace di liberare McCarty dopo la testimonianza. Billy, infatti, fu rimandato in prigione nel giugno del 1879. McCarty si liberò dalle sue manette e fuggì.
McCarty sopravvisse per un anno e mezzo rubando bestiame, scommettendo e uccidendo. Nel gennaio del 1880, durante un litigio ben documentato, lui uccise un uomo chiamato Joe Grant nel saloon di Fort Sumner. Grant si stava vantando che avrebbe ucciso Billy the Kid se l'avesse visto, non realizzando che l'uomo con cui stava giocando a poker fosse "Billy the Kid". In quei giorni le persone caricavano i loro revolver solo con cinque colpi sui sei disponibili, dato che non c'erano sicure e capitavano un sacco di incidenti. Billy chiese a Grant di poter vedere la sua pistola con il manico d'avorio e, mentre guardava l'arma, fece ruotare il cilindro così che allo sparo successivo il cane sarebbe caduto sulla camera vuota. McCarty fece sapere a Grant chi fosse. Quando Grant tirò il grilletto, non successe nulla, e McCarty allora gli sparò. Quando gli fu chiesto dell'incidente più tardi, lui rispose: "Era un gioco per due, e io sono arrivato per primo".
Nel novembre del 1880, un gruppo di volontari che aiutavano lo sceriffo inseguì e intrappolò la banda di McCarty dentro una fattoria (posseduta da un amico, James Greathouse, a Anton Chico nell'area di White Oaks). Un membro della squadra di nome James Carlysle si avventurò nella casa con la bandiera bianca nel tentativo di negoziare la resa della banda, mentre Greathouse venne mandato come ostaggio. Ad un certo punto della notte divenne chiaro a Carlysle che i fuorilegge stavano prendendo tempo, quando improvvisamente un colpo fu accidentalmente sparato da fuori. Carlysle, presumendo che i suoi compagni avessero sparato a Greathouse, decise di scappare per salvarsi, buttandosi da una finestra e cadendo sulla neve fuori. Appena fuori, i suoi compagni, scambiando Carlysle per uno della banda, spararono e lo uccisero. Comprendendo quello che avevano fatto si demoralizzarono, il gruppo di volontari fuggì, permettendo a McCarty e alla sua banda di scappare. McCarty più tardi scrisse al Governatore Wallace affermando la sua innocenza nell'omicidio di Carlysle e in qualunque episodio di furto di bestiame in generale.

Pat Garrett

A quel tempo, Billy fece amicizia con un ambizioso barista locale, che era stato cacciatore di bufali, di nome Pat Garrett. Impegnandosi a ripulire l'area dai rapinatori, Garrett era stato eletto sceriffo della Contea di Lincoln nel novembre del 1880, e ai primi di dicembre mise insieme un gruppo di volontari per arrestare McCarty, ora conosciuto solo col nome di Billy the Kid, e mise una taglia di $500 sulla sua testa.
Il gruppo di volontari guidato da Garrett se la cavò molto meglio, e il suo uomo fu avvicinato molto presto. Il 19 dicembre, McCarty scappò a malapena da un'imboscata degli uomini di Garrett fatta a mezzanotte presso Fort Sumner, in quell'occasione un uomo della banda di McCarty, Tom O'Folliard, fu colpito e ucciso. Il 23 dicembre, fu inseguito fino ad un edificio abbandonato situato in un posto remoto chiamato Stinking Springs.
Mentre McCarty e la sua banda dormivano all'interno, gli uomini di Garrett circondarono l'edificio e aspettarono l'alba. La mattina successiva, un ladro di bestiame di nome Charlie Bowdre uscì fuori per dare da mangiare al suo cavallo. Scambiato per McCarty, fu ucciso dagli uomini. Subito dopo qualcuno da dentro l'edificio cercò di raggiungere le briglie del cavallo, ma Garrett sparò e uccise il cavallo (il corpo del cavallo bloccò così l'unica uscita). Quando lo sceriffo cominciò a cucinare la colazione su un fuoco da campo, Garrett e McCarty si scambiarono delle amichevoli battute, nelle quali Garrett invitava McCarty a uscire fuori per mangiare insieme a lui, mentre McCarty invitava Garrett ad "andare all'inferno". Infine, comprendendo di non avere nessuna speranza di fuga, gli assediati e affamati fuorilegge, si arresero e, più tardi, fu permesso loro di unirsi al pasto.

