domenica

la madre migrante


Dorothea Lange nacque ad Hoboken il 26 maggio del 1895. Il suo nome completo era Dorothea Margaretta Nutzhorm, ma decise di farsi chiamare Lange assumendo il cognome della madre. A soli 7 anni,nel 1902, fu colpita dalla poliomielite che le causò un permanente deficit alla gamba destra. Dorothea reagì con molta determinazione studiando fotografia a New York. Nel 1918 partì per una spedizione fotografica attraverso il mondo; quando finirono i soldi, Dorothea decise di fermarsi a San Francisco dove aprì uno studio di fotografia. Negli anni successivi divenne parte integrante della vita della città, anche in seguito al matrimonio con il pittore Maynard Dixon, dal quale ebbe due figli. In seguito alla Grande Depressione iniziò un’attenta ricognizione tra i disoccupati ed i senza tetto della California. Dorothea divenne famosa fotografando i contadini che abbandonavano le campagne a causa del Dust Bowl, le famose tempeste di sabbia che desertificarono oltre 400 000 chilometri quadrati degli Stati Uniti. 


Le sue foto attrassero l’attenzione della popolazione e degli economisti, uno di questi, Paul S. Taylor, le commissionò un’ampia documentazione fotografica. Tra il 1935 e il 1939, fece un gran numero di reportage, sempre sulla condizione d’immigrati, braccianti e operai. Il 1935 fu anche l'anno in cui Dorothea divorziò da Dixon, sposando Paul Taylor che divenne l'uomo-chiave della sua attività professionale: ai reportage fotografici della moglie, Taylor contribuì con interviste, raccolte di dati e analisi statistiche. Alcuni scatti di Dorothea Lange, grazie alla frequente pubblicazione dei suoi lavori nelle riviste dell'epoca, diventarono molto famosi. Su tutte, Migrant mother, la Mamma migrante, che fu probabilmente quella che tuttora è considerata un'icona della storia della fotografia: il soggetto è Florence Leona Christine Thompson immortalata nei pressi di un campo di piselli in California. Esiste un curioso fatto che riguarda questa fotografia: nello scatto originale (conservato alla Library of Congress di Washington), appare il dito di una mano in basso a destra, che però nella foto andata in diffusione di stampa è stato ritoccato. Sul sito della Library of Congress è possibile visionarle entrambe.


Chi era Florence Leona Christine Thompson e perché quella fotografia divenne un’icona fotografica della Grande Depressione?
Florence nacque il 1º settembre 1903 a Tahlequah nell'Oklahoma, da Jakson Christine e Mary Jane Cobbo. Poco dopo la sua nascita, i genitori si separarono e la madre si risposò con Charle Akman. Florence visse insieme alla sua famiglia in una piccola fattoria nei dintorni di Tahlequah in Oklahoma. All’età di 16 anni Florence sposò Cleo Owens; un anno dopo il matrimonio, la coppia ebbe la prima figlia, Violet, seguita dalla seconda figlia, Viola, e dal terzo figlio, Leroy. Dopo la nascita del terzo figlio, nel 1921 la famiglia si trasferì nella Contea di Stone in Missouri. Dieci anni dopo, nel 1931, la famiglia si trasferì in California, stabilendosi in una fattoria dove coltivava il terreno di una famiglia dell’alta borghesia. Sempre nel 1931 Florence rimase incinta del suo sesto figlio ed il marito Cleo morì a causa della tubercolosi. Dopo la perdita del marito, Florence, rimasta sola con sei figli, oltre a continuare il lavoro alla fattoria, iniziò a lavorare in un ristorante come cameriera e come donna delle pulizie presso famiglie dell’alta società. 


Nel 1933 la famiglia migrò verso Shafter, in California, dove Florence incontrò il suo successivo marito, Jim Hill, con il quale ebbe altri tre figli. Durante gli anni Trenta lavorarono come migranti in varie fattorie della California e dell’Arizona per mantenere la famiglia. Nel marzo del 1936, Florence insieme ai suoi figli, viaggiando per raggiungere l'Arizona, per motivi di manutenzione all'auto si dovette fermare in un campo di migranti e poveri, Nipomo Mesa. La fotografa Dorothea Lange, per puro caso, sostò nello stesso campo pochi giorni dopo l'arrivo di Florence. Girando nel campo Dorothea vide una tenda al cui interno si trovava Florence insieme ai suoi sette figli, così incuriosita si avvicinò a Florence chiedendole se poteva scattare delle fotografie. Inizialmente Florence fu contraria, ma Dorothea la convinse, affermando che le foto sarebbero servite per cercare di cambiare le menti chiuse di coloro che reputavano i migranti e i poveri delle nullità, mostrando come vivessero realmente e quanto dovessero lottare per mantenere le famiglie. 


Florence accettò a patto che Dorothea non le chiedesse il nome per poterlo poi usare nelle note delle foto, rimanendo così nell'anonimato. Dorothea pubblicò le fotografie, e quella denominata la "Madre Migrante", divenne nel corso degli anni una delle icone più famose e simboliche di tutta l'America. Dopo l'uscita delle fotografie Florence si trasferì a Modesto con la sua famiglia, dove trovò lavoro in un ristorante e in un ospedale come donna delle pulizie per mantenere i suoi figli. Dopo anni dall'uscita delle foto e con la rivelazione dell'identità della Madre Migrante, Florence confessò che negli scatti fatti nel campo con i figli stava posando, cercando di rappresentare la povertà. Florence collaborò con Dorothea, nonostante la diversità tra le loro vite; una di povertà assoluta, mentre l'altra ricca di fama. Dopo la fine della seconda guerra mondiale Florence, separatasi da Jim Hill e rimasta sola con i figli, migrò a Modesto, sempre in California, dove, lavorando in un ospedale come donna delle pulizie, incontrò George Thompson e dopo pochi mesi lo sposò. George e Florence vissero una vita tranquilla insieme fino a quando lei iniziò ad avere problemi cardiaci, tanto da dover essere ricoverata in ospedale per sottoporsi ad un’operazione. I figli, non avendo i soldi necessari per pagare l’operazione della madre, usarono il suo nome d’arte, la Madre Migrante, riuscendo a raccogliere ben oltre quindicimila dollari in donazione. L’intervento subito però riuscì solamente a dare il tempo necessario a Florence di tornare a casa, dove morì poco dopo a causa di un infarto cardiaco, il 16 settembre 1983.


Nel 1941 in una mostra fotografica il negativo della foto della "Madre Migrante" fu modificato, togliendo un pollice della fotografa Dorothea, e l'originale fu tenuto nascosto dato il suo gran valore economico e culturale. Alla fine degli anni sessanta furono ritrovati in un cassonetto della spazzatura i 31 negativi originali di Dorothea completi di firma e note, tra cui il negativo originale non modificato. Nel 1998, attraverso Celebrate the Century, la fotografia ritoccata della Madre Migrante divenne un francobollo del servizio postale statunitense. Due figlie di Florence erano ancora vive quando furono stampati i francobolli, in violazione dei regolamenti del servizio postale, che vietano di rappresentare sui francobolli persone viventi. 


Nello stesso mese i negativi con le varie note e firme scritte a mano della Lange furono venduti per 244.500 dollari a Sotheby's New York. Nel 2002 la foto della "Madre Migrante" fu venduta da Christie’s a New York per 141.500 dollari. Nell'ottobre del 2005 un anonimo comprò dei negativi riguardanti la Madre Migrante per 296.000 dollari, quasi sei volte il loro valore stimato alla prima offerta.

Fabio Casalini

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI

Bibliografia
Dizionario della fotografia Volume II Einaudi voce Dorothea Lange

The History Place - Dorothea Lange Photo Gallery: Migrant Farm Families, su historyplace.com

A True Picture Of Hard Times, su articles.dailypress.com

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio. Nel 2018 pubblica il suo secondo libro, in collaborazione con Rosella Reali, per la casa editrice Albatros dal titolo E' una storia da non raccontare. 

giovedì

Alfonsina Strada, il diavolo in gonnella


Alfonsa Rosa Maria Morini nacque a Castelfranco Emilia il 16 marzo del 1891. Alfonsa era la seconda dei dieci figli di Carlo Morini e Virginia Marchesini, coppia di braccianti che lavoravano nelle campagne emiliane. Carlo, trentunenne alla nascita di Alfonsa, lavorava a Castelfranco Emilia da circa tre anni mentre la madre, di dieci anni più giovane del marito, era originaria di Riolo. 
I genitori di Alfonsa erano analfabeti e nonostante l'indigenza, l'ambiente insalubre e le malattie che si propagavano per la pianura padana alla fine del XIX secolo, decisero di allevare anche i bimbi abbandonanti provenienti dagli orfanotrofi del vicinato. In cambio della loro attività, ricevettero un sussidio economico utile a mantenere tutti i bambini. Dopo la nascita del terzo figlio, 1895, Carlo e Virginia decisero di trasferirsi rinunciando ai bimbi affidati loro. La loro nuova vita iniziò a Castenaso, nei pressi di Bologna. In quel luogo videro la luce i successivi sette figli della famiglia Morini. 


Il 1901 fu l'anno della svolta per la piccola Alfonsa, nel frattempo soprannominata Alfonsina. Il padre entrò in possesso di una bicicletta al limite della rottamazione, ma ancora funzionante. Alfonsina imparò immediatamente a pedalare su quell'arnese non funzionante. 
La bicicletta divenne una passione e, come ci ricordava Fabrizio De André, la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie. In breve tempo divenne una protagonista delle scarse strade di Castenaso. All'età di quattordici anni trovò il modo di partecipare alle prime competizioni agonistiche, mentendo ai propri genitori ai quali diceva che si recava alla messa domenicale. 
Quando sua madre scoprì la partecipazione di Alfonsina alle competizioni disse alla figlia che per continuare a correre avrebbe dovuto sposarsi ed andare via, lontano dalla casa nella quale stava crescendo. 
All'età di quattordici anni, nel 1905, sposò un meccanico di Milano, Luigi Strada, con il quale si trasferì nella città meneghina. Suo marito divenne il primo sostenitore della giovane Alfonsina e, come si direbbe oggi, ricoprì il ruolo di manager. 


