venerdì

il controllo politico con le armi a energia diretta

Questo testo era stato inizialmente scritto per un webinar del Carnicom Institute tenutosi martedì 31 marzo 2011. (1)

Mentre il complesso militare-industriale continua a creare modi sempre più spregevoli per controllarci attraverso l’ambiente elettromagnetico, noi accettiamo questo incubo affidandoci sempre di più alle tecnologie di comunicazione personale a scapito della nostra salute e libertà.


VIVIAMO NELL’ERA ELETTROMAGNETICA E NON LO SAPPIAMO

Come è già accaduto per il nucleare, anche le tecnologie con radiazioni elettromagnetiche (EMR) da cui ormai siamo completamente circondati sono qualcosa che impareremo a conoscere a nostre spese. Facciamo tutti parte di un gigantesco esperimento mondiale, e sarebbe nel nostro interesse riconsiderare seriamente la situazione dell’elettroinquinamento, lo stress biologico, la salute mentale e persino i sistemi giudiziari. Potrebbe essere di conforto credere che sia l’ignoranza dell’impatto sulla salute umana già nel presente e per le generazioni future a permettere l’attuale proliferazione di ripetitori di telefonia e tecnologie wi-fi, ma la verità è che i pericoli intrinseci della tecnologia elettromagnetica non ionizzante e non termica sono ben noti, quanto meno agli scienziati finanziati dalle istituzioni militari, fin dai tempi del Progetto Pandora a metà degli anni Sessanta. 


Riceviamo impulsi dall’ambiente: non c’è dubbio

Già all’inizio dell’era dei radar, non era possibile ignorare i sintomi degli operatori radar – sterilità, calvizie, cataratta, proliferazione leucocitaria e cambiamenti cromosomici – né tantomeno il fatto che spesso i loro figli nascevano con la sindrome di Down. La risposta dei militari fu di creare livelli di riservatezza ancor più inaccessibili e assicurarsi che le leggi sulla densità di corrente termica ignorassero gli effetti non termici. La Guerra fredda e le ricerche sull’elettromagnetismo in campo aperto andavano protette ad ogni costo, anche se il prezzo da pagare fosse stato la salute biologica.
A metà degli anni Novanta, l’Istituto nazionale americano per gli standard adottò le soglie di sicurezza indicate dall’Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici (IEEE): per la frequenza, da 300 kHz a 100 GHz – mentre in Nord America, Europa Occidentale e Giappone era tutto impostato per campi da 50-60 Hz – e per la potenza da 10 a 100 milliwatt per centimetro quadrato (mW/cm2), uno standard ben diverso da quello della Russia sovietica. Infatti, se il limite dei sovietici per gli ambienti di lavoro, da 1,0 microwatt a 10 microwatt, fosse stato adottato negli USA, il 90% delle stazioni radio FM avrebbe dovuto chiudere i battenti. Per il tasso di assorbimento specifico (SAR) per telefoni cellulari e ripetitori, la Commissione Federale per le Comunicazioni si è affidata nuovamente all’IEEE e anche al Consiglio nazionale per la protezione da radiazioni, dopodiché ha richiesto la legittimità alla Food and Drug Administration [ente per l’approvazione di alimenti e farmaci], all’Environmental Protection Agency [agenzia di protezione ambientale] e all’Occupational Safety & Health Administration [ente per la sicurezza sul lavoro], nessuno dei quali ha saputo supportare gli standard con ricerche scientifiche, scegliendo invece di credere alla versione dell’IEEE secondo cui gli effetti delle radiazioni EM non termiche non sono pericolosi, nonostante le molte prove di effetti biologici causati da densità di corrente non termica da 1.000 a 10.000 microwatt.
Dunque non dovrebbe sorprendere che nessuno di questi standard abbia valore di legge. Il complesso militare-industriale continua a usare le frequenze e la potenza che meglio crede, a cominciare da tutto ciò che funziona a batteria fino ad arrivare a treni elettrici, raffinerie, sistemi antifurto, metal detector, sistemi di navigazione aerea e navale, comunicazioni militare, 500.000 miglia di linee elettriche ad alta tensione e le loro sottostazioni che fungono da gigantesche antenne nella banda ELF [a frequenza estremamente bassa] a 60 Hz, e così via. I campi ELF ci bombardano dappertutto, e la frequenza di risonanza del corpo umano funge da antenna o ripetitore. Infatti, i sistemi di ELF nell’ambiente si sovrappongono alle frequenze e trasmettono impulsi al nostro corpo, interferendo con i tempi dei nostri cicli biologici e mettendo quindi a repentaglio il nostro sistema immunitario.
La frequenza di risonanza di picco si trova al centro della banda ad altissima frequenza (VHF, da 30 a 300 MHz) e include la radio FM, la televisione, le stazioni radio mobili a terra, le comunicazioni a lungo raggio con radiomodem, le comunicazioni dei radioamatori e marine, il controllo del traffico aereo, eccetera.
I cavi superconduttori aumentano di 20 volte la forza di campo intorno alle linee elettriche, e per qualche motivo nessuno si preoccupa se i forni a microonde diffondono fino a 5.000 microwatt e se la densità cumulativa delle onde radio intorno a noi è oltre 200 milioni di volte maggiore del livello naturale che arriva dal Sole, includendo le tempeste magnetiche solari che influiscono sulla risonanza di Schumann (2)... e tutto questo si riflette sui livelli elevati di ricoveri psichiatrici durante le tempeste solari.


Il nostro sistema immunitario è sotto assalto

Nonostante la disinformazione dei media asserviti alle aziende, i più attenti fra noi sanno che le frequenze estremamente basse hanno un impatto sostanziale su tutte le forme di vita e che le densità di corrente più basse possono fare danni peggiori delle densità alte quando si tratta di assorbimento di radiofrequenze (RF) o microonde. Nel suo libro del 1985 The Body Electric: Electromagnetism and the Foundation of Life, il medico Robert O. Becker sottolineava che dovremmo preoccuparci soprattutto delle frequenze estremamente basse:
“… I problemi principali giungono dalle frequenze estremamente basse, tuttavia le frequenze più alte producono gli stessi effetti se vengono pulsate o modulate nella gamma ELF. Questo avviene molto spesso dato che, per trasmettere informazioni, si interviene sulla forma delle microonde o onde radio. Per farlo, il raggio viene interrotto per formare gli impulsi oppure viene modulata la frequenza o ampiezza (dimensione) delle onde. Oltretutto, l’ambiente di oggi è un reticolo di segnali che si intersecano e in cui c’è sempre la possibilità che si producano effetti sinergici o che si ‘costruiscano’ nuovi segnali ELF da modelli di interferenza fra due frequenze maggiori. Per questo, gli esperimenti in cui delle cellule o organismi vengono esposti a una singola frequenza non modulata, per quanto a volte utili, sono irrilevanti al di fuori del laboratorio. Il più delle volte sono svolti da ricercatori il cui unico obiettivo è poter dire: ‘Visto? Non c’è motivo di preoccuparsi.’” (3)
Molti esperimenti hanno confermato reazioni di stress dovute a campi magnetici ed elettrici ELF e all’esposizione a microonde: questo stress è precursore di una condizione patologica che richiede il miracoloso intervento guaritore del sistema immunitario. Tuttavia, se lo stress non si riduce mai, il sistema immunitario è sotto attacco 24 ore su 24. Il Dott. Becker notava:
“... Nei suoi studi pioneristici sullo stress, il Dott. Hans Selye ha definito con chiarezza un modello che non ha eccezioni. Inizialmente lo stress attiva il sistema endocrino e/o immunitario a un livello più alto del normale, che consente all’animale di sfuggire ai pericoli o combattere le malattie. Se lo stress continua, i livelli ormonali e la reattività immunitaria scendono gradualmente a livelli normali. Se fermate il vostro esperimento a questo punto, apparentemente siete giustificati nel dire: ‘L’animale si è adattato; lo stress non produce danni’. Tuttavia, se la condizione stressante persiste, gli ormoni e i livelli immunitari calano ulteriormente, ben al di sotto della normalità. In termini medici, si è instaurato uno scompenso da stress, e ora l’animale è più suscettibile ad altri agenti di stress, fra cui lo sviluppo di masse maligne e patologie infettive.” (4)
In un periodo di 10-30 anni, le reazioni allo stress di esseri umani che vivono sotto i cavi dell’alta tensione e sopra le linee elettriche sotterranee sono state causa di cancro e altre malattie fra cui la depressione profonda, che può portare al suicidio. La corteccia surrenale si sovraccarica e il sistema endocrino non funziona a dovere. Negli uffici pieni di computer, luci, telefoni e fax, il campo elettromagnetico costringe il neurotrasmettitore acetilcolina a emettere segnali subliminali di pericolo. La pressione sanguigna e i modelli delle onde cerebrali cambiano, e salgono i livelli di trigliceridi nel sangue, forieri di ictus, infarti e arteriosclerosi. Reazioni da stress, cicli biologici sfasati, interferenze con il metabolismo cellulare e i processi di crescita... l’elenco continua, e culmina nell’alterazione genetica delle generazioni future.


