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Margherita Hack


« Una delle figure più prestigiose e limpide del mondo scientifico italiano, da sempre in prima fila per i diritti delle donne e per la laicità dello Stato, sincera, democratica ed antifascista. »

(Comune di Arezzo, Proposta di cittadinanza onoraria a Margherita Hack.)

 è stata un'astrofisica, divulgatrice scientifica e attivista italiana.

Il padre, Roberto Hack, di religione protestante, e la madre, di fede cattolica, erano entrambi aderenti alla Società Teosofica Italiana.
Margherita Hack, dopo aver compiuto gli studi (senza sostenere gli esami di maturità a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale) presso il Liceo Classico "Galileo" di Firenze, si laureò in fisica nel 1945 con una votazione di 101/110 con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, realizzata sempre a Firenze presso l'osservatorio di Arcetri.
In gioventù fu campionessa di salto in alto e in lungo. Nel febbraio 1944 ha sposato Aldo De Rosa.
È morta il 29 giugno 2013 all'età di 91 anni all'ospedale di Cattinara a Trieste, dove era ricoverata da una settimana per problemi cardiaci
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Attività scientifica

È stata professoressa ordinaria di astronomia all'Università di Trieste dal 1964 al 1º novembre 1992 anno nel quale fu collocata "fuori ruolo" per anzianità e la sua Cattedra fu messa a concorso. È stata la prima donna italiana a dirigere l'Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale.
Membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. È stata un membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei (socio nazionale nella classe di scienze fisiche matematiche e naturali; categoria seconda: astronomia, geodesia, geofisica e applicazioni; sezione A: Astronomia e applicazioni). Ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell'ESA e della NASA. In Italia, con un'intensa opera di promozione ha ottenuto che la comunità astronomica italiana espandesse la sua attività nell'utilizzo di vari satelliti giungendo ad un livello di rinomanza internazionale.
Ha pubblicato numerosi lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri sia divulgativi sia a livello universitario. Nel 1994 ha ricevuto la Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica. Nel 1995 ha ricevuto il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica. Nel 2003 si dedicò al completamento della Storia dell'astronomia, scritta dall'allora quindicenne Giacomo Leopardi nel 1813.
Margherita Hack nel 1978 fondò la rivista bimensile L'Astronomia il cui primo numero vide la luce nel novembre del 1979; successivamente, insieme con Corrado Lamberti, diresse la rivista di divulgazione scientifica e di cultura astronomica Le Stelle.
In segno di apprezzamento per il suo importante contributo, le è stato anche intitolato l'asteroide 8558 Hack. Le è stata conferita la cittadinanza onoraria dei comuni di Castelbellino, di Medicina e di San Casciano in val di Pesa.

Attività sociale e politica

« È l'icona del pensiero libero e dell'anticonformismo »

(Umberto Veronesi)