Nel 1907, l'allora sedicenne Alfonsina, andò a Torino poiché nel capoluogo piemontese le donne su due ruote non destavano scandalo. In Piemonte iniziò a gareggiare seriamente, battendo la famosa Giuseppina Carignano, aggiudicandosi così il titolo di miglio ciclista italiana. Nello stesso periodo conobbe Carlo Messori che la convinse ad andare a San Pietroburgo, in Russia. Durante il breve periodo russo ottenne un importante riconoscimento dallo Zar Nicola II. 
Nel 1911, a Moncalieri, stabilì il record mondiale di velocità femminile superando quello stabilito, otto anni prima, dalla ciclista francese Louise Roger. Quest'impresa spalancò le porte del ciclismo su pista alla giovane Alfonsina che negli anni seguenti ottenne numerosi successi in Francia, vedendo incrementare notevolmente la propria popolarità. 
Nel 1917 si presentò alla redazione della Gazzetta per chiedere l'iscrizione al Giro di Lombardia, che fu accettata. Il 4 novembre dello stesso anno prese il via insieme agli altri 43 ciclisti in gara, tra cui il campionissimo Costante Girardengo. La ragazza chiuse ad un'ora e mezza dal vincitore, il belga Thys, scortata da due ciclisti, Sigbaldi e Augé. Anche l'anno seguente, il 1918, si presentò alla partenza del Giro di Lombardia, che chiuderà ventunesima a circa 23 minuti dal vincitore. 


L'obiettivo dichiarato di Alfonsina divenne quello di partecipare al Giro d'Italia. 
Riuscì anche in questo. 
Nel 1924, tra mille polemiche, l'amministratore della Gazzetta dello Sport consentì ad Alfonsina di partecipare al Giro d'Italia. I ciclisti, pensando che fosse una pagliacciata, opposero una strenua resistenza, ma alla fine la ragazza, sotto il nome di Alfonsin Strada di Milano, apparve nelle liste di partenza. La Gazzetta dello Sport tenne nascosto sino al giorno della prima tappa la vera identità di Alfonsina. 
Purtroppo giunse fuori tempo massimo durante la tappa L'Aquila-Perugia. Dopo un acceso dibattito, gli organizzatori optarono per la partecipazione alle tappe rimanenti della ragazza, ma i suoi tempi non sarebbero stati conteggiati ai fini della classifica. 
Dei 90 ciclisti partiti da Milano, solamente in 30 completarono la corsa a tappe e tra essi Alfonsina Morini Strada. 


Il maschilismo, radicalmente diffuso, impedì alla ragazza di prendere parte alla competizione negli anni successivi. 
Incurante di questi comportamenti, Alfonsina continuò a gareggiare ottenendo grandissime soddisfazioni e vincendo ben 36 corse. 
Il 13 settembre del 1959, in una banale domenica di fine estate, Alfonsina Morini Strada morì all'età di 68 anni a bordo di una macchina che sfrecciava per le strade di Milano. 


Un doveroso ricordo per la donna che osò sfidare Girardengo e gli altri campioni del periodo a cavallo della prima guerra mondiale.

Fabio Casalini

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI

Bibliografia
Paolo Facchinetti, Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada, Portogruaro, Ediciclo Editrice, 2004

Beppe Conti, Le donne dei campioni. Le grandi storie d'amore degli assi del ciclismo, gli scandali, i drammi, Milano, Gruppo Editoriale Armenia, 2008

Tommaso Percivale, Più veloce del vento, Trieste, Einaudi Ragazzi, 2016

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio. Nel 2018 pubblica il suo secondo libro, in collaborazione con Rosella Reali, per la casa editrice Albatros dal titolo E' una storia da non raccontare. 

lunedì

Chi c’è dietro Greta Thunberg? (Sesta Parte) – Un decennio di manipolazione sociale per la privatizzazione corporativa della natura

LA CHAPERON
chap · er · on: 1. una persona che accompagna e si prende cura di un’altra persona o gruppo di persone. Sinonimi: compagno, duenna, protettrice, accompagnatore, governante, balia, custode, protettore, guardia del corpo, guardia.
Per il segmento finale di questa serie, torniamo indietro al punto da cui abbiamo partiti. Greta Thunberg.
Durante il World Economic Forum (WEF) del gennaio 2019 a Davos, la fama della Thunberg fu utilizzata per dare a coloro che erano nella sfera pubblica l’illusione di un nuovo “capitalismo compassionevole”. Ciò era particolarmente vero per il programma WEF Ocean Day in cui la Thunberg era presente al pannello “Cosa significherà per noi per i nostri posti di lavoro e i nostri mercati un oceano che cambia?” Mentre quelli del gruppo (includevano Angel Gurría, Segretario generale, Organizzazione per l’economia Cooperazione e Sviluppo) hanno parlato dell’oceano come un mercato a rischio (“se non salviamo gli oceani che rappresenterebbero una perdita di 24 trilioni di dollari”), l’innocenza della Thunberg ha creato una patina di legittimità sulla grottesca oggettivazione della natura. Nel frattempo, Al Gore, si è presentato al panello “Taking Action for The Ocean” (“l’economia oceanica” è stimata essere il 3% -5% del PIL globale, con attività per $ 24 trilioni.) Come può il mondo attingere all’economia oceanica mentre la proteggono dal collasso ambientale? “) discutendo degli attacchi globali del clima (come un segno cardine del cambiamento – circa 30m: 10 ) e la necessità di assegnare valore monetario alla natura. Certo, il momento chiave cruciale per lo sfruttamento della Thunberg (e lo scopo stesso del suo costrutto) è arrivato nel momento in cui ha pronunciato le sue parole molto pubblicizzate “La nostra casa è in fiamme. Sono qui per dire che la nostra casa è in fiamme. “Queste parole riecheggiavano il testo delineato nel documento di strategia intitolato” Portare il pubblico in modalità di emergenza “quasi alla lettera. La strategia creata dal Climate Mobilization Project, delinea una “mobilitazione in stile di guerra, simile allo sforzo del fronte interno americano durante la seconda guerra mondiale”. [Quarta Parte]
Il progetto di mobilitazione per il clima: “Al Gore vuole una mobilitazione del clima su scala mondiale” [0m: 53s]
Sopra: il pannello del World Economic Forum: “Cosa significherà per noi, i nostri posti di lavoro e mercati?” Da sinistra a destra: Haley Edwards, moderatrice, corrispondente, TIME Magazine, Sharan Burrow, Segretario generale, Confederazione internazionale dei sindacati, Katherine Garrett-Cox, Gulf International Bank e Greta Thunberg
Sopra: 25 gennaio 2019, twitter
La foto sopra della Thunberg sulla strada di casa da Davos, è stata condivisa sui social media il 25 gennaio 2019. La donna che accompagna la Thunberg nella foto, così come la persona che ha condiviso la fotografia, non è la madre di Thunberg né sua nonna. Piuttosto, è Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International. Ed è qui che tutti i pezzi del nostro elaborato puzzle finalmente si incastrano al posto giusto.
Sopra: 22 gennaio 2019, twitter, ha taggato gli utenti: Al Gore, World Economic Forum, Sharan Burrow, Greenpeace International
Durante la riunione, mentre la presenza della Thunberg veniva sfruttata in molti modi, uno dei quali e` stato il tentativo di aggiungere legittimità e diplomazia alla conferenza degli Oceani, Morgan era presente a discussioni molto più intime – quelle incentrate sul “New Deal for Nature”.
Sopra: World Economic Forum Canale YouTube: “Davos 2019 – A New Deal for Nature”, pubblicato il 9 febbraio 2019
Sopra: 24 gennaio 2019, twitter, New Deal for Nature, Global Shapers, World Economic Forum, Davos
Sopra: “22-25 gennaio 2019. Stiamo radunando i leader mondiali per agire per il pianeta, la nostra unica casa. Aggiungi la tua voce alla richiesta di un futuro sostenibile per tutti. – WWF AL WORLD ECONOMIC FORUM – AGGIUNGI LA TUA VOCE “[Source]
Chi non ha familiarità con il funzionamento interno e le funzioni del complesso industriale senza scopo di lucro potrebbe chiedersi perché il direttore esecutivo di Greenpeace International sia invitato a partecipare a una discussione sull’attuazione dei “pagamenti per i servizi ecosistemici” (PES), su scala mondiale. In parole povere si vuole assegnare un determinato valore a tutta la natura, con il pretesto della protezione ambientale. Cioè, la finanziarizzazione e la privatizzazione di tutta la natura – su tutta la Terra.
E qui dobbiamo prestare attenzione.
Morgan è l’ex direttore del cambiamento climatico globale di Third Generation Environmentalism (E3G). Prima di E3G ha guidato il Global Climate Change Program per il Worldwide Fund for Nature (WWF). Morgan ha lavorato per la US Climate Action Network (USCAN), l’European Business Council per un futuro energetico sostenibile e per il Ministero federale dell’ambiente. È stata consigliere senior del consigliere capo del Cancelliere tedesco, ha prestato consulenza all’ex primo ministro Tony Blair e attualmente fa parte del Consiglio tedesco per lo sviluppo sostenibile.
Sopra: 1998: “Jennifer Morgan, responsabile della politica climatica, WWF, con Andrew Kerr, WWF, che ha presentato il rapporto del WWF sui cambiamenti climatici e la salute umana” UNFCCC COP-4, IL QUARTO INCONTRO DELLA CONFERENZA DELLE PARTI ALL’ONU CONVEGNO  SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO, BUENOS AIRES, ARGENTINA, 2-13 novembre 1998 [Fonte]
Ma più importante di tutti i precedenti titoli di lavoro è il ruolo della Morgan nei rapporti con i vertici del potere: la sua precedente posizione come direttore globale del programma per il clima e l’energia presso il World Resources Institute. [Bio] [Fonte]
Il World Economic Forum 2019 (che riporta le pubblicazioni e i post sul blog della Morgan sul suo sito Web) non è stato il primo esempio del coinvolgimento della Morgan nel “New Deal for Nature”. Durante le osservazioni conclusive del Global Landscapes Forum del 9 dicembre 2018, alla COP24, Morgan ha sottolineato che oltre a spostare l’attenzione globale dai settori del petrolio e dei trasporti alla terra e alle foreste, era necessaria una cooperazione aggiuntiva per raggiungere il consenso sul New Deal per la natura:
“Abbiamo anche bisogno di una cooperazione molto piu` effettiva per un nuovo accordo per la natura da concordare nelle future policy della CBD nel 2020 che stabilisca le linee guida decisive sulla biodiversità per l’azione per il clima.” – Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International – Osservazioni conclusive, Global Landscapes Forum, COP24, 9 dicembre 2018
La verità è che la carriera della Morgan come favorita dell’élite è stata da tempo consolidata. La sua perseveranza e la sana navigazione all’interno della direzione interdipendente del complesso industriale senza scopo di lucro l’hanno portata dove ora si trova.
Sopra: 14 maggio 2013, Jennifer Morgan, Rainer Baake, Lutz Weischer, Carol Browner, World Resources Institute, Flickr
Sopra: 25 gennaio 2019, World Economic Forum, Davos, Greta Thunberg
Sopra: L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore (Climate Reality Project e Generation Investment) e il direttore esecutivo di Greenpeace International Jennifer Morgan al ClimateHub al COP24 di Katowice, in Polonia. [Fonte]
Sopra: Al Gore, New Deal for Nature attraverso gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, WEF, Davos, 2019
Sopra: 28 novembre 2018, Greenpeace Australia Pacific, Facebook [Source]