Entriamo in una zona di guerra ubiqua

Oltre al fuoco incrociato delle radiazioni da stazioni di radio FM e televisioni e cellulari che saltano da un ripetitore all’altro, ci sono anche delle applicazioni militari. I consumatori si preoccupano delle comodità e della carriera, mentre il complesso militare-industriale investe sulle armi e il controllo, o le cosiddette “4 C” (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer). Se non avete mai notato questa presenza militare, il Dott. Becker vi spiega il perché:
“Dato che l’industria e le forze militari chiedono di usare senza limiti campi elettromagnetici e radiazioni, ai rischi intrinseci di questa attività vanno ad aggiungersi segretezza e inganni.” (5)
In tutti gli anni che ho passato a mettere insieme i pezzi delle illogicità della “sicurezza nazionale” sulle tecnologie EM, le lacune e le trappole della disinformazione, ho scoperto che la segretezza e gli inganni sono assolutamente reali. A questo aggiungiamo ciò che sostiene l’ingegnere elettronico Keith Harmon Snow
“I militari usano le tecnologie delle microonde e l’energia elettromagnetica come parti integranti di sistemi d’arma, proprio perché sono nocivi per la vita.” (6)
Gli eventi dell’11 settembre 2001 hanno segnato un drammatico punto di svolta sotto molti aspetti, fra cui il maggiore uso di armi elettromagnetiche per incutere choc e timore nel pubblico: dalle tecnologie di sorveglianza elettronica come dispositivi e ricevitori di ascolto, sia di terra che satellitari e che possono emettere o meno radiazioni o sfruttare il laser, fino alle intercettazioni telefoniche o i telefoni “intelligenti” e i software Exaudio per rilevare e decodificare le emozioni, eccetera. Il film del 1998 Nemico pubblico, con Will Smith e Gene Hackman, ha offerto un’anteprima istruttiva di come i satelliti “che guardano dall’alto” come l’IRIS ci controllano attraverso raggi infrarossi e strumenti ottici. Le tecnologie telecomandate open-source di data mining e sorveglianza come microcomputer, riconoscimento di pattern, attivazione tramite voce e pensiero, che include il monitoraggio delle onde cerebrali del pensiero, oggi sono opportunità di business enormi (ecco perché si parla di “complesso militare-industriale).
In questa era elettromagnetica senza precedenti, il confine fra militare e civile sta rapidamente sparendo, a mano a mano che i militari ridefiniscono tutta la biosfera come “zona di guerra”. (7)
Le armi antiuomo, note eufemisticamente come armi “non letali” includono armi acustiche, phaser (amplificatori di fotoni attraverso l’emissione stimolata di radiazioni), armi a onde scalari psicotroniche e armi a infrarossi: tutte queste armi, caricate su un veicolo, possono arrivare in qualsiasi quartiere o in mezzo a un corteo pacifico di dimostranti politici in ogni nazione che abbia firmato un trattato per ospitare militari stranieri.
Prendiamo per esempio il trasmettitore di microonde ad alta potenza (HPM) noto come Active Denial System (ADS) che eroga impulsi di radiazioni elettromagnetiche a 95 GHz, fa bollire le molecole sopra e sotto la pelle e fonde gli organi del corpo, o il Long Range Acoustic Device (LRAD), un’arma sonica assolutamente silenziosa (“sistema di comunicazione acustico diretto”) che lancia un’onda termoelastica di pressione acustica ad alta frequenza (2,5 kHz) in un raggio di 30 gradi che grida silenziosamente nell’orecchio interno tramite conduzione ossea. Girando un po’ di più la rotella dell’LRAD si possono cuocere bulbi oculari e organi e provocare danni permanenti all’udito a 15 metri di distanza. Questo dispositivo “non letale” in genere viene montato su un fuoristrada Hummer e usato per il controllo della folla. (8) E tanti saluti al Primo Emendamento sulla libertà di riunione.
Un impulso elettromagnetico (EMP) antimateriale è la scarica di radiazioni EM risultante da una detonazione nucleare e/o un campo magnetico che oscilla all’improvviso. I campi elettrici o magnetici in rapido mutamento si accoppiano poi con i sistemi elettronici e producono correnti dannose e picchi di tensione. Una detonazione a poche migliaia di chilometri sopra la Terra potrebbe distruggere, e non semplicemente paralizzare, tutto ciò che è elettronico in un intero continente.


Le armi “non letali” di cui non si sente parlare

E poi ci sono armi EM che sono ancor meno note pubblicamente perché vengono usate in segreto per il controllo politico in una guerra silenziosa contro il popolo, i dissidenti e gli individui sgraditi ai vari “potenti”. Alcuni esempi sono i sistemi laser (a elettroni liberi, a raggi X, a fasci di particelle neutre, laser chimico ossigeno-iodio, laser chimico avanzato nel medio-infrarosso, ecc.) che provocano offuscamento della vista e ologrammi; il controllo della mente con realtà aumentata a fasci di ioni di plasma, che avviene tramite satelliti che prendono di mira i bersagli in base alle loro firme bioenergetiche e poi accoppiano il plasma con i loro campi EM; e naturalmente i vettori non-aurali che inducono direttamente messaggi subliminali silenziosi nel cervello, spesso noti con il nome di voice-to-skull (V2K, “voci nel cranio”) o telepatia sintetica. In linea con la segretezza e gli inganni della Guerra fredda, per collaudare le armi elettromagnetiche sono stati usati come bersagli migliaia di soggetti umani non consenzienti.
Iniziamo dal bicentenario dell’Indipendenza degli USA del 4 luglio 1976, quando fu finalmente rilevato un segnale radio sovietico a frequenza ultrabassa (ULF) noto come Woodpecker [Picchio]. Da un enorme trasmettitore d’amplificazione di Tesla a Kiev, era stato inviato un impulso con mediana di 10 Hz da qualche parte fra Corvallis e Eugene, in Oregon (le microonde modulate a impulsi sono vettori efficienti per i segnali per il controllo mentale, in quanto riescono ad attraversare il cranio che è resistente alle radiazioni non pulsate di basso livello, come per le ELF). Dunque è più che una coincidenza il fatto che fra il 1970 e il 1975 il tasso di suicidi a Medford, Oregon, si sia issato sopra la media nazionale.
Ciò che è meno risaputo è che il segnale Woodpecker sovietico veniva emesso costantemente da anni dalla vicina base militare USA verso Medford. Ciò significa che questi due colossi avevano collaborato per anni, durante l’intera Guerra fredda, negli esperimenti di elettromagnetismo sulla risonanza magnetica nucleare, l’induzione di tumori, l’interferenza con i processi mentali, eccetera. In realtà, il Woodpecker sovietico stava “cuocendo” fin dagli anni Cinquanta l’ambasciata statunitense a Mosca con il tacito consenso dell’intelligence americana nel quadro del Progetto Pandora. Già nel 1978, l’Operazione Pique della CIA – precursore dell’HAARP (programma attivo aurorale di ricerca ad alta frequenza) – faceva rimbalzare segnali radio dalla ionosfera e poi ne misurava gli effetti su gruppi di popolazione specifici.
Il 17 agosto 1975, il senatore Frank Church, a capo del “Comitato selezionato del Senato per lo studio delle operazioni governative sulle attività di intelligence”, disse al programma Meet the Press della NBC:
“So che in America esistono le capacità per realizzare una tirannia totale, e dobbiamo assicurarci che questa agenzia (l’NSA, Agenzia di Sicurezza Nazionale) e tutte le agenzie che possiedono questa tecnologia operino entro i termini di legge e con una corretta supervisione, in modo tale da non superare mai i limiti... da cui non c’è ritorno.”
Nello stesso anno, i sovietici proposero un divieto per le armi EM all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In seguito, durante le trattative per gli accordi SALT (Trattato per la limitazione degli armamenti strategici) il segretario generale sovietico Leonid Brezhnev descrisse queste armi come “le più spaventose che la mente umana abbia mai concepito”. 
Si immaginava un futuro di fasci di elettroni induttori di amnesie e pistole ai magnetofosfeni che fanno “vedere le stelle”; generatori tascabili di infrasuoni VLF (20-35 kHz) che innescano nausea, diarrea e crampi addominali; satelliti di sorveglianza Brilliant Eyes dotati di scanner multispettrali, interferometri, radiometri a scansione rotatoria nel visibile e infrarosso, criorefrigeratori, letti di assorbimento ibridi, mappe cerebrali e neurofoni; fasci satellitari elettronici che individuano i bersagli umani in tempo reale e li attaccano con i laser...