Margherita Hack era molto nota anche per le sue attività non strettamente scientifiche e in campo sociale e politico.
Era atea, non credeva in nessuna religione o forma di soprannaturalismo. Riteneva inoltre che l'etica non derivasse dalla religione, ma da "principi di coscienza" che permettono a chiunque di avere una visione laica della vita, ovvero rispettosa del prossimo, della sua individualità e della sua libertà.
Avversa a ogni forma di superstizione, comprese le pseudoscienze, dal 1989 fu garante scientifico del CICAP e, dal 2002, presidente onorario dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti; dal 2005 si iscrisse all'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. In passato è stata iscritta al Partito Radicale Transnazionale.
Si è candidata alle elezioni regionali del 2005, in Lombardia, nella lista del Partito dei Comunisti Italiani ottenendo 5.634 voti nella città di Milano. Dopo la sua elezione ha ceduto il seggio a Bebo Storti.
Si schierò nuovamente nelle elezioni politiche del 2006 con il Partito dei Comunisti Italiani: candidata in molteplici circoscrizioni della Camera, ma, eletta, rinunciò al seggio ottenuto per continuare a dedicarsi all'astronomia.
Il 22 ottobre 2008, durante una manifestazione studentesca, in Piazza Signoria a Firenze, tenne una lezione di astrofisica anche con un veloce accenno agli esperimenti eseguiti al CERN sul bosone di Higgs, preceduta da una discussione contro la legge 133/08 (ex-decreto legge 112, rinominato "decreto Tremonti").
Il 21 marzo 2009, si candidò nella Lista Anticapitalista per le elezioni europee di giugno come capolista nella Circoscrizione Isole e nella circoscrizione Nord-Ovest. In quella circostanza non fu eletta perché la lista non superò la soglia del 4%.
Nel novembre 2009, in una lettera aperta sulla rivista MicroMega, criticò l'allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi nel merito dei procedimenti giudiziari in cui era coinvolto ed al suo presunto tentativo di eluderli.
Durante le elezioni regionali del 2010 si presentò tra le file della Federazione della Sinistra e risultò eletta nel Lazio nella Circoscrizione di Roma, con oltre 7000 preferenze. Nella prima seduta del Consiglio si dimise per lasciare il seggio agli altri candidati della lista.
Il 12 novembre 2011 prese la tessera del partito politico Democrazia Atea, con cui si candidò alle elezioni politiche del 2013 come capolista alla Camera nella circoscrizione Veneto 2.
Nell'ottobre 2012 ha dichiarato di appoggiare Nichi Vendola alle elezioni primarie del centrosinistra mentre al ballottaggio, una volta rimasti solo Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, si è espressa in favore di quest'ultimo.
Ad aprile 2013 entra a far parte del comitato "Emma Bonino presidente" insieme a nomi illustri italiani quali Renzo Arbore, Toni Garrani, Anna Fendi, Alessandro Pace, Stefano Disegni al fine della promozione per la candidatura di Emma Bonino a Presidente della Repubblica Italiana.

Per la ricerca sul nucleare

Sul tema della questione energetica Margherita Hack si è espressa contro la costruzione di centrali nucleari in Italia, ma a favore della ricerca sul nucleare, spiegando che l'Italia attualmente non è in grado di mantenere delle centrali e che l'Italia è un paese poco affidabile. La Hack sostiene che esiste «una paura irrazionale, anche scientifica, per l'energia nucleare», che però «inquinerebbe molto meno dell'energia a petrolio, a metano e a carbone, a cui dovremmo comunque ricorrere». Ha anche sottolineato l'importanza della ricerca in questo campo e la necessità di "sviluppare al massimo le energie rinnovabili" che contribuiscono a soddisfare parte del fabbisogno energetico.

Per i diritti civili

Il 12 agosto 2010 Margherita Hack è stata premiata a Torre del Lago Puccini come "Personaggio gay dell'anno" per la sua attività a favore dei diritti civili e del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. In quell'occasione ha dichiarato che

«da parte di altri paesi è certamente un segno di civiltà. Noi invece siamo un paese arretrato, che non sa cos'è il rispetto della libertà. Il Vaticano è certamente un deterrente che influenza la classe politica, ma la politica non è libera e non ha il coraggio di reagire. E se non reagisce questo significa che è più bacchettona della Chiesa e non sa cos'è il rispetto della libertà altrui».

La Hack riteneva l'eutanasia un diritto, un modo per sollevare dalla pena un uomo che soffre. Nel 2011 ha sottoscritto il proprio testamento biologico.

Per i diritti degli animali

È stata una animalista convinta ed una vegetariana sin da bambina. Riguardo alla carne, ha dichiarato:

«Non la mangerei mai, perché mi sembra veramente atroce uccidere milioni e milioni e milioni di animali... è veramente un'ecatombe ogni giorno sulla terra»

fonte: Wikipedia

Aristide Merloni


è stato un imprenditore italiano.
Fondatore della Merloni, inizia la sua avventura imprenditoriale con la produzione di bascule, per poi abbracciare nei decenni successivi una vasta tipologia di prodotti, dalle bombole per il gas agli scaldacqua, dalle vasche da bagno agli elettrodomestici e mobili da cucina. È proprio dal suo nome, Aristide, che l'azienda trae ispirazione nel dar vita al suo storico e più famoso marchio, Ariston.
Alla sua morte le varie attività furono distinte in tre società, ognuna andata in gestione ad uno dei suoi figli. Due di queste imprese sono ancora in attività: Ariston Thermo Group e Indesit Company.