La fuga da Lincoln

McCarty fu imprigionato nella città di Mesilla in attesa del suo processo per l'aprile del 1881 e passò il suo tempo rilasciando interviste ai giornali e tempestando il Governatore Wallace con lettere in cui chiedeva clemenza. Wallace, comunque, rifiutò di intervenire. Il processo di McCarty durò un giorno e ne risultò la sua colpevolezza per l'omicidio dello sceriffo Brady — l'unica incriminazione mai confermata contro i combattenti della guerra del bestiame nella Contea di Lincoln.
Il 13 aprile, fu condannato dal giudice Warren Bristol all'impiccagione. L'esecuzione era fissata per il 13 maggio, e lui fu mandato a Lincoln per attendere questa data, tenuto sotto controllo da due vice di Garrett, James Bell e Robert Ollinger, nel piano più alto del palazzo di giustizia della città. Il 28 aprile, mentre Garrett era fuori città, McCarty stupì il territorio uccidendo entrambe le guardie e fuggendo.
I dettagli della fuga sono poco chiari. Alcuni storici credono che un amico o un Regolatore simpatizzante lasciò una pistola in una latrina vicina che McCarty era autorizzato ad usare sotto scorta, ogni giorno. McCarty, quindi, raccolse quest'arma e, dopo che Bell lo aveva riportato al palazzo di giustizia, la usò contro di lui non appena raggiunsero la cima di una rampa di scale all'interno. Un'altra teoria suppone che McCarty sia riuscito a far scivolare le manette alla cima delle scale, abbia colpito con queste Bell sulla testa quindi abbia preso la pistola di Bell e gli abbia sparato con quella.

Comunque successe, Bell barcollò verso la strada e crollò, ferito a morte. Intanto, McCarty imbracciò la doppietta calibro .775 di Ollinger e aspettò alla finestra al piano di sopra che Ollinger, che era dall'altro lato della strada con alcuni altri prigionieri, venisse in aiuto di Bell. Non appena Ollinger venne correndo nella visuale, McCarty puntò il fucile contro di lui, gridò "Ciao Bob!" e lo uccise. Gli abitanti, apparentemente, gli diedero un'ora che lui usò per togliersi i ceppi dalle gambe. L'ora gli fu garantita come ringraziamento per il suo lavoro come "Regolatore". Dopo essersi tolto i ceppi alle gambe con un'ascia, il giovane fuorilegge prese in prestito (o rubò) un cavallo e cavalcò senza fretta fuori dalla città, a quanto viene riferito, cantando. Il cavallo fu restituito due giorni dopo.