Da MK-ULTRA a EMK-ULTRA

I programmi MK-ULTRA della Guerra fredda erano in continua evoluzione e assomigliavano sempre più a programmi di controllo mentale elettromagnetico a distanza. Già negli anni Cinquanta (ufficialmente MK-ULTRA prese il via nel 1953), il medico W. Ross Adey dell’Istituto di ricerca sul cervello dell’Università della California, finanziato dalla CIA, studiava le frequenze pulsate per armi con raggi confusionali. Interferendo con il flusso del calcio nel cervello è possibile disturbare la concentrazione, il sonno e le funzioni cerebrali. Lo scrittore Evelyn Waugh potrebbe essere stato bersaglio di una tecnologia simile (si veda il suo romanzo del 1957 La prova di Gilbert Pinfold). Il campione di scacchi russo Boris Spassky sosteneva di avere perso il campionato del mondo del 1972 contro Bobby Fischer dopo essere stato bombardato con raggi confusionali.
E poi c’era la LIDA, una macchina sovietica per la sincronizzazione delle onde cerebrali che emetteva onde a 10 Hz, seguita nel 1958 dal “neurofono”, inventato dal ricercatore Patrick Flanagan quando aveva appena 13 anni e viveva a Bellaire, Texas. Il neurofono era in grado di creare un disturbo aurale tramite microonde o laser, convertendo inizialmente il suono in impulsi elettrici che poi venivano trasmessi attraverso onde radio alla pelle convincendo il cervello di aver “udito” un suono. Il neurofono, come tutte le scoperte relative al controllo mentale, era immediatamente stato protetto da riservatezza per motivi di “sicurezza nazionale”.
Nel 1961, il neuroscienziato Allan Frey aveva sezionato dei vettori di microonde modulandovi una componente audio e aveva inviato un effetto uditivo a microonde alla corteccia uditiva dei destinatari. Si era scoperto che i fasci pulsati di microonde incrementavano la permeabilità della barriera ematoencefalica, il che a sua volta intensificava gli effetti di farmaci, batteri e veleni (sì, è possibile trasmettere le frequenze di malattie e farmaci attraverso energia elettromagnetica modulata o pulsata). Frey riusciva ad accelerare, rallentare o arrestare un cuore sincronizzando il battito cardiaco a un fascio di microonde pulsate.
Nel 1969, lo spagnolo José M. R. Delgado, professore di Yale e sostenitore di una società “psicocivilizzata”, perfezionò la stimolazione cerebrale elettrica a distanza (ESB) per controllare comportamenti, istinti ed emozioni.
Oggi, i fasci EMR mirati possono gestire il cervello come un giocattolo telecomandato. I bersagli si accorgono di essere “cotti” da microonde a bassa potenza (microwatt/cm2) pulsate a 300-3.000 MHz perché il fascio provoca scoppi, sibili, scatti o ronzii proprio dietro la testa.
Negli anni Settanta e Ottanta, lo scienziato russo Igor Smirnov, padre della “psicocorrezione” (glaciale termine da lui coniato per denotare l’uso di messaggi subliminali per alterare la volontà o modificare la personalità all’insaputa del soggetto), utilizzava l’elettroencefalogramma (EEG) per misurare le onde cerebrali. Dall’EEG, Smirnov riusciva a creare una mappa computerizzata del subconscio del soggetto, comprendente istinti quali rabbia e desiderio sessuale (la mappatura di posizionamento e distribuzione delle frequenze primarie per le frequenze che hanno una risposta biotelemetrica è nota nel mondo dell’intelligence come prima freaking). Con i messaggi subliminali registrati, Smirnov riusciva ad alterare il paesaggio mentale.
Nel 1973, il ricercatore Joseph C. Sharp del Walter Reed Army Institute of Research aveva modellato sul neurofono del Dott. Flanagan l’audiogramma di microonde pulsate, analogo alle vibrazioni di suoni verbali, riuscendo a trasmettere fasci di parole al cervello. La telepatia sintetica collega i segnali subvocalizzati del cervello a un computer attraverso un raggio “maser” (amplificazione a microonde tramite l’emissione stimolata di radiazioni). A quel punto un software associa specifici potenziali di eccitazione cerebrale a particolari parole e “legge” dalla corteccia uditiva pensieri subvocalizzati a 15 Hz, 5 mW. È la TV a circuito chiuso della mente.
Usando gli audiogrammi ELF trasportati da un singolo maser modulato a impulsi, i pensieri subvocalizzati di operatori telepatici sintetici si possono trasmettere nel cervello del soggetto per una “conversazione forzata”.
Come scrisse il Dott. Becker:
“Un dispositivo simile ha evidenti applicazioni in operazioni segrete volte a fare impazzire il soggetto che ‘sente le voci’ o a fornire istruzioni irrintracciabili per omicidi programmati.” (9)
Alla fine i monitor per le onde cerebrali sono passati dall’EEG al magnetoencefalogramma (MEG) che collega i modelli delle onde cerebrali attraverso un computer remoto a cristalli il cui software legge e traduce parole enunciate e pensieri silenziosi.
Gli scanner MEG hanno la velocità e la risoluzione per rendere possibile un’interfaccia cervello-macchina, e i superconduttori a temperatura ambiente hanno reso i MEG portatili perfetti per sperimentazioni o disturbi sul campo.
Nel 2003, la DARPA lanciò un programma per le interfacce cervello-macchina per creare “nuove tecnologie per aumentare le prestazioni umane attraverso la capacità di accedere in modo non invasivo in tempo reale ai codici del cervello e integrarli nel dispositivo periferico o nelle operazioni del sistema”. (10) Oggi, i soldati delle Forze Speciali statunitensi indossano “caschi del pensiero” con scanner MEG e zaini-supercomputer per l’elaborazione dei segnali. (11) 