Sopra: 23 gennaio 2019, Green New Deal
Sopra: 3 novembre 2015, Jennifer Morgan (@ClimateMorgan), World Resources Institute, The Climate Group, The Climate Reality Project
Qui è fondamentale riconoscere che World Resources Institute è un partner fondatore della Global Campaign for Climate Action (GCCA) e che la New Climate Economy – un progetto di Global Commission on the Economy and Climate lanciato nel 2013 – è stato fondato dal World Resources Institute.
Quando la New Climate Economy afferma “il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima è solo una – potenzialmente piccola – parte di una transizione economica molto più ampia che è in corso” in realta` vuole dire che: la trasformazione della finanza globale avverra` tramite la valutazione economica e il pagamento per i servizi ambientali.
“Il fallimento nel dare un valore economico al nostro capitale naturale, da cui dipende la nostra ricchezza e il nostro benessere, è un grave fallimento nel mercato globale dei capitali. Stimato a molte migliaia di miliardi di dollari in attività finanziarie, il mercato globale dei capitali modella il mondo in cui viviamo e che i nostri figli erediteranno. “- Kitty van der Heijden, Direttore, World Resources Institute (WRI) Europa e Africa, Finance for One Planet , 2016
World Resources Institute, World Wildlife Fund e Stockholm Environment Institute
“Sfortunatamente, molte organizzazioni ambientaliste non governative hanno acquisito questo ragionamento illogico e giustificano il loro sostegno come pragmatico. Il linguaggio neoliberista è diffuso nei loro rapporti e raccomandazioni politiche e nella loro adozione del capitale naturale, dei servizi ecosistemici, della compensazione e del commercio di mercato. Questi nuovi pragmatici ambientalisti credono, senza giustificazione, che la finanziarizzazione della Natura aiuterà a prevenire la sua distruzione. “- dal documento This Changes Nothing: The Paris Agreement to Ignore Reality scritto da Clive L. Spash, WU Università di Economia e Commercio di Vienna, Vienna, Austria
Sopra: 14 novembre 2017, “Stronger Together for Climate Action”: L-R: Paul Polman, CEO, Unilever; Pascal Canfin, CEO, WWF France; Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International; Ramiro Fernández, Avina; Manuel Pulgar-Vidal, leader globale, pratica del clima e dell’energia del WWF; e Edmund Gerald Brown, Jr., Governatore della California, Foto: IISD / ENB | Herman Njoroge Chege [Source]





Old generation decision makers are leaving a terrible legacy to the upcoming generation.

And they don’t like it!

The marches in Brussels are just the beginning.

We need stronger action on and a




“Abbiamo bisogno del CBD [Cambiamenti climatici e biodiversità] per raggiungere la più alta rilevanza politica e sviluppare una visione condivisa molto più alta se vogliamo raggiungere un New Deal For Nature e creare un momento in stile parigino per la biodiversità nel 2020.” – 15 novembre , 2018, comunicato stampa, rally del WWF dietro l’appello per un nuovo accordo per la natura e le persone
Come discusso nella quinta parte di questa serie, il consiglio di amministrazione che sovrintende il World Resources Institute rappresenta i livelli molto più alti della classe dominante.
È stato inoltre reso noto che Helen Mountford è il direttore del programma per il progetto New Climate Economy e direttore di economia presso il World Resources Institute. Prima di questa nomina, Mountford ha ricoperto il ruolo di vicedirettore dell’Ambiente per l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Oltre alle sue partnership di ricerca formali, la New Climate Economy è allineata con la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’Agenzia internazionale per l’energia, le banche di sviluppo regionale, le agenzie delle Nazioni Unite e l’OCSE.
World Resources Institute è un co-fondatore chiave nell’apparato di ingegneria sociale, GCCA (TckTckTck), che è stato lanciato ufficialmente nel 2008. Molto prima che le forze d’élite dichiarassero l’emergenza climatica di cui oggi assistiamo allo sviluppo, gli scienziati e il mondo accademico avevano già riconosciuto che la nostra oggettivizzazione collettiva e distruzione della natura avrebbe portato al collasso della civiltà industriale (sfruttando e schiavizzando la maggior parte – a beneficio di pochi).
I mercati hanno finalmente conquistato il mondo occidentale. La nostra società è ora al massimo del debito e la crescita economica non solo ristagna, è in una spirale discendente. Oggi ci troviamo in una cultura così scollegata dalla realtà che considera la crescita economica molto più preziosa degli ecosistemi planetari che sostengono tutta la vita.
Come questa serie ha dimostrato e dimostrerà ulteriormente in questo segmento di chiusura, la coalizione GCCA è stata progettata, finanziata e orchestrata dalle stesse entità ora impostate per sbloccare 100 trilioni di dollari e contemporaneamente attuare la privatizzazione / finanziarizzazione della natura tramite il New Deal for Nature (pagamenti per i servizi ecosistemici) da concordare entro il 2020. Come dimostrato nella quarta parte – l’urgenza di cui oggi siamo testimoni è dovuta a una paura molto più grande del collasso della biosfera planetaria, cioè il collasso del sistema economico capitalista .
Il World Resources Institute, il World Wildlife Fund e la New Climate Economy sono alla guida della finanziarizzazione della natura. Al timone è anche la Natural Capital Coalition (che collabora con il World Resources Institute e il World Wildlife Fund), che rappresenta oltre 300 tra le più potenti ed egregie corporazioni al mondo”.
Il partner di ricerca New Climate Economy, il Stockholm Environment Institute ha una porta girevole ben oliata tra sé e il World Wildlife Fund. L’istituto ha stanziato generosi fondi per 260 milioni di corone svedesi nel 2017 (circa 28 milioni di dollari), compresi quasi dieci milioni di corone svedesi dalla Bill & Melinda Gates Foundation. Come nota a margine, possiamo aggiungere che il Stockholm Environment Institute ha tenuto una presentazione in una funzione climatica il 4 maggio 2018 (“Benvenuti al potere del capitale“) con Ingmar Rentzhog, CEO di We Do not Have Time e Malena Ernman (WWF Environmental Hero Award, 2017, e la madre della Thunberg.]
Il 21 novembre 2017 è stata annunciata la nomina di Pavan Sukhdev a Presidente del WWF International: “Pavan Sukhdev, ex direttore dell’Iniziativa ambientale delle Nazioni Unite per una Green Economy, è stato nominato Presidente del WWF International.” Sukhdev, ex amministratore delegato della divisione Markets di Deutsche Bank,ha pubblicato i risultati dello studio TEEB nel 2010, acronimo di “The Economics of Ecosystems and Biodiversity”, un’iniziativa del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP). La Natural Capital Coalition era precedentemente la TEEB for Business Coalition.