Biografia

Di famiglia operaia, frequentò l’Istituto Tecnico Industriale Statale Montani di Fermo fino a diplomarsi nel 1916, quando fu chiamato sotto le armi per la terribile avventura della Prima Guerra mondiale.
Al rientro ad Albacina (AN), partecipò con Lamberto Corsi, Tersilio Fida, Romualdo Castelli, don Agostino Crocetti e don Erminio Petruio ai sindacati bianchi e al Partito Popolare.
Nel 1919 Aristide iniziò nel mondo dell’impresa come disegnatore in uno stabilimento di Pinerolo e in dieci anni ne divenne direttore generale di questa azienda. Anche dopo il suo trasferimento in Piemonte mantenne la sua adesione al Partito Popolare. Si sposò nel 1921 ed ebbe quattro figli: Ester, Francesco, Antonio e Vittorio.
Il suo principio ispiratore fu sempre la responsabilità sociale d’impresa: “In ogni iniziativa industriale non c’è valore del successo economico se non c’è anche l’impegno nel progresso sociale”. Nel solco della dottrina sociale democristiana, egli riteneva che per realizzare una vera promozione umana e sociale lo sviluppo industriale e produttivo dovesse procedere per gradi, senza creare fratture nei modi e nelle abitudini di vita, nei valori e nelle tradizioni, ispirandosi a un pragmatico presupposto del rispetto della persona.
Il 20 luglio del 1930 Aristide Merloni avviò a Fabriano una piccola attività per la produzione di bilance, che nel 1933 prenderà la denominazione di S.A.M.A. (Società Anonima Merloni Aristide).
Nel 1938 la dimensione della sua impresa era divenuta di una certa consistenza, il fatturato raggiungeva le 500.000 lire, un valore equiparabile a circa 400.000 euro e contava 70 dipendenti. Negli anni cinquanta la Merloni era la prima azienda italiana nel settore della produzione di strumenti per pesare, la sua quota di mercato era del 40%.
Aristide Merloni fu eletto Sindaco di Fabriano nel 1951, nelle file della democrazia Cristiana. Fu riconfermato Sindaco nel 1956 e contemporaneamente eletto al Consiglio provinciale di Ancona. Nel 1958 fu eletto Senatore per la Democrazia Cristiana, confermato nel 1963 e nel 1968.
Nel 1963 fondò a Fabriano la Fondazione Aristide Merloni, Istituto per lo Sviluppo economico e sociale delle Marche e oggi organismo di ricerca e di studio. Quando l’ENI scoprì nella pianura padana giacimenti di metano Merloni decise di iniziare la produzione di bombole per il gas liquefatto, grazie anche all’aiuto del conterraneo Enrico Mattei, presidente dell’ENI, realizzando uno stabilimento a Matelica, che in breve divenne leader nel territorio nazionale.
La diversificazione, già chiave di successo di altre iniziative industriali italiane, divenne un ulteriore principio guida di Merloni, alla fine degli anni cinquanta fu avviata la produzione di scaldabagni, quindi di fornelli smaltati a gas.
Nell’arco di trenta anni veniva raggiunta la produzione di 1.000 cucine al giorno, con oltre 400 addetti. Per competere con i più agguerriti produttori di marchi come Zoppas, Candy, Triplex, Rex e Fargas, Merloni utilizzò il marchio Ariston, forse ispirato dal suo stesso nome.
Nel 1966 erano nati nell’area marchigiana, con una disposizione geografica che ricorda la costellazione dell’Orsa Maggiore, sette stabilimenti, a Fabriano, Matelica, Albacina, Genga, Sassoferrato, Cerreto d’Esi e Borgo Tufico.
Nel 1970 le Industrie Merloni erano un composito mix di attività che fatturavano poco meno di 50 miliardi di lire, con 3.000 dipendenti, e una produzione dislocata in 8 stabilimenti.
Alla morte del fondatore, avvenuta a Fabriano il 19 dicembre 1970, l’azienda fu riorganizzata in tre unità autonome, Merloni Elettrodomestici (oggi Indesit Company), con a capo a Vittorio Merloni, Merloni Termosanitari (oggi Ariston Thermo Group), guidata da Francesco Merloni e il settore meccanico, gestito da Antonio Merloni.