Non c’è un nascondiglio per la nostra mente

Dieci anni dopo l’ammonimento di Brezhnev, il Dott. Becker esprimeva le stesse preoccupazioni:
“Quando alla fine sarà possibile monitorare i potenziali evocati dall’EEG e combinarli con trasmissioni di radiofrequenze e microonde studiate per produrre pensieri o umori specifici, come l’ubbidienza e il compiacimento, si avrà un metodo di controllo mentale estremamente pericoloso per tutte le società: una tirannia senza terrore... La familiarità ipnotica di televisione e radio, combinata con gli effetti biologici dei loro fasci di trasmissione, potrebbero già costituire una forza simile per la standardizzazione di massa, sia che l’effetto sia voluto o meno.” (12)
L’attività di Signals Intelligence (SIGINT) dell’NSA controlla le onde cerebrali via satellite, decodifica potenziali evocati del cervello a 3,5 Hz, 5,0 milliwatt, e poi li trasmette a un computer con circuito integrato ad altissima velocità (VHSIC) per “conversazioni forzate”. Per la “clonazione EEG”, viene innanzitutto monitorato il campo elettromagnetico del bersaglio che poi è decodificato via software, dopodiché i modelli emotivi vengono reimmessi nel cervello del bersaglio o in un altro cervello. Mettendo un microchip da 5,0 micromillimetri nel nervo ottico sarà possibile prelevare impulsi neurali dal cervello per “origliare” il soggetto, dopodiché i pensieri si possono “salvare” su un computer finché verranno riproiettati nel cervello per essere rivissuti sotto forma di allucinazioni, voci di conversazioni passate, eccetera. Nel suo blog “Citizen Smith” il ricercatore Paul Baird ha descritto il processo in questo modo:
“Il pensiero umano funziona a 5.000 bit/sec, ma i satelliti e varie forme di biotelemetria possono trasmettere questi pensieri ai supercomputer nel Maryland (USA), in Israele, eccetera, che hanno una velocità di 20 miliardi di bit/sec. Questi, già oggi, controllano milioni di persone simultaneamente. Un giorno finiranno per monitorare praticamente chiunque... peggio di qualsiasi incubo da ‘Grande Fratello’ di orwelliana memoria si possa immaginare, e sarebbe la realtà. Eppure i nostri leader mondiali, che lo sanno, non fanno niente.
“... In genere i bersagli si accorgono che le loro onde cerebrali sono sotto controllo per via del feedback acustico del neurofono. In altre parole, il computer manda un ritorno (eco) del pensiero e poi i controllori umani commentano o rispondono verbalmente.
“Entrambe le operazioni sono facilitate dal neurofono.
“Mentre i commenti umani/dal vivo sono individualistici e non correlati ai processi di pensiero della vittima, spesso l’intelligenza artificiale coinvolta ripete a pappagallo delle espressioni standard. Queste vengono innescate dai pensieri del soggetto mentre i controllori umani restano in silenzio o sono assenti. Per rendervi conto di quanto possa essere terribile una simile invasione della privacy, immaginate di essere interrogati sul vostro passato mentre siete sdraiati a letto. Alla fine vi addormentate, e fate dei sogni personali o ‘indotti’, solo per poi svegliarvi ascoltando i commenti e le prese in giro del controllore riguardo ai vostri pensieri subconsci (sogni).” (13)

Nelle case e negli uffici di tutta la nazione, scanner di onde millimetriche penetrano attraverso le pareti alla ricerca di cervelli target in cui le trasmittenti di microonde possano colpire potenziali di eccitazione che inducono umori specifici. Le altre persone nella stanza non si accorgeranno che un potenziale di eccitazione per il suicidio o l’omicidio sta impostando il cervello del loro amico o parente sulla depressione o sulla rabbia (questa tecnologia potrebbe essere la vera causa dei “suicidi” dell’attivista politico Abbie Hoffman, del cantante Kurt Cobain, del giornalista Gary Webb, eccetera). Lo scienziato britannico Tim Rifat ha dato questa spiegazione:
“... I direttori dei servizi segreti ora sono al settimo cielo; se qualcuno diventa un problema, gli parcheggiano fuori di casa il ‘team di controllo mentale per i suicidi’. Dopo qualche settimana, la vittima si uccide da sola...
“Nel caso che i servizi segreti militari non vogliano che ti suicidi, possono sempre farti impazzire. Possono farlo indirizzando al tuo cervello il potenziale di eccitazione di un particolare stato mentale patologico mentre sei a casa tua. Per aiutarsi, gli operativi dei servizi segreti possono inserire suoni e parole nel cervello della vittima. Questo udito intercerebrale è usato per portare la vittima alla follia, perché nessun altro può sentire le voci trasmesse nel cervello target. La trasmissione di dati uditivi direttamente nel cervello della vittima usando fasci vettori di microonde oggi è una pratica comune.” (14)
Non serve una laurea per rendersi conto che il controllo via satellite e le tecnologie over-the-horizon non riguardano solo i “terroristi”. Torture e interrogatori a distanza, ricordi innescati da domande al neurofono, analizzatori di onde cerebrali che inducono “conversazioni forzate” e programmazione cerebrale possono trasformare in campi di concentramento elettronici le nostre case e luoghi di lavoro. È uno stupro mentale e un furto di proprietà intellettuale direttamente dalla nostra testa. Pensare agli usi silenziosi, invisibili, indimostrabili che si possono fare di queste armi fa girare la testa. 
Quando Michael Dukakis ebbe la sfortuna di scontrarsi con l’ex direttore della CIA George H. W. Bush alle elezioni presidenziali del 1988, sua moglie Kitty fu portata sull’orlo del suicidio... eppure come si poteva dimostrare che la causa fosse un attacco elettromagnetico? I pensieri e le emozioni di milioni di bersagli vengono raccolti e archiviati su computer per migliaia di usi nefandi mentre gli operatori, le ultime ruote del carro, continuano a monitorare e molestare chiunque sia nelle mire dei loro capi.
Il Quarto Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti si riferisce anche alle perquisizioni irragionevoli e al sequestro della mente? I tentativi di arginare l’uso illegale delle armi “non letali” finora sono falliti o sono stati inefficaci:
• Il senatore John Glenn, che ben conosce la verità di questa tecnologia, ha presentato nel 1997 un disegno di legge chiamato Human Research Subjects Protection Act, (15) che è stato bocciato.
• Il 28 gennaio 1999, il Parlamento Europeo ha fatto passare la Risoluzione A4-0005/1999. La bozza della risoluzione trattava esplicitamente delle armi EMR, ma il testo della sezione 27 della risoluzione finale recitava “un divieto globale allo sviluppo e schieramento di armi che potrebbero consentire qualsiasi forma di manipolazione degli esseri umani”. (16)
• Nel 2001 è stato presentato al Congresso lo US Space Preservation Act, HR2977, per vietare tutte le armi a energia diretta (DEW). Dopo essere stata riscritta più volte, la legge è stata bocciata. (17)
• Nel 2002, l’Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul disarmo ha identificato formalmente una nuova categoria di armi di distruzione di massacontrollo psicotronico della mente e altre armi a risonanza elettromagnetica. (18)
Per quanto io sappia, le uniche leggi che condannano l’uso delle armi elettromagnetiche contro i cittadini sono i Public Acts 256 e 257 del Michigan, firmati dal governatore canadese di nascita Jennifer Granholm il 28 dicembre 2003. (19) La pena, in base all’Act 257, va da 15 anni all’ergastolo... ma veramente in Michigan i colpevoli vengono perseguiti?


Una guerra cognitiva

Quando il senatore Church, nel 1975, si riferiva a “questa agenzia e tutte le agenzie che possiedono questa tecnologia”, non stava pensando solo all’NSA, alla CIA e all’FBI, ma anche alla DIA, l’agenzia di intelligence della Difesa. L’asimmetrica “rivoluzione degli affari militari” ha sempre incluso una guerra cognitiva che utilizza “simulazioni di personalità strategiche” (personalità multiple) create dall’MKULTRA per varie missioni segrete. La cognotecnologia di nanotecnologie, biotecnologie e informatica è sempre stata prioritaria e centrale. Gli operativi dei servizi segreti vengono traumatizzati e sottoposti a elettroshock per cancellare i ricordi, agli assassini delle forze Navy SEAL viene ripulito il cervello, ai soldati vengono iniettati biochip IMI (interfaccia controllata da intelligence) per consentire ai supercomputer dell’NSA da 20 miliardi di bit al secondo di tracciarli e vedere e sentire ciò che vedono e sentono grazie a un sistema di monitoraggio remoto. (20) 
Ora, il confine fra civile e militare è stato cancellato, e tutti noi viviamo in una zona di guerra
Sono società di sicurezza privata, malavitosi e criminali affiliati ai servizi segreti a fare il lavoro sporco in modo che non si scopra il coinvolgimento delle agenzie federali. (21) Il compito di questi sicari include il sopraccitato “suicidio”, noto nel mondo dell’intelligence come “esecuzioni dell’NSA autoinflitte”, la fase finale di una “ingegneria psicologica” controllata a distanza. Oppure i sicari gestiscono da remoto immagini cerebrali e sogni attraverso la componente scalare di un campo magnetico debole. (22)
L’ingegnere nucleare ora in pensione Ten.Col. Thomas E. Bearden disse in un’intervista del 1991 che i fenomeni elettromagnetici scalari consentono di costruire forme di pensiero a richiesta e immetterle direttamente nella mente e nella memoria a lungo termine attraverso ciò che lui definisce “un canale nascosto in cui riversare gli input”. (23)
Questa è la nuova guerra cognitiva, una forma di controllo mentale che impiega campi acustici, ottici ed elettromagnetici, o li combina, per interferire con i processi biologici. (24) È possibile bloccare i movimenti volontari dei muscoli, controllare le emozioni e azioni, indurre o impedire il sonno, cancellare i ricordi a breve e a lungo termine... controllando il tutto a distanza. Gli S4 (Silent Sound Spread Spectrum, spettro espanso sonoro silenzioso) a bordo degli aerei militari EC-130E Commando Solo inducono onde cerebrali, poi trasportano gruppi di firme emotive o comandi vocali su bande AM, FM, HF, televisive o militari attraverso il sistema di comunicazione militare Omega.