“Stoccolma ospita due istituzioni, il Centro di resilienza di Stoccolma e l’Istituto per l’ambiente di Stoccolma, che hanno svolto una grande ricerca per comprendere e applicare meglio i concetti di Capitale naturale al modo in cui gestiamo gli ecosistemi e l’economia. Johan Rockström, direttore esecutivo del Centro di resilienza di Stoccolma, e un gruppo di 28 accademici hanno proposto una nuova struttura del sistema Terra nel 2011 per le agenzie governative e di gestione da utilizzare come strumento per sostenere lo sviluppo sostenibile. “- Stoccolma: Capitale naturale del mondo, 23 settembre 2014
Il 13 febbraio 2019 The Guardian ha pubblicato l’articolo School Climate Strike Children’s Brave Stand Has Our Support – “Siamo ispirati dal fatto che i nostri figli, spronati dalle nobili azioni di Greta Thunberg e di altri studenti straordinari, stiano facendo sentire la loro voce, dicono 224 accademici”. I sostenitori della lettera includevano Annemarieke de Bruin, ricercatrice, Stockholm Environment Institute, Dr Alison Dyke, Stockholm Environment Institute, Dr Jean McKendree, Stockholm Environment Institute e Corrado Topi, economista ecologico, Stockholm Environment Institute.
UNA DECADE DI STRATEGICA E METODICA INGEGNERIA SOCIALE
“Le proteste dei cittadini e le azioni legali contro aziende, governi e individui diventeranno senza dubbio un’opportunità di leva crescente a sostegno di questo approccio di emergenza e sono già iniziati.” – Club Of Rome Il piano di emergenza per il clima, lanciato con We Do not Have Time e Global Utmaning, dicembre 2018
Sopra: TckTckTck Flickr: “La conferenza stampa del lancio di ‘Beds is Burning’ a Parigi ha visto la partecipazione di Kofi Annan, David Jones, Mélanie Laurent, Manu Katché e molti altri sostenitori della campagna.”
“L’obiettivo era di farlo diventare un movimento che i consumatori, gli inserzionisti ei media avrebbero usato e sfruttato.” – TckTckTck Havas Pager
GCCA (TckTckTck) è stata fondata da un piccolo gruppo di ONG, tra cui World Resources Institute (WRI), 350.org, Greenpeace, Avaaz e World Wildlife Fund. È partner di oltre 470 membri, tra cui ClimateWorks (fondata nel 2004 dalle fondazioni Hewlett, Packard e McKnight), di cui si discute più avanti in questo segmento. Climate Week NYC 2014 (22-26 settembre), un’iniziativa annuale del Gruppo Climate, è stata commercializzata in concomitanza con l’evento People’s Climate March che si è svolto il 21 settembre 2014. Climate Week NYC è stata fondata nel 2009 come partnership tra The Climate Group, le Nazioni Unite, la Fondazione delle Nazioni Unite, GCCA / TckTckTck, il Carbon Disclosure Project, il governo della Danimarca e la città di New York.
La marcia è stata organizzata da GCCA / TckTckTck, Rockefeller Brothers Fund, Climate Nexus (un progetto sponsorizzato da Rockefeller Philanthropy Advisors), 350.org (incubato dalla Fondazione Rockefeller), Rasmussen Foundation e USCAN.
Le campagne di business del Gruppo Climatico “ti vengono presentate come parte della coalizione We Mean Business.” [Fonte]
Video: We Mean Business Momentum – Catalyst per il 2014 “People’s Climate March” [Durata: 1m: 39s]:
“Il piano strategico 2018-2022 definisce l’approccio e le priorità del WRI per i prossimi cinque anni. L’approccio del WRI è quello di aiutare a catalizzare e far progredire i cambiamenti non incrementali nella politica e nel comportamento, in insoliti partenariati politici, sociali e societari, da comprendere nel contesto dei “movimenti” piuttosto che dei cambiamenti politici. “- Ministero degli Affari Esteri, Concept Note, Supporto all’Istituto delle risorse mondiali, attuazione del piano strategico 2018-2022
Attraverso la coalizione GCCA / TckTck un decennio di ingegneria sociale passò inosservato. La Marcia per il clima popolare del 21 settembre 2014 e le marce globali che seguiranno, come le mobilitazioni di Rise Up, “Work Parties”, raduni di Power Shift, ecc. Ecc. Hanno avuto molteplici scopi con molteplici effetti desiderati che hanno avuto un successo incredibile per quelli al timone. “Cambiare tutto ciò di cui abbiamo bisogno” è stato un segnale. Uno spunto di ingegneria comportamentale che avrebbe unito un cameratismo tra la cittadinanza e il potere aziendale per diventare “più forte come uno”. Tutta l’attenzione sarebbe mantenuta lontana dai fattori chiave del cambiamento climatico (militarismo, sistema economico capitalista dipendente dalla crescita infinita e dallo sfruttamento, dall’agricoltura industriale, ecc.)
Lo sforzo decennale di ingegneria sociale ha anche portato a una transizione dall’ambientalismo all’antropocentrismo in piena regola. Nell’arco di un decennio, “l’ambientalismo” si è spostato dal proteggere la natura, a richiedere un lancio di tecnologie verdi, su scala industriale, che avrebbe ulteriormente saccheggiato la natura. Il mondo naturale divenne irrilevante poiché il desiderio di tecnologia verde sostituì la protezione dell’ambiente. Le turbine eoliche e i pannelli solari hanno sostituito le immagini di alberi e insetti come i nuovi simboli del nostro mondo naturale. Salvare la civiltà industriale che sta uccidendo tutta la vita è diventato fondamentale per salvare gli ecosistemi da cui dipende tutta la vita. Queste ideologie hanno lentamente preso piede finché i “movimenti” non divennero nient’altro che gruppi di pressione per l’energia verde. Volontari in marcia per il capitale, su scala globale. Suggerire che Edward Bernays sarebbe colpito sarebbe un eufemismo. Questa è la bellezza dell’ingegneria sociale e dei cambiamenti comportamentali.
Tuttavia, per comprendere appieno come siamo arrivati ​​allo sbalorditivo precipizio di oggi, dobbiamo prima rivisitare il passato.
Nel 2009, nell’arco di cinque mesi GCCA / TckTckTck e partner affiliati hanno registrato 15,5 milioni di nomi in tutto il mondo riguardo la loro petizione online per un “accordo sui cambiamenti climatici equo, ambizioso e vincolante.” Molte società di marketing al di fuori di Havas hanno aiutato a raggiungere questo obiettivo compresa l’agenzia di affari pubblici Hoggan & Associates di cui è presidente e fondatore il co-fondatore di DeSmogBlog, Jim Hoggan. L’elenco dei clienti di Hoggan include la creazione aziendale TckTckTck, la Canadian Pacific Railway, Shell e ALCOA.  [Fonte]
“IL PROBLEMA AMBIENTALE PIÙ COMUNE CHE DOBBIAMO AFFRONTARE OGGI NON È CAMBIAMENTO CLIMATICO. È l’inquinamento nelle piazze pubbliche, dove uno smog di retorica contraddittoria, propaganda e polarizzazione soffoca la discussione e il dibattito, creando resistenza al cambiamento e ostacolando la nostra capacità di risolvere i nostri problemi collettivi. “- Jim Hoggan, co-fondatore di DeSmogBlog [fonte: Hoggan & Associates]
[Ulteriori letture: Eyes Wide Shut | TckTckTck exposé, 6 gennaio 2010]