Morte

Stando ad alcune voci, McCarty si nascondeva ancora nei pressi di Fort Sumner quasi tre mesi dopo la sua fuga. Lo Sceriffo Garrett e due vice uscirono il 14 luglio, 1881, per interrogare uno dei cittadini, un amico di McCarty chiamato Pete Maxwell. Verso mezzanotte, mentre Garrett e Maxwell sedevano parlando nella camera da letto buia di Maxwell, McCarty inaspettatamente entrò nella stanza. Ci sono almeno due versioni di quello che successe poi.
Una versione dice che appena Billy entrò, non poté riconoscere Garrett nella scarsa luce. McCarty estrasse la sua pistola ed arretrò, chiedendo "¿Quién es? ¿Quién es?" (spagnolo per "Chi è? Chi è?"). Riconoscendo la voce di McCarty, Garrett estrasse la sua pistola e sparò due volte, il primo sparo colpì McCarty proprio sopra il cuore uccidendolo istantaneamente.
Nella seconda versione, McCarty entrò portando un coltello, evidentemente diretto verso la zona della cucina. Notò qualcuno nell'oscurità e mormorò le parole "¿Quién es? ¿Quién es?", a quel punto gli spararono e lo uccisero nello stile di un'imboscata.
Sebbene la popolarità della prima storia persista, e metta Garrett in una luce migliore, molti storici affermano che la seconda versione è probabilmente quella più accurata. Una teoria sostanzialmente differente, in cui Garrett e il suo vice organizzarono una trappola per McCarty, è stata anche analizzata in un documentario di Discovery Channel chiamato "Billy the Kid: Senza maschera". La teoria afferma che Garrett andò nella stanza da letto della sorella di Pete Maxwell, Paulita, e la legò al letto. Paulita era una conoscenza di Billy the Kid, e loro probabilmente avevano pensato di sposarsi. Quandò McCarty arrivò, Garrett stava aspettando dietro al letto di Paulita e sparò a Billy.
Henry McCarty, alias Henry Antrim, alias William H. Bonney, alias Billy the Kid, fu seppellito il giorno successivo nel vecchio cimitero militare di Fort Sumner, tra i suoi compagni caduti Tom O'Folliard e Charlie Bowdre. Una sola lapide fu eretta più tardi sulle tombe, dando un nome ai tre fuorilegge e incidendo la parola "pals" (compagni). La lapide è stata rubata e recuperata tre volte da quando è stata messa nel 1940, e l'intero cimitero ora è circondato da un recinto d'acciaio.
Alla sua morte così scrisse nel suo diario la missionaria italiana Blandina Segale:
« Povero Billy the Kid, termina così la carriera di un giovane che cominciò a scendere la china all'età di dodici anni vendicando un insulto che era stato fatto a sua madre ... »

Fama, fatti e reputazione

Come è successo con molti uomini del vecchio West definiti "pistoleri", la reputazione di McCarty superò il reale andamento dei fatti delle sparatorie in cui fu coinvolto.
Nonostante gli venga attribuita l'uccisione di 21 uomini nella sua vita, si sa che William H. Bonney partecipò all'uccisione di nove uomini. Cinque di loro morirono durante le sparatorie in cui molti dei Regolatori presero parte, rendendo quindi dubbio se fossero stati i proiettili di Bonney a ucciderli. Delle restanti quattro vittime di Bonney, due furono sparatorie per autodifesa e le altre due furono le uccisioni dei vicesceriffi Bell e Ollinger durante la sua fuga dalla prigione.
Il 31 dicembre 2010 il governatore del Nuovo Messico Bill Richardson, dopo aver esaminato il caso, ha negato la concessione di una grazia postuma a Billy the Kid, 129 anni dopo la sua morte, confermando la decisione del governatore di allora, Lewis Wallace.

Mancino o destrimane

Per la maggior parte del XX secolo, si credeva ampiamente che Billy the Kid fosse mancino. Questa credenza veniva dal fatto che nell'unica fotografia conosciuta di McCarty, un ferrotipo senza data, si vede lui con un fucile Winchester modello 1873 nella sua mano destra e un cinturone con una fondina sul suo lato sinistro, dove normalmente un mancino terrebbe la pistola. Questa convinzione divenne così radicata che nel 1958, un film biografico su Billy the Kid fu chiamato The Left Handed Gun, in cui recitava Paul Newman.
Più tardi, nel XX secolo, è stato scoperto che il famoso ferrotipo era in verità un'immagine invertita. Questa teoria fa notare che il suo fucile Winchester modello 1873 aveva l'apertura per caricare sulla sinistra. Tutti i modelli 1873, invece, avevano l'apertura sul lato destro, questo prova che l'immagine era invertita e che lui stava, in verità, indossando la pistola sull'anca destra. Nonostante sia stato provato che l'immagine era invertita, l'idea di un Billy the Kid mancino continua a circolare ampiamente.
Forse perché molte persone hanno sentito entrambe le versioni e le hanno confuse, è ampiamente creduto che Billy the Kid fosse ambidestro. Molti siti su Billy the Kid lo descrivono così, e la questione è ancora molto discussa.