I set di trasmissione preparatori codificati su fasci di microonde producono attacchi cardiaci, ictus, paralisi, eccetera. Sui bersagli vengono sparate malattie, come l’influenza. Gli edifici dove si radunano i gruppi di dissidenti vengono trasformati istantaneamente in campi di battaglia. I rapimenti perpetrati dai governi vengono mascherati da rapimenti alieni, in cui a un raggio paralizzante segue una perdita di memoria a breve termine e l’impianto di nuovi ricordi falsi. Le intercettazioni oggi si svolgono sparando raggi laser sulle finestre per esporre le modulazioni dei suoni all’interno. Anche i messaggi subliminali in televisione e nei film non sono stati eliminati, bensì migliorati: immagini nascoste a bassa luminosità si confondono appena sotto la soglia della normalità visiva per produrre un film dentro il film, insieme a precise trasmissioni digitali di codici di colore esadecimale come quelle del film Incontri ravvicinati del terzo tipo... ed era il 1977. E non dimentichiamoci dei messaggi subliminali ai concerti e negli MP3.
Il pubblico tende a dimenticare che le aziende di telecomunicazione sono appaltatori militari che esercitano un potere quasi assoluto sulla comunità. Pochi sanno che negli Stati Uniti, nel 1995 – l’anno prima dell’eclatante Telecommunications Act del 1996 – il Dipartimento della Difesa e il Dipartimento della Giustizia, attraverso l’Istituto Nazionale di Giustizia, aggregarono le forze militari, gli appaltatori della difesa, gli scienziati che ricevevano fondi militari e le forze di polizia intorno a una politica unificata sul doppio uso delle armi non letali come ADS, Long Range Acoustic Device (LRAD) e le tecnologie di controllo mentale EM a distanza di cui abbiamo parlato, e hanno trasformato il termine “nemico esterno”, retaggio della Guerra fredda, in “avversario [straniero o interno]” (ora “terrorista”), che nel linguaggio comune indica chiunque faccia qualcosa di sgradito per le forze militari o di polizia. (25)


L’operazione Weed & Seed

Parlando di comunità, l’operazione Weed & Seed [strappare le erbacce e seminare, NdT] del Dipartimento di Giustizia è considerata un’iniziativa volta allo sviluppo della comunità con l’intento di combattere la criminalità violenta, l’uso di droghe e le gang. O forse la sua finalità è un’altra? Nel suo libro del 1997 Mind Control, World Control, il compianto ricercatore Jim Keith raccontava come aveva vissuto per tre anni nel quartiere Tenderloin di San Francisco, dove la cima del Federal Building era in realtà uno scudo per radar, microonde e radio per una serie di dispositivi di comunicazione. Da quel tetto si vede tutta Tenderloin, il che significa anche che le onde radio passano in qualsiasi direzione senza ostacoli. Dato che le emissioni ELF e ULF (come le trasmissioni televisive) non passano agevolmente attraverso il terreno o gli edifici, Keith notava che ogni mattina e sera i suoi pensieri erano perturbati da un brusio o una cantilena dentro la sua testa. Da fuori sentiva i vicini gridare e minacciare, e gradualmente si rese conto che Tenderloin era un esperimento in doppio cieco monitorato dal dipartimento di polizia. Del resto, chi avrebbe preso sul serio le lamentele di gente povera, mentalmente instabile o tossicodipendente? (26)
Tim Rifat nel 1999 riportava che nel Sussex, Inghilterra, la polizia aveva l’uso esclusivo della frequenza di microonde a 450 MHz sulla propria antenna da 60 metri: la stessa frequenza usata da Ross Adey, pulsata a 0,75 mW/cm2, per la modifica dei comportamenti. Si tratta della stessa modulazione di impulsi degli auricolari per i cellulari.
Se si pulsa un segnale ELF a tale frequenza alle antenne intorno alla città, questo risuonerà nei campi pulsati intorno alle linee elettriche, si reirradierà ed entrerà nelle case attraverso i circuiti della luce. (27)
Ora si stanno costruendo centinaia di nuove torri e antenne per far funzionare gli iPhone ormai da 5 gigabyte in una rete NetRad modulata a impulsi. (28) In cima a ogni torre c’è una radiazione di onde lunghe, di microonde, che penetra nei tessuti e bombarda chiunque si trovi sotto di essa o nel suo raggio; in basso, monitor video, mini-sensori (magnetici, sismici, infrarossi, radar, sforzo del campo EM) ed elaboratori di segnali, teoricamente per la sorveglianza meteo e atmosferica, il rilevamento di agenti biologici, emissioni di radiazioni, eccetera.
NetRad è stata messa a punto dal complesso militare-industriale: UMass Microwave Remote Sensing Laboratory, AT&T, Radian/Onex Corporation e altri tentacoli del polipo di appaltatori militari protetti dall’Harvard Center for Risk Analysis, leader nel settore dell’analisi del rischio finanziata da 100 delle più grandi e potenti aziende del settore, di certo uno dei sostenitori attivi del Telecommunications Act del 1996.
Sotto forma di comodità per il consumatore, la tecnologia a doppio uso è in arrivo in ogni quartiere. Doppio uso, doppio rischio.

Conclusione

Molti dei dati storici di questo saggio provengono da testimonianze della CIA deposte il 21 settembre 1977 davanti alla Sottocommissione per la ricerca medica e scientifica, insieme a materiali non riservati richiesti in base all’atto sulla libertà d’informazione. Altre informazioni sono disponibili su Internet, grazie ai ricercatori e bersagli che hanno vissuto direttamente le torture delle armi a energia diretta: soggetti sperimentali non consenzienti che spesso sono persone indipendenti e molto comunicative che vivono sole e senza buone relazioni familiari, ma a volte hanno parentele legate ai servizi segreti o di sicurezza. Sebbene non tutte le denunce siano credibili, secondo la mia esperienza la maggior parte lo sono... se si ha una certa familiarità con la tecnologia.
Non siamo che topi di laboratorio per l’esperimento sull’impotenza appresa del Dott. Martin Seligman. Le nostre paure e la depressione, la passività, l’isolamento, la cattiva salute, l’immobilismo, lo stress e persino la pazzia e il suicidio vengono registrati e analizzati. Denunciate questo monitoraggio e le interferenze elettroniche alla polizia e verrete screditati. Grazie al Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, confezionato dall’American Psychiatric Association in parte per formulare diagnosi di copertura per particolari tecnologie high-tech, se cercherete protezione in un reparto psichiatrico vi verrà diagnosticata la schizofrenia paranoide e nessuno vi crederà mai. Probabilmente queste armi sono in attesa dei prossimi americani che cercheranno di esercitare i propri, sempre più deboli, diritti civili. Nelle nostre città, non sentiamo più la risonanza di Schumann, insieme alla quale tutta la vita della Terra pulsa in armonia. Siamo imprigionati in una nebbia elettromagnetica, e cuociamo a fuoco lento in un brodo elettromagnetico. I nostri cicli biologici sono disattivati, e lo stress cronico e le malattie dilagano. Nel frattempo, l’industria medica e farmaceutica si arricchiscono più di quanto avessero mai sognato.
Come disse il Dott. Becker, la nuova arma è la manipolazione del nostro ambiente elettromagnetico, perché opera in modo impercettibile e influisce sui nostri meccanismi vitali mentre siamo al cellulare o al computer, ascoltiamo musica, guardiamo la TV o passiamo dallo scanner a raggi X all’aeroporto.
È tempo di sottrarci all’incantesimo della tecnologia che ci ha ammaliati e accorgerci del patto col diavolo che abbiamo stretto con i poteri che hanno in mente per noi un futuro transumanista “avanzato”. L’ex ingegnere Eleanor White della Marina statunitense scrive:
“Per la prima volta nella storia, un essere umano nascosto, a distanza, è in grado di controllare i pensieri e le azioni di un altro usando un’ipnosi irrintracciabile, grazie a tecnologie elettroniche tuttora segrete. Queste tecnologie hanno aggirato completamente i sistemi giudiziari del mondo... Le armi che non lasciano prove rendono facile e sistematico perpetrare crimini per vendetta.” (29)
Perdere la libertà di pensiero è molto peggio che perdere una repubblica. Significa perdere la civiltà e ciò che ci rende umani. È un prezzo troppo alto da pagare per continuare a cullarci fra le catene del comfort e della praticità. 