Il giorno prima che i negoziati internazionali sul clima prendessero il via a Cancun, la campagna globale TckTckTck ei suoi partner hanno presentato la segretaria esecutiva dell’UNFCCC Christiana Figueres Foto: Ivan Castaneira / tcktcktck
Nel 2014, Kelly Rigg, direttore esecutivo di TckTckTck dal 2009-2014, è stata accreditata come l’organizzatore principale della Marcia per il clima del Popolo 2014:
“Grandi gruppi, come 350.org, Avaaz o il Sierra Club, e le numerose organizzazioni di base (1.300 secondo alcune stime) non solo iniziano magicamente a lavorare insieme per noleggiare autobus, ottenere permessi di polizia. Deve esserci una visione in cui comprano tutti, un ombrello abbastanza grande sotto il quale tutti possono resistere. Costruire quell’ombrello, in particolare per le organizzazioni internazionali, era il lavoro di Rigg, lavoro che include importanti lezioni di leadership rilevanti per chiunque cerchi di mobilitare grandi gruppi con interessi e programmi diversi. Il suo lavoro può essere visto come una road map per come allevare i gatti. “Forbes, 25 settembre 2014Leadership Lessons from The People’s Climate March
Prima del suo ruolo in GCCA / TckTckTck Rigg è stato vice direttore delle campagne per Greenpeace International dal 1998 al 2003 e come coordinatore del progetto dal 1982 al 1993. [Fonte] Inoltre, Rigg è direttore fondatore della società di consulenza internazionale Varda Group co-fondata nel 2003 con Rémi Parmentier. GCCA / TckTckTck è identificato come cliente Varda, così come Greenpeace, partner per la cessione Ceres, Amnesty International e Friends of the Earth, WWF, Nature Conservancy, WCBSD, UNEP, ecc. [Elenco clienti]
Avendo iniziato la sua carriera in Friends of the Earth France, Parmentier ha anche una lunga storia con Greenpeace che dura da 27 anni, oltre a estesi rapporti con gli organismi multilaterali:
“Rémi Parmentier è stato coinvolto nel processo di Rio +20 sin dall’inizio. Ha partecipato alle riunioni di intersessioni e al comitato preparatorio di New York con “consultazioni informali” a nome di varie organizzazioni e alleanze internazionali. In precedenza, in qualità di direttore politico di Greenpeace International, nel vertice di Johannesburg nel 2002, Parmentier era negoziatore e protagonista dell’accordo sul World Protocol del Protocollo di Kyoto tra il World Business Council for Sustainable Development e Greenpeace International. “[Fonte]
Parmentier è stato anche vice segretario esecutivo per la Global Ocean Commission (2013-2016), che è stata lanciata a febbraio 2013. Inés de Águeda, che funge da responsabile delle comunicazioni per la Global Ocean Commission, è anche un associato del Gruppo Varda.
I commissari della Global Ocean Commission includono / hanno incluso José María Figueres (copresidente), presidente della Costa Rica dal 1994 al 1998, fratello di Christina Figueres, ex presidente della Carbon War Room, David Miliband, John Podesta (presidente del Centro per il progresso americano e ex capo di gabinetto della Casa Bianca), Sri Mulyani Indrawati (direttore generale presso la Banca mondiale), Pascal Lamy, direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio e altri individui di alto profilo.
Qui possiamo aggiungere che José María Figueres è stato direttore del World Wildlife Fund, il World Resources Institute e l’Stockholm Environment Institute. È stato anche il primo CEO del World Economic Forum e successivamente è stato CEO di Concordia 21. [Source]
[Approfondimenti: Under One Bad Sky | Marzo 2014 di TckTckTck Climate: This Changed Nothing, 23 settembre 2015]
E anche le seguenti informazioni non sarebbero state una sorpresa, se solo la popolazione potesse vedere attraverso la nebbia del finto ambientalismo.
Alnoor Ladha è socio fondatore e responsabile della strategia di Purpose. Con la sua esperienza nel cambiamento del comportamento, Purpose è più famoso per la sua campagna White Helmets – una ONG ibrida del XXI secolo al servizio degli stati della NATO. Ladha è un membro fondatore e il direttore esecutivo del progetto Purpose, The Rules. Ladha fa parte del consiglio di amministrazione di Greenpeace USA, dove la sua direttrice esecutiva, Annie Leonard, ha co-fondato Earth Economics. Ancora un’altra istituzione creata per aiutare, favorire e, soprattutto, trarre profitto dalla finanziarizzazione del sistema naturale, ora ben avviato come dimostrato in questa serie. Leonard’s Earth Economics [4] è membro di CERES, che a sua volta è partner del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD). Purpose (braccio PR di Avaaz) gestisce The B Team (co-fondatore di We Mean Business).
Il legame tra la maggior parte, se non tutte, le ONG, le istituzioni e gli individui di alto livello è il desiderio condiviso per i mercati del carbonio e / o l’implementazione dei pagamenti per i servizi ecosistemici (PES).
“A partire dagli anni ’70, diverse ondate di privatizzazioni hanno spazzato il mondo. Nel 2017, il barometro delle privatizzazioni ha concluso che “la massiccia onda di privatizzazione globale iniziata nel 2012 continua senza sosta”. Secondo l’esperto dei diritti, questa ondata è stata guidata non solo dai governi e dal settore privato, ma anche dalle organizzazioni internazionali, in particolare dal Fondo monetario internazionale (FMI), dalla Banca mondiale e dalle Nazioni Unite. “- Human rights at risk from tsunami of privatization, Third World Network, November 16, 2018
Sopra: Kelly Rigg, direttore fondatore, Varda Group, Stati Uniti: Economia dello sviluppo sostenibile, 16-19 giugno 2012 | Rio de Janeiro, Brasile, Foto: sito web dell’Istituto internazionale per lo sviluppo sostenibile (IISD)
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“Il secondo problema è la questione della riduzione delle emissioni. Ci devono essere riduzioni radicali delle emissioni a partire da ora. Dal nostro punto di vista, entro il 2017 dovremmo tagliare, i paesi sviluppati devono tagliare del 52%, il 65% entro il 2020, l’80% entro il 2030, ben oltre il 100 [%] entro il 2050. E questo è molto importante perché più si rinvia l’azione più condanni milioni di persone a sofferenze incommensurabili. “- Lumumba Di-Aping, capo negoziatore del G77, 11 dicembre 2009, COP15
Nel 2008, in qualità di direttore globale dei cambiamenti climatici per E3G, Jennifer Morgan (direttore esecutivo di Greenpeace International) ha svolto un ruolo centrale e ha catalizzato la formazione e il lancio del GCCA – la coalizione di cui sopra è stata concettualizzata per la prima volta nel 2006. [1] Per l’esperienza nel processo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), Morgan è stata la scelta ideale.
“Con un budget complessivo di 6,8 milioni di dollari, di cui oltre il 95% proveniente dai fondi della Fondazione, la GCCA è stata indubbiamente la campagna climatica globale più finanziata del 2009.” Contributi per la campagna GCCA / TckTckTck 2009 (creata da Havas Worldwide / Euro RSGG in collaborazione con il Global Humanitarian Forum di Kofi Annan ha raccolto ben undici milioni di dollari. [2]
Nel 2013, l’IPPI (International Policies and Politics Initiative) è stata istituita nel 2013 da cinque fondazioni: la European Climate Foundation (ECF), la ClimateWorks Foundation, la Oak Foundation, la Children’s Investment Fund Foundation (CIFF) e la Mercator Foundation. L’iniziativa agirà “come una piattaforma in cui fondazioni e beneficiari si incontrano per definire strategie su come le leve politiche e politiche internazionali possano catalizzare politiche più ambiziose a livello nazionale”. La Fondazione ClimateWorks è stata gestita in gran parte dalla McKinsey & Company, un advisor di Richard Sala della Carbon War di Branson. [3]
LA GCCA sarebbe di grande beneficio per l’IPPI:
“La GCCA e la campagna TckTckTck offrono un potente esempio di come i fondi delle fondazioni – e in modo significativo quelli della Oak Foundation – sono stati mobilitati per scopi di capacity building nella corsa verso Copenaghen.” [Fonte, p. 73]
Morgan, che al momento serviva con il World Resources Institute, era la persona ideale per coordinare la piattaforma IPPI in vista e durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21) svoltasi a Parigi nel 2015. Morgan è stata scelta per guidare l’IPPI grazie alla sua vasta esperienza nel regno del clima internazionale, insieme alla sua affiliazione al World Resources Institute (WRI). In sostanza, questo era un segnale al potere aziendale che i suoi interessi sarebbero stati protetti. [“Il WRI, dati i collegamenti del direttore con i governi e le istituzioni internazionali come la Banca Mondiale, è stato visto come un partner legittimo agli occhi dei finanziatori.”] [Fonte: The Price of Climate Action – Fondamenti filantropici nel dibattito internazionale sul clima , 2016, p. 101]
E mentre IPPI e GCCA controllavano il “movimento”, le stesse forze controllavano anche il messaggio tramite il Carbon Briefing Service (CBS). Il servizio di notizie è stato lanciato da Jennifer Morgan (WRI) e Liz Gallagher (E3G) alla fine del 2014 con finanziamenti aggiuntivi da parte di ClimateWorks Foundation, Hewlett Foundation, Oak Foundation, Villum Foundation e Avaaz. [Fonte]
La descrizione sul sito E3G descrive la CBS come “una piattaforma congiunta E3G-WRI che fornisce analisi e informazioni politiche a una vasta gamma di attori in vista dei negoziati sul cambiamento climatico di Parigi 2015”. Considera che le comunicazioni distribuite tramite la rete “ownerless” della CBC sono iniziate con il seguente avviso: “Questo briefing è confidenziale e non per diffusione pubblica. L’hai ricevuto a causa dei tuoi rapporti con membri e reti della CBS. “Invito solo ai partecipanti alla CBS: Iain Keith (Avaaz), Jamie Henn (350), Camilla Born (E3G), Liz Gallagher (E3G), Mohamed Adow (ChristianAid) , Monica Araya, Martin Kaiser (Greenpeace Germania), Farhana Yamin (TrackO), Wael Hmaidan (CAN International), Bill Hare (Analisi del clima), Pascal Canfin (WRI), Michael Jacobs (Grantham), Alden Meyer (UCS), Tim Nuthall (ECF), Alix Mazounie (RAC-Francia). [Fonte]
“IPPI si concentra sull’uso del momento parigino “per aumentare la portata e il ritmo dei cambiamenti”. – Jennifer Morgan World Resources Institute, [Fonte, p. 5]
Utilizzando GCCA, IPPI, CBS e “media progressivi” esterni, in collaborazione con le ONG e le istituzioni che collaborano nel complesso industriale senza scopo di lucro, si sarebbe ottenuta la creazione del “momento parigino”.
Havas Worldwide (creatore della campagna TckTckTck) è stato riconosciuto come partner della campagna COP21 Earth to Paris con partner collaborativi identificati come 350.org e Avaaz (fondatori GCCA / TckTckTck), Ceres, The Climate Reality Project, The Nature Conservancy, We Mean Business, la Banca Mondiale (tramite Connect4Climate) e una miriade di altri. Molto prima che la conferenza si fosse conclusa, fu annunciato che durante un vertice dal vivo, il 7 e l’8 dicembre, i partner della Terra per Parigi avrebbero consegnato “un nuovo accordo universale sul cambiamento climatico”.
“Earth To Paris, una coalizione di partner che contribuisce a promuovere la consapevolezza della connessione tra le persone e il pianeta e la necessità di una forte azione per il clima, ha annunciato che ospiterà” Earth To Paris-Le Hub “un vertice di due giorni ad alto impatto , in diretta streaming il 7 e 8 dicembre a Parigi durante COP21 – la conferenza sul clima delle Nazioni Unite per consegnare un nuovo accordo universale sui cambiamenti climatici. “- 1 dic 2015 [Fonte]
Comunicato stampa del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, 29 ottobre 2015:
“Earth To Paris, una coalizione di partner che contribuisce a promuovere la consapevolezza della connessione tra le persone e il pianeta e la necessità di una forte azione per il clima, ha annunciato che ospiterà” Earth To Paris-Le Hub “un vertice di due giorni ad alto impatto , in diretta streaming il 7 e 8 dicembre a Parigi durante la COP21 – la conferenza sul clima delle Nazioni Unite per consegnare un nuovo accordo universale sul cambiamento climatico “.
Il fatto che un “nuovo accordo universale sul cambiamento climatico” sia stato annunciato il 29 ottobre 2015, un mese prima della conferenza in corso, è stato tralsciato dalla popolazione. [From TckTckTck, to Air France, to “Earth To Paris”, Havas Worldwide Continues to Hypnotize]
“Mentre la festa dell’establishment a Parigi finiva, la chimera dell’energia pulita spinge le società industriali verso un futuro nuvoloso. La danza fantasma new age, come espressione della disperazione sociale, ha portato a una progressiva auto-illusione che ci promette il mondo, se solo lo crediamo. Passando attraverso lo specchio, si possono esaminare le metriche della messaggistica da parte dei social media e della filantropia, che, combinati, sono la forza trainante del complesso industriale senza scopo di lucro. – Jay Taber, Rave New World
IPPI, come coordinato da Morgan, è stato creato come un “programma ECF discreto” che avrebbe “funzionato dietro le quinte”. “Mentre l’ECF aveva dato origine all’idea originale e mentre ospitava il suo personale dedicato, il IPPI era presentato come un’iniziativa autonoma e “senza marchio” (“senza marchio” come non collegata a nessuna particolare organizzazione “). [Fonte, p. 101]
Video: Beyond Davos, 2015 – Mobilizing consumers and ownerless movements as explained by Avaaz/Purpose co-founder Jeremy Heimans. Introduction by Paul Hilder (Avaaz, Here Now/Purpose). [Running time: 3m:39s]:
“Sebbene si presuma che i gruppi della società civile siano normativamente motivati ​​[…] sono nondimeno inseriti in un’economia capitalista globale e hanno requisiti materiali molto specifici che devono essere soddisfatti per operare con successo.” – Lipschutz e McKendry, Movimenti sociali e Global Civil Society, agosto 2011
Lipschutz e McKendry (citati sopra) hanno ulteriormente elaborato: “per avere successo, un’organizzazione deve sopravvivere e, in un ambiente basato sul mercato, significa trovare i modi per generare i fondi necessari per sostenere le operazioni”. [5] Eppure, è più di questo. Quelli al timone, come ha dimostrato questa serie, condividono le stesse ideologie e le stesse mentalità occidentali dei capitalisti e delle corporazioni di cui servono gli interessi.
L’IPPI ha riunito i giocatori influenti tra cui Greenpeace, WWF, 350.org, Avaaz, CAN International, Oxfam, E3G, The Climate Group e World Resources Institute. La formazione di GCCA era una comunanza tra molte di queste ONG e gruppi di riflessione, unitamente a un ampio coinvolgimento nell’arena internazionale del clima, insieme a forti affiliazioni con i negoziatori e il segretariato dell’UNFCCC. [Fonte: The Price of Climate Action – Fondamenti filantropici nel dibattito internazionale sul clima, 2016 [p. 101 e p. 118]
“Il ruolo di Avaaz è particolarmente rivelatore in questo senso. In altre parole, non si trattava di promuovere un approccio tra molti, ma di assicurarsi che l’approccio IPPI fosse l’unico approccio, pur mantenendo un falso senso di pluralismo sia all’interno che ai margini dei negoziati sul clima. I contributori principali alla strategia IPPI sono andati in modo straordinario per impedire a colleghi non statali di “intromettersi” in un esito diplomatico positivo a Parigi. “- The Price of Climate Action – Fondamenti filantropici nel dibattito internazionale sul clima, 2016, Edouard Morena] [p. 133]
LE FONDAZIONI CHIAVE
Per essere chiari, il IPPI non è l’unico caso di coinvolgimento e influenza delle fondazioni nel campo della politica climatica. Tuttavia, è uno di quelli che ha avuto piu` “successo” dato quanto è stato influente. La maggior parte (se non tutti) sono guidate dalle società attraverso le più grandi e influenti fondazioni e gruppi di riflessione creati e finanziati dai profitti di queste stesse entità aziendali.
Il campo della filantropia climatica raggruppa un numero abbastanza piccolo di grandi giocatori. Uno studio del 2010 per il Centro Fondazione, ha dimostrato che nel 2008 25 fondazioni rappresentavano oltre il 90% di tutti i finanziamenti per il cambiamento climatico. Dati più recenti della stessa fonte rivelano che sei fondazioni – Oak, Packard, Hewlett, Sea Change, Energy, Rockefeller – hanno rappresentato circa il 70% dei finanziamenti della politica sui cambiamenti climatici nel 2012. [Fonte, p 10]
Nel 1989, il Fondo per la difesa ambientale, il WWF e Greenpeace, con il sostegno della fondazione, hanno lanciato la rete di azione per il clima (CAN) la quale e ` stata presieduta anche dalla Morgan  (USCAN). Una fondazione, il Rockefeller Brothers Fund, che ha finanziato filiali regionali della CAN, avrebbe commentato nella sua revisione annuale del 1993 che questi “predicatori globali” “giocavano un ruolo centrale a partire dai primi giorni del dibattito sui cambiamenti climatici”. [Fonte, p. 32]
È qui che dobbiamo fare un salto fino ai giorni nostri.
Nell’articolo “Philanthropy Teams Up With Institutional Investors to Fight Climate Change”, pubblicato il 7 settembre 2017, viene evidenziata la necessità di un nuovo approccio che sblocchi il capitale per le nuove infrastrutture climatiche su larga scala:
“Poiche` il cambiamento climatico rappresenta una minaccia così straordinaria, è imperativo comprimere le dinamiche dell’innovazione e farsi strada attraverso nuovi approcci. Ecco perché Planet Heritage Foundation … una società di consulenza di investimento globale che lavora con investitori istituzionali per incanalare il capitale in settori “infrastrutturali climatici” come energia pulita, acqua e scarti di valore. Questi investitori – fondi sovrani, pensioni, fondi, compagnie assicurative, family office e fondazioni – rappresentano oltre 80 trilioni di dollari di attività e sono le uniche parti interessate diverse dai governi con la capacità di investire su larga scala … Dopo solo un anno, il modello intermedio sta già dimostrando il suo valore in questo senso …
“In collaborazione con Sarah Kearney (PRIME) e Alicia Seiger (Stanford University), inizialmente abbiamo attratto finanziamenti per un totale di $ 500.000 da quattro filantropi – la Hewlett Foundation, la MacArthur Foundation, la ClimateWorks Foundation e la Planet Heritage Foundation – per ricerche che hanno dimostrato il potenziale del nostro modello. “
Un anno dopo, al One Planet Summit di New York il 26 settembre 2018, il Climate Finance Task Force, un gruppo coordinato dalla Task Force per l’innovazione filantropica, annunciò i nuovi strumenti per sbloccare capitali su larga scala:
“Gli sforzi per raccogliere il capitale per coinvolgere e mobilitare capitali istituzionali su larga scala verso soluzioni climatiche hanno fatto un notevole passo in avanti il ​​26 settembre al One Planet Summit di New York, quando il presidente francese Emmanuel Macron e Larry Fink di BlackRock hanno annunciato il Climate Finance Partnership (CFP). La PCP consiste in una combinazione unica di filantropia, governi, investitori istituzionali e un gestore patrimoniale globale leader. Le parti, tra cui BlackRock, i governi di Francia e Germania e le fondazioni Hewlett, Grantham e IKEA, si sono impegnate a lavorare insieme per finalizzare il design e la struttura di quello che ci aspettiamo sarà un veicolo di investimento di punta entro la fine del il primo trimestre, 2019.
La partnership, coordinata dalla Task Force on Philanthropic Innovation e di Aligned Intermediary, un gruppo di consulenza sugli investimenti, è stata progettata e strutturata specificamente per utilizzare uno strato di capitale governativo e filantropico per massimizzare la mobilitazione del capitale privato verso i settori legati al clima nei mercati emergenti. ” [Enfasi aggiunta]
La Task Force Blended Finance (quarta parte di questa serie) comprende cinquanta icone della finanza tra cui la MacArthur Foundation (World Resources Institute), la Rockefeller Foundation e la ClimateWork Foundation. [Lista completa]
Lo stesso articolo fa luce sul “accordo violento” per sbloccare $ 100 trilioni di dollari:
“Un’analisi dettagliata della Banca Mondiale ha rilevato che mentre $ 100 miliardi sono detenuti da fondi pensione e altri investitori istituzionali, questi stessi investitori hanno allocato meno di $ 2 trilioni in un periodo di 25 anni in investimenti infrastrutturali nei mercati emergenti. E la frazione di quell’investimento che poteva essere considerata verde, pulita o rispettosa del clima era trascurabile.
Quindi, cosa si può fare? Sia che tu scelga di guardare attraverso l’obiettivo di una sfida senza precedenti o di un’opportunità senza precedenti, c’è un violento accordo sul fatto che il capitale istituzionale deve essere “sbloccato” e mobilitato rapidamente e su vasta scala. “[Enfasi aggiunta]
Le fondazioni coinvolte nella politica climatica fin dall’inizio, che continuano a lavorare mano nella mano con alcune ONG e leader delle ONG, sono le stesse fondazioni a beneficiare del partenariato per il finanziamento del clima. La tabella di marcia per sbloccare 100 trilioni di dollari è identificata nei fondi pensione. La tabella di marcia verso la privatizzazione e la finanziarizzazione della natura, su scala mondiale, è la direzione interdipendente del complesso industriale senza fini di lucro, una matrice di autostrade sovrapposte di egemonia.
Il 12 dicembre 2017, al One Planet Summit, Frank Bainimaramai, presidente della COP23 e primo ministro delle Figi, ha dichiarato:
“… dopotutto quando parliamo di sfruttare la grande quantità di capitale istituzionale per le soluzioni climatiche, stiamo parlando in gran parte dei risparmi di normali cittadini laboriosi e dobbiamo onorare l’aspettativa ed essere saggi amministratori con questi soldi …”
Per essere chiari: i soldi per le società da molti miliardi di dollari – per creare servizi e industrie privatizzati, con il pretesto della protezione ambientale, saranno pagate DAL PUBBLICO – MA IL PUBBLICO NON SARA` IL PROPRIETARIO . Per il settore aziendale, non c’è rischio: tutto profitto. Se qualcosa andasse storta e` il pubblico che dovra` pagarne le conseguenze.
John D. Rockefeller una volta affermò che “la capacità di trattare con le persone è un bene accessibile come lo zucchero o il caffè e pagherò di più per quell’abilità che per qualsiasi altra.” Parole più vere non furono mai pronunciate.
L’abilità e la precisione nel raggiungere la protezione e l’espansione del sistema economico capitalista sono oggi tutt’altro che straordinarie. Utilizzando il complesso industriale senza fini di lucro, gli oligarchi più potenti del mondo non hanno bisogno di forzare la loro volontà sulla società. Piuttosto, simile a quello che Aldous Huxley profetizzò nel suo romanzo di fantasia Brave New World, siamo stati manipolati e ingegnati per richiedere le “soluzioni” che potenziano ulteriormente coloro che ci distruggono.
“I santoni del clima, come, M. Bloomberg, L. Di Caprio, N. Stern, C. Figueres, A. Gore, M. Carney. Tutte queste persone producono enormi impronte di carbonio e volano in tutto il mondo con jet privati ​​per informarci su cosa fare riguardo ai cambiamenti climatici. Sono supportati da un intero gruppo di accademici senior che promuovono compensazioni, emissioni negative, geoingegneria, CCS, crescita verde, ecc. Queste sono tutte “un’evoluzione all’interno del sistema”. – Kevin Anderson, Centro Tyndall per la ricerca sui cambiamenti climatici [Fonte]