Brushy Bill

Nel 1950, un avvocato, William Morrison, individuò un uomo nel Texas dell'ovest che si chiamava Ollie P. Roberts, soprannominato Brushy Bill, che affermava di essere il vero Billy the Kid, e che in verità non era mai stato colpito e ucciso da Pat Garrett nel 1881. Quasi tutti gli storici rifiutarono l'affermazione di Brushy Bill. Fra gli altri problemi, il vero Billy the Kid parlava spagnolo fluentemente e poteva leggere e scrivere, mentre Brushy Bill apparentemente non sapeva parlare affatto lo spagnolo ed era, di fatto, analfabeta.
Nonostante queste discrepanze nelle date di nascita e nell'apparenza fisica, la città di Hico, Texas (residenza di Brushy Bill) ha sfruttato la fama di Billy aprendo il Billy The Kid Museum.

John Miller

Un altro aspirante al titolo di Billy the Kid fu John Miller, la cui famiglia affermò nel 1938 dopo la sua morte che lui fosse Billy the Kid.
Miller fu seppellito nel cimitero per Pionieri di proprietà dello Stato in Prescott, Arizona. Tom Sullivan, ex sceriffo della Contea di Lincoln, e Steve Sederwall, ex maggiore di Capitan, dissotterrarono le ossa di John Miller nel maggio del 2005. Campioni di DNA dai resti furono mandati in un laboratorio a Dallas, Texas, per essere comparati con le tracce di sangue prese da un tavolo su cui si crede fu posto il corpo di McCarty dopo che fu colpito a morte. I due stavano cercando prove dei resti di McCarty dal 2003, a cominciare da Fort Summer, Nuovo Messico, e finendo in Arizona. Fino a oggi i risultati dei test del DNA non sono stati resi pubblici

Cultura popolare

Billy the Kid è stato soggetto di ispirazione per molte opere d'arte.

fonte: Wikipedia

mercoledì

Rasputin




Grigorij Efimovič Rasputin (Novyj) in russo: Григо́рий Ефи́мович Распу́тин (Но́вый), più noto come Rasputin, è stato un mistico russo. La sua notorietà deriva dalle misteriose influenze che aveva su parte della famiglia imperiale russa, appartenente alla dinastia dei Romanov.

Nacque nel villaggio di Pokrovskoe, in russo: Покровское il 10 gennaio 1869, nella provincia di Tobol'sk in Siberia da Efim Jakovlevič Rasputin e Anna Vasil'evna.

I pellegrinaggi

Per anni condusse la normale vita dei contadini russi siberiani, alternando il lavoro dei campi all'allevamento di cavalli e all'attività di vetturino. Fin da ragazzo dimostrò un'indole fortemente tesa alla spiritualità e al misticismo ossessivo, fenomeno in realtà diffuso da secoli e frequente tra i popolani della Russia centrale che non avevano conosciuto l'oppressione della servitù della gleba tanto quanto era accaduto nelle campagne della Russia europea. Dopo essersi sposato ed aver avuto tre figli, ancora in giovane età intraprese lunghi pellegrinaggi, che lo condussero fino al Monte Athos. Nel 1905 approdò alla corte dello zar Nicola II: sospettato di aver aderito alla setta dei Khlysti, una congregazione clandestina di orgiastici che stigmatizzava gli eccessi di secolarità della Chiesa ortodossa e poi di aver frequentato il Movimento nazionalista dei veri russi, malgrado la mancanza di istruzione allestì una rete di relazioni di altissimo livello che in breve tempo lo condusse a corte, accompagnato dalla fama dei suoi poteri sciamanici.