Fonte tratta dal sito .

fonte: http://wwwblogdicristian.blogspot.it/

il matematico e la strega


Leonberg è una cittadina tedesca, non lontana da Stoccarda. Il suo apparire tranquillo cela, tra le pieghe della storia, l'avventura di una madre accusata di stregoneria e l'intenzione di uno dei figli, famoso matematico e astronomo, di difenderla da quella oltraggiosa accusa. Johannes, il figlio, difendendo la reputazione della madre, difese se stesso e la propria prodigiosa opera intellettuale. Gli attori di questa vicenda sono molti, alcuni illustri altri sconosciuti al mondo e forse anche a loro stessi: il principale, quello da copertina, è lo strano fenomeno mentale chiamato Caccia alle Streghe. Durante il primo periodo della storia moderna, dal 1450 al 1750 circa, migliaia di persone furono processate per il reato di stregoneria. Una grande percentuale delle accusate fu condannata a morte, solitamente il rogo. La grande Caccia alle Streghe in Europa fu essenzialmente un'operazione giudiziaria. L'intero processo di scoperta ed eliminazione delle streghe, dalla denuncia alla condanna, si svolgeva nell'ambito e sotto il controllo del sistema giudiziario. Tale sistema era psicologicamente, e fisicamente, penetrante negli animi degli accusati che tanti di loro decisero di sottrarsi al meccanismo infernale togliendosi la vita. Nel periodo della grande caccia alle donne, accusate di stregoneria, non sempre i tribunali riuscirono a mantenere il controllo sugli abitanti dei villaggi, i quali decisero per la soluzione più sbrigativa: la giustizia sommaria. I cittadini formavano dei comitati di salute pubblica che, in preda all'eccitazione del momento, giustiziavano le donne, e gli uomini, che erano sospettati d'essere collaboratori del demonio. 
In questo contesto inizia la vicenda del matematico e la strega. 
Katharina Guldenmann nacque a Eltingen, all'epoca città distinta da Leonberg, nel 1546. Il padre, Melchior, ricopriva il ruolo di sindaco della piccola cittadina. Sulla ragazza pesò per tutta la vita il dubbio delle malelingue poiché una sua zia fu accusata di stregoneria e, chiaramente, bruciata sul rogo purificatore. Nel 1571, all'età di 25 anni, conobbe Heinrich Kepler, che aveva incontrato grazie all'attività del padre. Poco dopo il matrimonio, il 27 dicembre del 1571, nacque il primogenito Johannes. Le cronache raccontano di una relazione tesa tra gli sposi, forse dovuta, ed incoraggiata, dalla famiglia d'origine di Heinrich che riteneva Katharina una pessima compagnia per il figlio. Il Padre di Heinrich, nonno di Johannes, ricopriva il ruolo di sindaco nella cittadina di Weil Der Stadt, nota per essere la Porta della Foresta Nera. Nel 1574, tre anni dopo il matrimonio, Heinrich Kepler decise di allontanarsi da questa situazione di tensione arruolandosi come mercenario nel vicino Belgio. L'anno seguente Katharina decise di raggiungere il marito per convincerlo a tornare in Germania. I coniugi, nuovamente riuniti, decisero d'acquistare una casa a Leonberg. Il piccolo Johannes, cresciuto in un contesto complesso, fu avviato alla carriera ecclesiastica. Nel 1584, a 13 anni, entrò nel seminario di Adelberg. Nel 1588 iniziò gli studi presso l'Università di Tubinga. L'anno seguente Heinrich, il padre di Johannes, decise di allontanarsi definitivamente dalla famiglia dopo 18 anni di matrimonio. 


Le cronache raccontano che poco dopo la separazione morì, in circostanze terribili, nei pressi della città di Augusta. Katharina rimase in compagnia dei figli nella cittadina di Leonberg. Johannes l'anno seguente iniziò gli studi di teologia presso la stessa università di Tubinga dove insegnavano professori, protestanti, seguaci del grande Copernico. Alcuni di loro convinsero Johannes della validità delle teorie copernicane. Nel 1594 il figlio di Katharina dovette interrompere gli studi teologici perché fu nominato insegnante di matematica presso la scuola evangelica di Graz. Le doti fuori dall'ordinario permisero a Johannes, poco dopo la nomina a professore, d'essere insignito del titolo di matematico territoriale di tutti gli stati della Stiria. Nel 1597 sposò una donna di nome Barbara che gli diede 5 figli, 2 dei quali morti in giovanissima età. Barbara morì nel 1611, lasciando a Johannes il compito di crescere i figli. Nel 1599 Tycho Brahe, l'uomo dal naso d'argento, offrì a Johannes il posto di assistente. La storia del naso d'argento di Brahe, pur intersecandosi marginalmente con la vicenda del matematico e la strega, non può essere ignorata. Tycho quando era ancora studente perse parte del naso in un duello. L'evento si verificò nel 1566 quando Brahe era ancora uno studente. Mentre partecipava ad una danza a casa di un professore ebbe un'accesa discussione con un membro della nobiltà danese. Il motivo del contendere atteneva a chi tra loro avesse il maggior talento matematico. Dopo una furiosa lite i due decisero di lasciare al luccichio delle armi la sentenza. Il duello avvenne la sera del 29 dicembre 1566. Nel buio della sera tedesca Tycho Brahe perse il setto nasale. Per il resto della vita fu costretto a portare una piastra d'argento, almeno questo è quanto affermato dalle cronache del tempo. Nel 1901 fu aperta la tomba del grande scienziato, collocata a Praga all'interno della chiesa di Santa Maria di Tyn. I resti furono esaminati dai medici esperti che scoprirono la cavità nasale bordata di verde, segno di esposizione al rame e non all'argento. Tornando all'epoca della fervente eccitazione contro il maligno, Johannes decise di accettare il prestigioso invito di Brahe, divenendo suo assistente nel 1600. Nell'assumere questa decisione, probabilmente, influirono gli editti contro i luterani emanati dai Re austriaci, convinti sostenitori della controriforma. L'anno seguente Brahe morì e Johannes ne prese il posto. Nel 1609 pubblicò il capolavoro della sua vita, Astronomia Nova. Nel 1613 si risposò con una donna di nome Susanna. La donna gli diede 6 figli, 3 dei quali morti durante l'infanzia. 


Alla fine del mese di dicembre del 1615, quando si trovava a Linz, a Johannes giunse una lettera della sorella che lo informava che la madre, Katharina, era accusata di stregoneria. Non solo, l'anziana madre aveva deciso di citare i detrattori per calunnia. Johannes si recò a Leonberg per comprendere la situazione. Informato dei fatti decise di ricorrere al duca del Wurttemberg per ottenere la possibilità di allontanare la donna dal paese portandola con se a Linz. L'anziana madre, testarda, decise di tornare a Leonberg per affrontare le accuse di stregoneria. I capi d'imputazione erano pesantissimi e numerosi i testimoni disposti a dichiarare che Katharina era una strega. All'alba del 7 agosto 1620 gli eventi precipitarono. L'anziana donna fu avvertita che gli uomini del governatore sarebbero andati a prelevarla presso la sua abitazione per condurla in prigione. Gli uomini di legge, o presunta tale, trovarono Katharina nascosta in una cassapanca. Completamente nuda. Johannes abbandonò Linz, gli studi e la pubblicazione delle sue teorie per trasferirsi in Germania. L'ultimo attore ad entrare in scena è il magistrato di Leonberg, Lutherus Einhorn. La prima accusante era una donna di nome Ursula, cugina del magistrato. La donna dichiarò che Katharina aveva tentato di avvelenarla con un filtro versato in una bevanda. Il secondo accusante era lo stesso magistrato, Einhorn, che dichiarò pubblicamente Katharina una strega. Il fatto avvenne nelle vie della città. Il magistrato, probabilmente ubriaco, incontrò l'anziana donna e senza riflettere sguainò la spada puntandola direttamente alla gola dell'atterrita Katharina. La donna decise di contrattaccare citando entrambi in giudizio per calunnia. Einhorn dichiarò che la donna lo tentò offrendogli del vino e “non appena assaggiato le gambe iniziarono a dolergli. Nel giro di qualche giorno il dolore era così forte da costringerlo a camminare con i bastoni. Poco dopo si era trovato completamente paralizzato”. Ulteriori accuse riguardavano il fatto che Katharina apprese la stregoneria frequentando una zia, che perse la vita sul rogo, e che aveva tentato di condurre una ragazza al sabba cercando di insegnarle i segreti di quella malvagia arte. 