LA MONETIZZAZIONE DEL CAPITALE SOCIALE
André Hoffmann è un industriale svizzero appartenente ad una delle dinastie più ricche d’Europa. Ha servito come vice-presidente del WWF dal 2007-2017 e come presidente onorario del WWF dal 1998 al 2017. È presidente della Fondazione MAVA (un importante finanziatore della Natural Capital Coalition) e vice presidente del consiglio di amministrazione di Roche, il gigante farmaceutico e chimico fondato dalla sua famiglia. [Bio]
Roche è la più grande azienda biotech del mondo. Ha sede in Svizzera e attività in oltre 100 paesi. Come uno dei primi ad adottare il Protocollo sul Capitale Naturale, il rapporto di sintesi pilota ha menzionato che “un punto importante sollevato dallo studio è il fatto che Roche genera considerevoli risultati di valore sociale positivo dall’uso dei loro prodotti e di altre attività socialmente responsabili, che probabilmente superano di gran lunga qualsiasi impatto ambientale negativo. “[Fonte] [Enfasi aggiunta]
La rivelazione di cui sopra apre ancora un altro strato di depravazione. Se la natura può essere assegnata ai valori monetari – così lo possono essere i valori della società. Inserire l’assegnazione del valore monetario al “capitale sociale” nella lingua dei “mercati dei capitali sociali”. [Sito web di Social Capital Markets: “dedicato a catalizzare il cambiamento del mondo attraverso soluzioni basate sul mercato”.]
NextBillion è stato lanciato nel maggio 2005 dal World Resources Institute. Il progetto “sviluppo attraverso l’impresa” condivide l’interesse per lo sviluppo del capitale sociale. Nel 2010 il William Davidson Institute (WDI) presso l’Università del Michigan è entrato a far parte del World Resources Institute come partner di proprietà di NextBillion. A partire dal 4 dicembre 2012 NextBillion è gestito esclusivamente da WDI, che si concentra sulla fornitura di soluzioni del settore privato nei mercati emergenti.
“I mercati dei capitali sociali sono dedicati all’accelerazione di un nuovo mercato globale all’intersezione di denaro + significato”. – Sito web dei mercati dei capitali sociali
Il Protocollo del Capitale Sociale 2017 afferma che “l’integrazione degli approcci tra capitale sociale e capitale naturale” è guidata dallo stesso scopo e basata sugli stessi concetti e principi del Protocollo sul Capitale Naturale sviluppato dalla Coalizione della Capitale Naturale. [P. 6]
Anche se il concetto di capitale sociale è ancora nel suo stato embrionale [“la misurazione e la valutazione del capitale sociale è un concetto relativamente nuovo”], i suoi obiettivi sono chiari: “Nei prossimi anni l’iniziativa del Protocollo di capitale sociale darà forma e guiderà azioni collaborative per raggiungere quattro obiettivi. “L’obiettivo finale può essere meglio descritto come quello che sarà il colpo di grazia per le ultime vestigia della normalità umana:” Consentire alle aziende di capitalizzare sulla loro attuazione del Protocollo del capitale sociale assicurando che la comunità finanziaria e i mercati dei capitali riconoscano e premiano la creazione di valore sociale. “[p. 5]
Anche in questo caso, come nel caso del progetto / coalizione Natural Capital, il World Resources Institute svolge un ruolo chiave: “Questi principi si allineano con gli attuali principi del Protocollo sul capitale naturale, che a sua volta si basa sulle indicazioni della Global Reporting Initiative (GRI), il World Resource Institute (WRI) / WBCSD Greenhouse Gas Protocol, e Climate Disclosure Standards Board (CDSB). “[P. 10]
Un nuovo sistema finanziario che consente a una società come Roche, la più grande azienda biotech del mondo, di misurare e rappresentare un valore sociale positivo “come mezzo per compensare” gli impatti ambientali negativi “è davvero un ottimo strumento. Non c’è da meravigliarsi che Hoffman avrebbe investito nel suo sviluppo.
Hoffman è anche consulente senior di Chatham House e numerosi altri consigli, tra cui il World Economic Forum, il Center for the Fourth Industrial Revolution e SYSTEMIQ.
Qui si può notare che Jeremy Oppenheim, capo ed ex direttore del programma della New Climate Economy, è il fondatore e managing partner di SYSTEMIQ: “Pur dando pieno valore all’ecosistema naturale, queste alternative devono essere economicamente valide e in grado di essere replicate su vasta scala … Prevediamo che i modelli di successo diventeranno rapidamente una “classe di attività bancaria” per investitori regolari. “[Fonte] Oppenheim è anche presidente della Task Force Blended Finance. John E. Morton, che funge da consulente senior della Blended Finance Taskforce, è Fellow della European Climate Foundation. Due associati SYSTEMIQ servono come il progetto che conduce alla task force Blended Finance. [Fonte] Basti dire che tutte le strade portano al partenariato per il finanziamento del clima e alla nuova economia del clima.
Il padre di André Hoffmann, Luc Hoffmann, è stato membro del primo comitato internazionale del WWF (i co-fondatori includono Goddfrey Rockefeller). Oltre ai suoi contributi alla fondazione del WWF, Luc Hoffman ha anche fondato WWF France e WWF Greece. Ha servito come vice presidente onorario del WWF fino alla sua morte nel 2016. [Source]
Oltre al sostegno fornito al WWF, Luc Hoffmann è stato direttore di Wetlands International, è stato vicepresidente della IUCN (World Union of Nature Conservation) e ha fondato la International Bank of Arguin Foundation in Mauritania. Questo è importante per riconoscere come nel 2013 questo progetto ha ricevuto il “primo pagamento internazionale per i servizi dell’ecosistema marino” [fonte: il caso del parco nazionale del Banc d’Arguin, Mauritania]
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29 ottobre 2018, Comunicato stampa del WWF, “Il rapporto del WWF rivela la portata sconvolgente dell’impatto umano sul pianeta”:
“Un accordo globale per la natura, simile all’Accordo sul clima di Parigi, può garantire che continuino metodi di conservazione efficaci e che vengano fissati obiettivi più ambiziosi”.
Il rapporto afferma che “i maggiori driver dell’attuale perdita di biodiversità sono il sovrasfruttamento e l’agricoltura, entrambi legati al continuo aumento del consumo umano”. Eppure, in nessun luogo menziona l’impatto ecologico del militarismo. Come collettivo, siamo diventati così condizionati da questa incredibile “supervisione” che non ci rendiamo più conto della sua omissione. Il rapporto attira l’attenzione sull’agricoltura, ma non sul bestiame industriale con i suoi sconcertanti impatti ecologici e la sua grottesca crudeltà. Attira l’attenzione sul crescente numero di gorilla di montagna – poco prima del supporto promozionale di Jane Goodall per una quarta rivoluzione industriale nel gennaio 2019 a Davos. Una rivoluzione che richiede di conseguenza cinque volte i minerali e i metalli che stiamo già usando il più velocemente possibile. Gli stessi metalli che causano il conflitto e la conseguente morte di uomini, donne e bambini congolesi – e gorilla. Qui possiamo solo concludere ciò che quelli nel Sud del mondo hanno sempre saputo: il “progresso” tecnologico è sempre destinato a servire l’Occidente a scapito di qualsiasi vita o risorsa.
LA NARRATIVA
“… e lo dirò ai nostri colleghi della società civile occidentale: siete decisamente schierati con un piccolo gruppo di industriali, con i loro rappresentanti e con le vostre filiali rappresentative. Niente di più. Siete diventati uno strumento dei vostri governi. “- Lumumba Di-Aping, capo negoziatore del G77, 11 dicembre 2009, COP15
Lo screenshot sopra: Nella conferenza di David Blood del 2012 (video), “Breakthrough Capitalism Forum – David Blood”, è possibile visualizzare la sponsorizzazione in background. Nella parte superiore dello schermo, possiamo identificare i relatori / sponsor Jeremy Leggittdi Solar Century e Carbon Tracker e Jennifer Morgan del WWF, per citarne due. [Vedi l’elenco completo dei partner di Breakthrough Capitalism.] [Fonte]
Per dimostrare un esempio di “storytelling” impiegato per placare il pubblico e fingere opposizione a coloro che distruggono il nostro pianeta, possiamo guardare al seguente comunicato stampa di Greenpeace International: 25 gennaio 2019, “Il profitto, non persone, rimangono chiaramente priorità di Elos Davos” . Mentre il World Economic Forum di Davos si avvia alla conclusione, il direttore esecutivo di Greenpeace International, Jennifer Morgan, ha dichiarato:
Greenpeace è venuto a Davos in cerca di leadership morale, economica e politica, e non l’abbiamo trovata. È profondamente inquietante che, mentre il mondo armeggia sull’orlo di una catastrofe climatica, evitare un’ulteriore aumento di temperatura non sia al centro di tutte le riunioni degli amministratori delegati e dei leader mondiali. Le soluzioni sono di fronte a loro e devono dare la priorità alla soluzione di questa crisi, unirsi ai giovani che stanno guidando la via da seguire e quindi essere dalla parte giusta della storia.
Ieri ci sono stati 32.000 studenti di sciopero nelle strade del Belgio e oggi i bambini scendono nelle strade di Berlino chiedendo a gran voce una soluzione per l’inquinamento. I giovani stanno chiedendo di essere ascoltati, la domanda è: perché l’élite di Davos non risponde con le dimensioni e il ritmo richiesti? Gli interessi commerciali a breve termine e un profitto maggiore, a prescindere dal costo per gli altri, rimangono chiaramente la priorità delle élite di Davos. Non abbiamo tempo da perdere. Con le potenti parole di Greta Thunberg, dobbiamo “arrabbiarci e dare forma alla rabbia”.
Un estratto del comunicato stampa del 16 gennaio 2019 della Morgan una settimana prima, come guida al WEF di Davos, ha dichiarato:
“Non illudetevi, siamo nel mezzo di un’emergenza climatica ed essa dovra` dominare le prossime settimane del Forum economico mondiale che si riunirà a Davos …. La quarta rivoluzione industriale potrebbe totalmente reimmaginare il modo in cui affrontiamo le soluzioni alla crisi climatica. Ma solo se questa rivoluzione è al servizio della soluzione dei cambiamenti climatici. “[Fonte]
Sopra: 7 febbraio 2019, tweet UKYCC. Utenti con tag: Extinction Rebellion, Greenpeace, Greta Thunberg, People & Planet (la più grande rete studentesca del Regno Unito), UKSCN, YouthStrike4Climate e Friends of the Earth 
VOICE FOR THE PLANET
“Voice for the planet è stato lanciato al World Economic Forum di Davos nel 2019 dai Global Shapers. L’obiettivo, mostrare il crescente movimento di persone in tutto il mondo che chiedono un nuovo accordo per la natura e le persone: un’azione globale urgente per affrontare l’attuale crisi per la natura. “[Fonte: sito Web di Voice for the Planet]
Le ventidue organizzazioni che sostengono la campagna (registrate nel WWF-Regno Unito) includono The Climate Reality Project, World Resources Institute, WWF, Conservation International, Nature Conservancy e UNDP. [Accessed February 20, 2019] [Lista completa]
