martedì

Serge Voronoff


è stato un chirurgo e sessuologo russo naturalizzato francese che, riprendendo gli esperimenti di endocrinologia dell'austriaco Eugen Steinach, divenne famoso negli anni venti per il suo metodo di ringiovanimento maschile consistente nell'innesto di testicoli di scimmia.

Cenni biografici

A 13 anni, si iscrive in un istituto umanistico con un corpo docente d’avanguardia tra cui spicca un professore francese che tiene i corsi nella sua lingua. Si fa notare per la sua intelligenza, ma il clima politico e sociale si intorbidisce con l’assassinio dello Zar Alessandro II avvenuto il 1 marzo 1881 e da un crescente antisemitismo. Il suo avvenire in Russia si fa incerto perché ebreo e già condannato a 15 giorni di galera per il possesso e la lettura di materiale illegale. Nel 1885 si trasferisce a Parigi deciso a farsi notare, si iscrive alla facoltà di medicina ed assiste di persona alle lezioni del grande Charlot, dal 1890 al 1893 diventa assistente del chirurgo Pèan. Alla fine del 1895, con una autorizzazione speciale viene naturalizzato francese.
La svolta per lui avviene quando il Chedivè d’Egitto, chiede al suo maestro Pèan il nome di un suo allievo capace per modernizzare la chirurgia egiziana. La scelta cade su di lui e nel 1896 parte per l’Egitto dove vi rimarrà per 14 anni. Grazie a lui fu organizzato nel 1902 il primo congresso egiziano di medicina e nel 1909 fu fondata la rivista La presse medicale d’Egypte.

Nel 1910 abbandona la comunità del Cairo, divorzia dalla prima moglie Marguerite Lèonie Carline Barbe, ritorna a Marsiglia e trascorre un breve periodo di soggiorno a Nizza dove si esercita nella clinica Sainte -Marguerite con esperimenti su animali.
Nel 1912 si trasferisce a New York per alcuni mesi nella clinica di Alexis Carrel, premio Nobel del 1912 maestro di trapianti d’organi e di innesti cutanei. Questa esperienza sommata alle sue competenze gli permisero di tornare in Europa e aprire un laboratorio tutto suo a Cagnes- sur-mer per proseguire i suoi esperimenti sugli animali. Tra i moltissimi esperimenti, suo il primo trapianto di ovaie su una pecora effettuato con successo.
Tra le molte esperienze di innesti chirurgici ebbe modo di elaborare le sue teorie sulla ghiandola tiroide.
Nel 1913 affronta il caso del cretino Jean G. Voronoff si convince che il suo cervello è normale ma è destinato a restare un idiota perché le cellule del suo cervello non possono funzionare senza l’ormone secreto dalla ghiandola tiroide. Si consulta con i genitori e alla fine si decide di innestargli le ghiandole di “un deposito naturale di pezzi di ricambio”, uno scimpanzé. L’operazione effettuata da una equipe di 19 medici, presenti come testimoni ha per scopo l’innesto della tiroide di uno scimpanzé ed ha successo. Lo scetticismo universitario scompare quando il 30 Giugno 1914 sottopone il caso all’Accademia della Medicina, con le prove fotografiche del ragazzo prima e dopo la cura.
Morì all'età di ottantacinque anni, per una crisi cardiaca a Grimaldi dove si era ritirato con la terza moglie Gerty.

Canzoni

Curiosamente, Voronoff è citato nel testo della canzone Il siero di Strokomogoloff, scritto da Leo Chiosso su musica di Fred Buscaglione, portata al successo in Italia dallo stesso Buscaglione alla fine degli anni cinquanta.
Giocando sull'assonanza con Strokomogoloff, Chiosso usò come testimonial del siero diversi personaggi russi sufficientemente noti al pubblico italiano dell'epoca: oltre a Voronoff, Fëdor Mikhailovič Dostoevskij (autore del romanzo I fratelli Karamàzov) Nikolaj Rimskij-Korsakov, Michele Strogoff.
Il brano elenca scherzosamente le molteplici proprietà di una pozione portentosa in grado di risolvere non solo i problemi di salute e i difetti estetici, ma anche i guai d'amore e la mancanza d'ispirazione degli artisti. Nella canzone di Chiosso, Voronoff, pur insinuando che il siero del concorrente non sia un elisir di lunga vita, ne consiglia l'assunzione per favorire il processo digestivo.

Curiosità

In suo onore è stato inventato un cocktail chiamato Monkey Gland.

fonte: Wikipedia

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