Johannes decise di assumere Christopher Besold, professore di legge all'università di Tubinga, come avvocato difensore della madre. La causa fu trasferita ad un tribunale di grado superiore, a Guglingen, poiché era inusuale un tale dispiegamento di forze e menti per un semplice processo di stregoneria. Dopo molti mesi di attività processuale, mentre Katharina languiva nelle squallide prigioni della città, i difensori riuscirono a presentare una memoria di 128 pagine. L'immenso scritto, redatto quasi completamente da Johannes, confutava tutte le accuse. L'imbarazzo dei giudici fu tale da dover richiedere il parere dell'Università di Tubinga, dove Johannes aveva studiato e Besold insegnava. Malgrado i buoni auspici, il parere fu negativo per i difensori. 
Il 21 ottobre del 1621 Katharina fu condotta dal boia. L'uomo, fieramente, mostrò gli strumenti della tortura. L'anziana donna, per nulla impaurita di fronte a tale spiegamento di armi da taglio, si scagliò verbalmente contro tutti: detrattori, magistrati e sapienti. Poi, senza ulteriori forze che potessero sostenerla, cadde in ginocchio recitando il Padre Nostro. A quel punto il duca del Wurttemberg, presente all'evento, decise che la donna aveva superato l'ordalia senza confessare. Il nobile decise per la liberazione di Katharina. 
L'anziana donna morirà il 13 aprile dell'anno seguente da donna libera. 


Johannes von Kepler, italianizzato in Giovanni Keplero, in disgrazia e povertà si spegnerà pochi anni dopo, a 58 anni, a Ratisbona. Fu sepolto nel locale cimitero. La sua tomba si perderà nel 1632 quando le truppe di Gustavo Adolfo, durante la guerra dei Trent'Anni, distrussero il cimitero. 
Resistette la sola lapide dove, ancora oggi, si può leggere l'epitaffio da lui stesso composto: Misuravo i cieli, ora fisso le ombre delle terre. La mente era nella volta celeste, ora il corpo giace nell'oscurità.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/

Bibliografia

Johannes Tralow, Kepler und der Kaiser, Berlin, Verlag der Nation 1961 

Paolo Aldo Rossi e Marco Ghione, Il figlio della strega, Aicurzio, Virtuosa-Mente, 2015 

Kurt Baschwitz: Hexen und Hexenprozesse, C. Bertelsmann Verlag, München, 1990 

Berthold Sutter: Der Hexenprozeß gegen Katharina Kepler, Weil der Stadt, Kepler-Ges., 1979 

Bucciantini Massimo, Mia madre non è una strega, Il Sole 24 ore, 9 ottobre 2017 

Rublack Ulinka, L'astronomo e la strega: la battaglia di Keplero per salvare sua madre dal rogo, Hoepli 2015