fonte: Wikipedia

Giulio Natta




 è stato un ingegnere e accademico italiano. È stato insignito del premio Nobel per la chimica nel 1963.

I primi anni

Giulio Natta nacque a Porto Maurizio, in provincia di Imperia, il 26 Febbraio 1903 da Francesco Maria, magistrato, ed Elena Crispi. Diplomatosi ad appena 16 anni al Liceo classico Cristoforo Colombo di Genova, frequentò il biennio propedeutico in matematica nella stessa città. Nel 1921 si iscrisse la corso di laurea in Ingegneria Industriale al Politecnico di Milano e l'anno successivo divenne allievo interno all'Istituto di Chimica Generale del Politecnico, dove fu assistente del professore Bruni. Si laureò in ingegneria chimica nel 1924, a soli 21 anni di età. Nel 1925 Natta accettò una borsa di studio a Friburgo in Brisgovia, in Germania, presso il laboratorio del professor Seemann, entrando in contatto con il gruppo di lavoro di Hermann Staudinger che si occupava di macromolecole. Natta intuì l'importanza e le potenzialità delle macromolecole e tornato a Milano iniziò uno studio sulla struttura cristallina di polimeri.
In questo periodo fu professore incaricato di Chimica generale al Politecnico (1925-1932) e, nel contempo, tenne anche un corso di chimica fisica presso l'Università di Milano (1929-1933). Nel 1933 vinse il concorso alla cattedra di Chimica Generale dell'Università di Pavia, dove rimase fino al 1935, quando venne chiamato a ricoprire la cattedra di Chimica Fisica dell'Università La Sapienza di Roma. Nel 1937 ricoprì la cattedra di Chimica Industriale al Politecnico di Torino. L'anno successivo ritornò al Politecnico di Milano, alla cattedra di Chimica Industriale, che lasciava nel 1973, dopo 35 anni.

L'evoluzione della carriera

Fu chiamato a dirigere l'Istituto di chimica industriale del Politecnico di Milano per sostituire Giorgio Renato Levi (costretto dalle leggi razziali a lasciare l'insegnamento).
La scoperta dei catalizzatori di Ziegler-Natta fruttò a Giulio Natta e Karl Ziegler il Premio Nobel per la chimica nel 1963.
Al Politecnico rimase fino al 1973 come professore ordinario di Chimica industriale e direttore dell'omonimo istituto, dedicandosi alla ricerca sui polimeri a struttura cristallina.
Durante gli anni della guerra ha soggiornato, come sfollato milanese, alla Cascina Marzorata di Vittuone.

Gli ultimi anni

A Natta venne diagnosticato il Parkinson nel 1956. A partire dal 1963 le sue condizioni di salute erano andate peggiorando e per questo motivo divenne necessario affiancargli il figlio e altri quattro colleghi, che presenziarono inoltre al conferimento del Nobel a Stoccolma. Natta morì a Bergamo all'età di 76 anni.

La memoria

Nel 2007 è stata assegnata alla sua memoria la cittadinanza onoraria di Cucciago, paese dove Natta aveva trascorso periodi di vacanza e sposato nel 1936 la moglie Rosita Beati.

fonte: Wikipedia