L'influenza sui Romanov

La malattia dello zarevič

Fu proprio grazie alla sua reputazione di guaritore che entrò in contatto con persone vicine alla famiglia imperiale, nella speranza che potesse essere di aiuto per contenere l'inguaribile emofilia di Aleksej, il piccolo zarevič. Al primo incontro Rasputin riuscì ad ottenere qualche effetto sul piccolo malato, così lo zar e la zarina gli permisero di visitare sempre più spesso la loro riservatissima casa, situata nel parco di Carskoe Selo. Secondo una teoria, Rasputin sarebbe riuscito ad interrompere le crisi ematiche di Aleksej utilizzando un tipo di ipnosi che rallentava il battito cardiaco del bambino, riducendo in questo modo la pressione del sangue. Secondo un’altra ipotesi, sembra che i medici di corte tentassero di guarire l’emofilia dello zarevic con l’aspirina che, se da un lato leniva i dolori articolari, dall’altro acuiva le emorragie causate dall’emofilia. Secondo questa versione, senza aspirina la salute di Aleksej migliorava e il merito veniva attribuito a Rasputin.
Occorre tuttavia menzionare un fatto, avvenuto il 12 ottobre 1912: in quell'occasione, venne ricevuto da Pietrogrado un telegramma della famiglia reale che lo informava di una grave crisi di emofilia dello zarevic ormai in punto di morte ("I medici sono disperanti. Le vostre preghiere sono la nostra ultima speranza"); pare che Rasputin si sia immerso in preghiera per diverse ore nella sua casa in Siberia, cadendo in uno stato di trance. Terminate le preghiere, inviò un telegramma alla famiglia reale in cui assicurava la guarigione del piccolo, cosa che effettivamente avvenne nell'arco di poche ore, dopo giorni di inutili cure mediche.

Il potere nella capitale

Il suo carisma mistico esercitò sulla famiglia Romanov, in particolar modo sulla zarina Alessandra, un'influenza così intensa da dare adito a molte congetture: si giunse al punto che le numerose segnalazioni sul suo intenso libertinaggio con le dame dell'aristocrazia venivano regolarmente smentite dalla coppia reale, talvolta anche con la punizione degli zelanti segnalatori. Rasputin, oltre che dare speranze alla famiglia imperiale circa una possibile guarigione del giovane Aleksej, sembrava andare incontro alle ispirazioni più intime dei sovrani. Infatti egli, essendo un semplice figlio delle campagne, rappresentava ciò che Nicola II e Aleksandra Fëdorovna avevano sempre desiderato: un contatto diretto con l'autentico popolo russo, senza intermediazioni di etichetta e convenzioni sociali.
In seguito alla sua stabilizzazione nella capitale, visto l'enorme ascendente che il contadino aveva sulla zarina, presto attorno a lui si creò una vastissima rete di noti personaggi e politici, che in cambio di intercessioni rispetto alla sovrana erano disposti a soddisfare le richieste che Rasputin faceva loro da parte di migliaia di postulanti. Dalle campagne contadini e artigiani accorrevano chiedendo aiuto e intercessione allo starec, a tal punto che l'appartamento durante la giornata era sempre affollato e il telefono squillava in continuazione. Nelle mani di Rasputin passavano centinaia di rubli, che egli indiscriminatamente distribuiva ai postulanti; richieste di denaro, di occupazione, e anche lamentele dalle campagne verso i grandi proprietari giungevano a Rasputin che, in quanto creditore presso personaggi dell'alta società, le faceva andare nella maggioranza a buon fine.
Il resto dell'enorme quantità di denaro era spesa, come attestano i numerosi verbali di polizia, in locali notturni e in incontri ai bagni pubblici con donne di ogni classe ed età: numerose sono le leggende circa la sua insaziabile libidine; la stampa pubblicava in continuazione scabrosi racconti di fantasia sulle sue leggendarie notti; ciò accrebbe le dicerie non solo su una sua presunta super dotazione, quanto su una improbabile e sempre smentita relazione con la sovrana. È provato invece che, con il tempo, acquistò sempre maggiore influenza sulla mistica zarina, inviandole sempre più consueti messaggi con consigli perentori di carattere morale, religioso e politico.