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

mercoledì

la santa e l'assassino

 IL TRIPLICE OMICIDA ENRICO PRANZINI E SANTA TERESA DI LISIEUX




Enrico (Henri) Pranzini ritenuto nel 1887 colpevole dei raccapriccianti omicidi della prostituta d’alto bordo Marie Reginault, della sua serva, Annette Gremeret e della giovane figlia della Gremeret, avvenuti a Parigi, in rue Montaigne, fu anche, incredibilmente il primo ‘figlio’ di santa Teresa di Lisieux. Nel 1997 Teresa di Liseux è stata dichiarata Dottore della Chiesa, in occasione del centenario della morte avvenuto il 30 settembre 1897. Teresa di Lisieux fu una delle sante più amate dal mondo moderno. Perfino i suoi genitori, Zélie e Louis Martin saranno dichiarati santi. Siamo negli anni del pontificato di Carol Wojtila, che vuole affermare la santità della famiglia: l’autorità assoluta del Padre e l’obbedienza assoluta della moglie e dei figli. Ciò che contraddistingue la famiglia Martin e in particolare Teresa, è il trionfo del ‘sacrificio’. Nella famiglia Martin sono tutti ‘vittime’ gli uni degli altri. Teresa entra al Carmelo il 9 aprile 1888 a quindici anni, il 30 settembre 1894 è già morta. Morta di una terribile morte, dopo una feroce agonia, ‘guardata’ morire come in un terribile spettacolo che definirei quasi televisivo. Ma cominciamo dall’inizio e da un personaggio assai particolare che pare segnò nel profondo la vita spirituale di questa ragazzina ‘santa’, e cioè il triplice omicida Enrico Pranzini. Il triplice omicidio di cui fu accusato l’uomo, appassionò all’epoca l’opinione pubblica francese e anche Teresa. Pranzini sfuggiva allo stereotipo del semplice bandito, era un uomo colto, seducente, cosmopolita, nichilista. Teresa, adolescente, ne fu affascinata, tanto da leggere di nascosto i resoconti del processo sui giornali. Si impegnò per ottenerne la conversione in una sorta di sfida con Dio. Quando Pranzini, condannato a morte, deporrà sul crocifisso del cappellano un bacio, immediatamente prima di poggiare la testa sulla ghigliottina, Teresa riconoscerà il segno richiesto a Dio, e considererà Pranzini il suo primo ‘figlio’.
Il caso di Enrico Pranzini è molto interessante, e merita una breve approfondimento. La donna del cui omicidio fu incolpato, assieme a quello della serva e di sua figlia dodicenne, la definiremmo oggi una escort di lusso. Alcuni dei suoi clienti erano uomini di spicco del governo e dell'esercito francesi. Pranzini era un bell'uomo di 30 anni con una corporatura muscolosa, popolare tra le donne e descritto dalla stampa come un "gigolo". Un personaggio dalla vita strana e avventurosa. Nato in Egitto, era intelligente, mondano e parlava diverse lingue. Aveva lavorato come interprete e traduttore e viaggiato molto in Europa e nel Vicino Oriente. La stampa descriveva Pranzini come un "ricattatore professionista" che usava il suo bell'aspetto e il suo fascino per "fare l'amore con una donna più grande, metterla in suo potere e poi comprometterla se si rifiutava di pagare".
Sulla scena del crimine erano stati trovati oggetti (lettere, gemelli e una cintura) che implicavano un altro uomo, un certo Gaston Geissler. Tuttavia la polizia si gettò subito sulle tracce di Pranzini, che era una conoscenza della donna, nonostante il fatto che non avesse precedenti di violenza. Pranzini fu arrestato a Marsiglia in un teatro, ammise di conoscere Marie Regnault, e raccontò di essere fuggito da Parigi per timore di essere implicato negli omicidi, perché frequentava la donna. La polizia perquisì il suo alloggio a Parigi, e trovò degli indumenti macchiati di sangue. I giornali cominciarono a cercare informazioni su Enrico Pranzini. Scoprirono che era di origini italiane ma nato ad Alessandria nel 1856. Aveva servito come interprete nell'Esercito russo, e poi nell'esercito britannico, anche in Sudan. Pareva fosse stato anche  in Afghanistan e persino in Birmania. Arrivato a Parigi nel 1886, senza un soldo, era entrato subito nel mondo delle prostitute di alto bordo della capitale tra le quali appunto Marie Regnault. E questo aspetto della sua vita la polizia non lo approfondì, e nemmeno i giornali.
Pranzini si professò sempre innocente. L'accusa era circostanziale, basata  sul fatto che lasciò Parigi la notte degli omicidi e che diede dei gioielli simili a quelli che mancavano dall'appartamento della donna assassinata alle prostitute di Marsiglia nei giorni successivi al crimine. Fu condannato e condannato a morte,  esecuzione a ghigliottina. Dopo la sua esecuzione pubblica, il corpo di Pranzini, senza la testa, fu trasferito in una scuola medica di Parigi, dove alcune parti scomparvero. 
Ma ritorniamo alla storia di Teresa Martin nata ad Alencon, in Normandia, il 2 gennaio 1873. Prima di lei erano nati altri otto figli, due maschi e sei femmine, delle quali solo quattro erano rimaste in vita. La famiglia Martin era una famiglia borghese e benestante, profondamente ossequiente alle direttive religiose, etiche e sociali della Chiesa Cattolica. Luigi, il padre, possedeva un negozio di orologeria, la madre Zélie, dirigeva la manifattura e il commercio del famoso merletto di Alencon. Zélie morirà tre anni dopo la nascita di Teresa, e le sorelle più grandi Maria e Paolina ne prenderanno il posto. Teresa ha nove anni quando la sorella prediletta Paolina, la vice-madre, entra nel monastero carmelitano di Lisieux. Ne rimarrà sconvolta, cadrà malata e soffrirà di allucinazioni e deliri. Risale a questo periodo l’episodio ricordato come ‘la grazia del sorriso’: la statua della Madonna che si trova nella stanza di Teresa, sembra sorriderle. La bimba si sente subito meglio e a poco a poco guarisce. La sorella Maria subentra a Paolina per un breve periodo di tempo, fino a quando entra anche lei al Carmelo. Dopo il secondo e doloroso distacco ‘materno’ che segna la sua vita, Teresa decide che andrà anche lei al Carmelo, abbandonerà la vita di qua dove ha perso i riferimenti femminili più importanti dopo la madre, per la vita di là del monastero dove ‘sono’ le sue figure femminili più importanti. Ingaggerà dunque una battaglia all’ultimo sangue per riuscire ad entrare in monastero a quindici anni. Di fronte al veto opposto dal vescovo di Bayeux, decide di rivolgersi direttamente al Papa. Con l’appoggio delle sorelle Maria e Paolina, parte per Roma assieme al padre e alla sorella Celina. Intende fare una cosa proibita: rivolgere la parola al Papa durante l’udienza concessa ai pellegrini francesi. Papa è allora l’anziano Leone XIII. La risposta del Papa, tanto vecchio da apparire quasi rinsecchito sarà evasiva, nove anni dopo Teresa sarà già morta e lui sarà ancora vivo. Durante il suo viaggio in Italia, perfetto ‘prodotto’ della sua cultura, Teresa non dubiterà mai di nulla che le sarà mostrato, dalla lingua di S. Antonio a Padova, al corpo mummificato di S. Caterina da Siena. Anzi il suo cuore palpiterà fantasticando sul martirio dei cristiani al Colosseo. L’unico ‘pensiero’ autonomo che le sfugge è un’osservazione quasi femminista: non capisce come mai alle donne, in Italia, siano opposti così tanti divieti e così tante minacce di essere scomunicate. Ma si consola pensando che in cielo le ultime saranno le prime. Nel frattempo anche la sorella Leonia entra in monastero. Non nel Carmelo di Lisieux ma presso le Visitandine.
Dopo il viaggio a Roma, paiono non esserci più ostacoli. Infatti, il 9 aprile 1888 Teresa entra a quindici anni al Carmelo, un piccolo monastero dove una ventina di religiose seguono la regola di Santa Teresa d’Avila, sotto la guida di una superiora, Madre Maria di Gonzaga che da subito la prende di mira. Quella terza sorella Martin nel convento, non fu ben accolta. Troppe donne della famiglia Martin in un piccolo convento. Teresa agli occhi delle consorelle non si distinguerà né per particolari virtù, né per particolari doti umane, come le stesse testimonieranno nel processo di canonizzazione. La vita conventuale di Teresa scorrerà nella sua forma più ovvia e normale. E in clan Martin all’interno del convento si allargherà ancora con l’ingresso di un’altra sorella, Celina e della cugina Maria Guérin. Le donne Martin nel convento arrivano a formare un quinto dei membri della comunità. La famiglia Martin diventa la colonna economica su cui si regge in gran parte la vita della comunità, e inevitabilmente le tensioni tra le ‘sorelle’ Martin e la Madre Gonzaga che si vede accerchiata aumentano a dismisura. Madre Gonzaga, soprattutto, non sopporta Teresa. La ragazza non ha mai fatto alcun lavoro, neanche domestico, ed è lenta ad imparare. Inoltre mal sopporta la dura regola carmelitana che prevede veglie, digiuni, alimentazione scarsa. Il freddo nel convento poi è intenso, non c’è riscaldamento e l’abito monastico prevede i piedi nudi in sandali di corda. I lavori di pulizia degli ambienti sono gravosi, come il bucato. Tutti lavori che Teresa non aveva mai fatto. Presto, si manifestano in Teresa i sintomi della tubercolosi: tosse persistente, mal di gola, raucedine, inappetenza. La sorella Paolina, ora priora del convento, in un diario registra lo stato di salute precario della sorella, fin dai primi tempi. Tuttavia una diagnosi della malattia di Teresa non fu mai fatta, e la parola tubercolosi fu pronunciata solo quando ormai la ragazza era morente. Teresa non fu esonerata da nessuno degli impegni di preghiera, di penitenza e di lavoro previsti, neanche da quelli più gravosi. Gli alti e bassi della salute continuarono per due anni, senza che nessuno intervenisse. Nel convento lei aveva ben tre sorelle e una cugina. La sorella a lei più cara, Paolina, era addirittura priora del convento e lo rimase fino al marzo del 1896. E, Teresa, obbedisce all’obbligo che impone di informare sempre la priora delle proprie malattie. Giungono le emottisi, Teresa inizia a sputare e a vomitare sangue. Teresa continua la vita comunitaria. Giunge la febbre, che non sarà mai misurata, la mancanza di respiro, ma la sua comunità non se ne preoccupa. Lo stesso medico del monastero dichiara che Teresa ha una buona cera. Solo fra l’aprile e il maggio del 1897, dopo continue emottisi, il dottor Corniére ammette che Teresa è malata. Quando si decidono a farla scendere dalla sua cella all’infermeria la ragazza è ormai agli estremi. Le sarà sempre accanto Paolina, che negli ultimi mesi di vita della sorella, prenderà nota di quanto avveniva quotidianamente e soprattutto delle parole pronunciate da Teresa. A mano a mano che Teresa parlava, Paolina prendeva nota. Fra il sette luglio e il cinque agosto 1897 si contarono venti emottisi. Il polmone destro era ormai totalmente perduto, il sinistro già invaso nel suo terzo inferiore. La tubercolosi raggiunse gli intestini che andarono in cancrena. E intanto l’amata sorella Paolina, arrivava tutti i giorni, durante i periodi di ricreazione, riferendo a Teresa morente le aspettative del convento nei riguardi della sua morte, e ne registrava le parole. Enorme scandalo scoppia nel convento quando si sparge la voce che Teresa non riceve più la comunione, benché fosse la tosse e la sfinitezza ad impedirglielo, ciò non rispettava i canoni della bella ed eroica morte. La vogliono santa. Tanto che la povera Teresa un giorno esclama: Mi bersagliano di domande come Giovanna d’Arco davanti al suo tribunale. Perché Teresa è troppo normale, così normale che alla sua morte la priora troverà difficile compilare il suo necrologio.
Intorno a lei tutti però la vogliono santa, e si rifiutano di vedere la sua sofferenza estrema, il suo corpo sfinito, le ossa che le bucano le mani. In un delirio collettivo così la descriveranno: ‘I suoi occhi brillavano di pace e di gioia, e il suo volto di un sorriso celestiale. Era di una bellezza che rapiva’. E’ quanto dissero coloro che furono presenti la sera che Teresa Martin, una ragazza di ventitré anni entrata in convento a quindici, morì. Il 30 settembre 1897.


Invito tutti coloro che fossero interessati ad approfondire la figura di Teresa di Lisieux a leggere, e rileggere il libro di Ida Magli 'Teresa di Lisieux. malattia romantica e passione per la vita'. 

fonte: http://larapavanetto.blogspot.it/