Rasputin e la guerra

Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Rasputin si oppose fermamente all'entrata in guerra della Russia, e pronosticò che avrebbe portato immani catastrofi ai contadini, che sarebbero morti a migliaia. Tuttavia, non poté esercitare la sua influenza sul sovrano, perché subì un attentato nel suo villaggio siberiano il 28 giugno, lo stesso giorno dell'omicidio di Sarajevo. Si limitò ad inviare un disperato telegramma ai sovrani:
« Credo, spero nella pace. Stanno preparando un orribile misfatto, ma noi non ne siamo partecipi »
(telegramma del 19 luglio 1914)
Lo zar, che invano aveva tentato di mediare per una soluzione pacifica e aveva ottenuto in cambio la dichiarazione di guerra dalla Germania, stracciò il messaggio.
Nel 1915 con la partenza dello zar per il fronte, le denunce di Rasputin contro le collusioni di ministri e alti funzionari con il traffico illegale d'armi e le speculazioni sui latifondi ai danni dei contadini si intensificarono. La zarina, che assente lo zar deteneva il potere a san Pietroburgo, effettuò su suo consiglio continui, disastrosi e repentini cambi al vertice di governo, proprio nel momento (durante la prima guerra mondiale) in cui, in assenza del sovrano dalla politica interna, si necessitava di un governo forte.
Si sospettò, forse non senza ragione, che avesse effetti sulle decisioni dei reali in tema di politica (in particolare in direzione di una politica pacifista e di buone relazioni con i tedeschi, paese della zarina e con il quale i rapporti erano tesi). Ad un certo punto venne accusato anche di corruzione e per questo allontanato dalla residenza imperiale dallo stesso zar; però, le condizioni del piccolo Aleksej andavano peggiorando, così la zarina decise di rivolgersi nuovamente a lui. La risposta fu che le condizioni di suo figlio sarebbero migliorate anche in sua assenza, cosa che effettivamente accadde.
Nel 1916, in piena crisi di governo - che Rasputin stesso con la sua rete clientelare aveva contribuito a creare - e tra le alterne fortune degli eserciti russi sul fronte orientale, una congiura ordita dal granduca Dmitrij Pavlovič, dal principe Feliks Feliksovič Jusupov e dal deputato conservatore Vladimir Mitrofanovič Puriškevič, decise di assassinarlo.

La morte

La sua morte fu romanzesca come la sua vita.
Fu avvelenato con il cianuro durante una cena a casa di Jusupov, ma dato che incredibilmente resisteva al potentissimo veleno, i congiurati decisero di sparargli.
Nonostante fosse stato abbondantemente avvelenato e colpito da un colpo di pistola al fianco, Rasputin si riebbe; venne così colpito da un nuovo colpo alla schiena e, mentre veniva trascinato verso il cancello del cortile, fu finito con un colpo in fronte, sparato probabilmente da un membro dei servizi segreti inglesi.
Il suo cadavere fu gettato nel fiume Neva, da cui riemerse il giorno dopo.
Secondo l'esito dell'autopsia (eseguita la notte del 20 dicembre dal professor Kosorotov), ancora più incredibile è il fatto che il corpo non presentava tracce del veleno, dando luogo a dispute tra gli storici circa l'effettiva modalità di eliminazione.
Fu riscontrata acqua nei polmoni, quindi nonostante il veleno e i colpi di pistola Rasputin fu gettato nell'acqua ancora vivo, dimostrando un'inaspettata e sorprendente vitalità.
Rasputin fu quindi sepolto, ma il suo corpo venne poi dissotterrato e bruciato ai bordi di una strada.
Non ci volle molto perché venissero presi provvedimenti contro i partecipanti del complotto, anche se per alcuni giochi di palazzo non venne svolto alcun processo.
Jusupov fu mandato in "esilio in campagna". Apparentemente a Dmitrij Pavlovič andò peggio: fu infatti inviato in Persia a combattere in prima linea. Per un bizzarro gioco del destino, però, mentre la maggior parte dei membri della monarchia incorsero nelle inchieste sollevate dopo la rivoluzione di Febbraio nel 1917, questa destinazione punitiva fece sì che il granduca Dmitrij fosse uno dei pochi Romanov a pianificare una fuga all'estero.
Dal 2004 in un museo di San Pietroburgo, dedicato all'erotismo, viene conservato un pene di considerevoli dimensioni. Alcuni studiosi sostengono che sia il suo.

fonte. Wikipedia