GLOBAL SHAPERS
Voice for the Planet ci conduce a Global Shapers, una comunità globale di “produttori di cambiamenti”, supportata da sovvenzioni e partner della comunità. Fondato nel 2011 da Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, Global Shapers è un vero e proprio centro di formazione per giovani sotto i 30 anni in grado di modellare il mondo come previsto dal WEF, Al Gore, Jack Ma et al. Con oltre 7000 membri, la community di Global Shapers si estende su 369 centri urbani in 171 paesi.
Anche qui abbiamo giovani addestrati a distruggere il loro futuro come agnelli sacrificati al capitalismo.
Al servizio del consiglio di amministrazione di Global Shapers c’è David M. Rubenstein, co-fondatore e co-chief executive officer del Gruppo Carlyle, e Jack Ma, presidente esecutivo del Gruppo Alibaba e co-fondatore della Breakthrough Energy Coalition.
I partner includono The Climate Reality Project, Coca-Cola, Salesforce, Procter and Gamble, Reliance Industries, Oando, GMR Group, Hanwha Energy Corporation, Rosamund Zander e Yara International.
“Infine, grazie alla collaborazione con il Climate Reality Project, oltre 292 Global Shapers sono stati in grado di unirsi al vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore al training Climate Reality Leadership Corps. I Global Shapers si sono uniti alla formazione che si è svolta a Berlino, Pittsburgh, Città del Messico e Los Angeles, così come durante gli eventi regionali SHAPE, per imparare come guidare la lotta globale per le soluzioni climatiche. “- Global Shapers Annual Report 2017
The Global Shapers è un’esibizione grottesca di malaffari aziendali mascherati da bonta`. Ad esempio, sotto la voce “accelerare il cambiamento”, c’è la “Coca-Cola che ha messo in palio un premio”. Nel 2017 il premio è stato assegnato all’hub di Bogotá per “promuovere la pace e la riconciliazione nelle aree colpite dal conflitto della Colombia”. Ciò che la gioventù lobotomizzata dai Global Shapers non verrà detto è che la Coca-Cola ha una lunga e sordida storia di uccidere i leader sindacali in Colombia.
Sempre più giovani vengono riconosciuti e presi come fattori chiave per la crescita e l’influenza economica:
“Stiamo diventando sempre più consapevoli che le soluzioni alle nostre sfide globali devono coinvolgere espressamente i giovani, a tutti i livelli – a livello locale, regionale, nazionale e globale. Questa generazione ha la passione, il dinamismo e lo spirito imprenditoriale per plasmare il futuro. “-Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum [Enfasi aggiunta]
“La rivoluzione sarà Snapchattata. Dimentica i tuoi stereotipi sui film di John Hughes. Gli adolescenti di oggi sono civicamente attivi, a livello globale – e quasi concordano all’unanimità che dobbiamo fare di più per affrontare il cambiamento climatico. Uno studio su 31.000 giovani provenienti da 186 paesi ha rilevato che il cambiamento climatico è la loro preoccupazione numero uno (superando il terrorismo, la povertà e la disoccupazione.) Oltre il 90% concorda che la scienza ha dimostrato che gli umani stanno causando il cambiamento climatico e quasi il 60% ha intenzione di lavorare nella sostenibilità . “[Enfasi nell’originale]
Il sondaggio che Nature Conservancy mette in evidenza è stato condotto da Global Shapers. Questo non ha nulla a che fare con la buona volontà o il benessere della giovinezza. Si tratta di metriche semplici per identificare, comprendere e, in ultima analisi, sfruttare il pubblico mirato.
Nei sondaggi condotti per il rapporto annuale del sondaggio Global Shapers 2017, un’area di interesse è la sezione relativa al “senso di responsabilità e reattività”. Alla domanda chi ha la maggiore responsabilità nel rendere il mondo un posto migliore e quindi il potere di affrontare i più importanti problemi globali e locali, la prima scelta è ‘individui’ (34,2%) “. Confronta questo con il 9% dei voti dato a “aziende nazionali globali e di grandi dimensioni”. [“La scelta migliore è costante indipendentemente da sesso, età, regioni, Indice di sviluppo umano, Indice di percezione della corruzione o livello di reddito.”]
In sostanza, abbiamo giovani – molti dei quali provengono da stati il ​​cui contributo al cambiamento climatico è quasi zero – che sono stati convinti di credere che il loro impatto sia molto più grande della devastazione ecologica provocata dalle corporazioni, dal sistema economico stesso o persino dall’industria bellica globale.
Un altro approfondimento raccolto dal sondaggio: “Il sentimento di responsabilità si traduce in azioni concrete? Ai giovani è stato chiesto se sarebbero stati disposti a cambiare il loro stile di vita per proteggere la natura e l’ambiente, al quale il 78,1% ha risposto “sì”. “E questa è la ragione principale per la finta preoccupazione dei capitalisti più potenti del mondo – capire come trasformare ancora piu` giovani in consumatori.
Nel frattempo, sul fronte “Leading the Public into Emergency Mode”
“SE NON SI FA QUALCOSA ENTRO il 2012, è troppo tardi. Quello che faremo nei prossimi due o tre anni determinerà il nostro futuro. Questo è il momento decisivo. Rajendra Pachauri, head of the Intergovernmental Panel on Climate Change, Nov. 17, 2007
“Abbiamo ancora la possibilità di cambiare le cose, comunque. Un importante corpo di ricerca condotto da The Nature Conservancy mostra che è ancora possibile raggiungere un futuro sostenibile per le persone e la natura, se intraprendiamo azioni massicce nei prossimi 10 anni. – 4 gennaio 2019
Nel frattempo, per quanto riguarda le autorità del fronte “Leading the Public into Emergency Mode”, abbiamo gli stessi gruppi che ci hanno portato nell’ovile della campagna TckTckTck 2009 per COP15 (“un movimento che i consumatori, gli inserzionisti e i media avrebbero utilizzato e sfruttato”) – che sono stati poi in grado di” radunare gente “per la People’s Climate March orchestrata nel 2014 – e ora hanno il compito di mobilitare nuovamente la popolazione per il finale in crescendo, richiedendo numeri ancora più grandi senza precedenti. Quindi, abbiamo titoli come “Il Vertice sulla sopravvivenza umana: la prossima ondata di proteste sui cambiamenti climatici sta arrivando – Greenpeace e Amnesty International si uniscono per spingere verso una maggiore disobbedienza civile”. [25 gennaio 2019]
L’ironia qui è che sia Greenpeace che TckTckTck hanno gettato tutti i cittadini più vulnerabili del mondo sotto l’autobus nel 2009 durante il mandato di Kumi Naidoo, che è stato direttore esecutivo di entrambe le organizzazioni. Oggi, un decennio dopo, (Naidoo) ora conduce Amnesty International come segretario generale. Nel 2011, Amnesty International, utilizzando l’economia comportamentale dell’odio, è stata determinante nel guidare la guerra illegale sulla nazione sovrana della Libia – la Libia è il paese più prospero in Africa sotto la guida del rivoluzionario libico Muammar Gheddafi. La Libia divenne rapidamente una nazione lacerata dalla guerra in uno stato permanente di caos mentre centinaia di migliaia di cittadini perirono (e continuano a farlo fino ad oggi). Eppure, le istituzioni d’élite e gli oligarchi che la finanziano, la controllano e la maneggiano come un’arma al servizio dell’imperialismo e del patriarcato, vorrebbero che tu credessi che fossero realmente preoccupati per il clima e i diritti umani:
“Greenpeace International, che si è tradizionalmente incentrata su questioni ambientali, e Amnesty International, che si è concentrata sui diritti umani, stanno lanciando un Vertice per la sopravvivenza umana entro la fine dell’anno per incoraggiare proteste non violente e altri interventi che impongano una maggiore azione sui cambiamenti climatici.
L’idea del vertice, ha detto Naidoo, non è dettare o cercare di coordinare le azioni centralizzate, ma piuttosto di unire individui e organizzazioni in modo che possano collaborare per spingere al cambiamento. Indicò nuove forme di protesta come il movimento Extinction Rebellion, uno dei tanti movimenti di disobbedienza civile guidati dai giovani incentrati sui cambiamenti climatici. È iniziato nel Regno Unito e ora sta lanciando succursali in tutto il mondo, inclusi gli Stati Uniti. Naidoo ha aggiunto che le grandi organizzazioni non governative internazionali non stanno organizzando questa mobilitazione e che questa sorta di decentramento dovrebbe essere incoraggiato “.
E anche questa è una bugia.
Avendo inizialmente intenzione di scrivere estesamente in questo segmento di Extinction Rebellion, la necessità di farlo non è più fondamentale. Basta semplicemente sottolineare il fatto che l’ONG sulla mobilitazione del clima (il cui fondatore è l’autore del suddetto documento “Portare il pubblico in modalità emergenza”, che collabora con 350.org, The Leap e molti altri) ha lavorato con Extinction Rebellion dallo scorso settembre [6]. Questo rivela perché il gruppo Extinction Rebellion è stato catapultato nella celebrità internazionale da The Guardian mentre altre azioni di difesa della terra nel Sud del mondo sono state ignorate per l’eternità.
Se questo non è sufficiente per alcuni lettori, è un dato di fatto che 350.org, Avaaz, Friends of the Earth e Greenpeace sono stati tutti in dialogo con i co-fondatori di Extinction Rebellion, i quali, con The Climate Mobilization, sono molto in favore a tale collaborazione. [Intervista con i co-fondatori di ER del fondatore di Climate Mobilization, 6 dicembre 2018]:
 “… all’inizio di questa campagna, agli inizi di ottobre, abbiamo occupato gli uffici di Greenpeace. È stato molto amichevole Abbiamo preso torte e fiori …
Stiamo conversando con le organizzazioni con alcune delle piattaforme online più grandi. È sempre un equilibrio importante capire come si ha una relazione con qualsiasi tipo di ONG in modo che non ci siano grossi compromessi.
Qui ci si deve chiedere perché un gruppo del Regno Unito identificherebbe una campagna statunitense come punto focale primario delle sue richieste. La risposta è che non solo le ONG degli Stati Uniti erano già ufficialmente coinvolte con Estinction Rebellion già nel settembre 2018, mentre contemporaneamente erano aggressivi sostenitori del New Green Deal, ma ancora più importante, queste ONG, al lascito dei loro benefattori, avevano anche progetti globali per le nuove offerte verdi. Il New Deal For Nature verrebbe aiutato dopo aver diffuso il linguaggio del “nuovo accordo” per mascherare il suo brutto intento. Il New Deal for Nature, saturo di linguistica olistica e esche emotive, giace nelle ombre oscure del Green New Deal e degli attacchi del clima – in attesa.
Nell’articolo del 31 ottobre 2018 relativo alla primissima azione di Extinction Rebellion, pubblicato dal già citato DesmogBlog, un riferimento a un “nuovo accordo per la natura” non viene rilevato:
La dichiarazione di ribellione di “Extinction Rebellion” arriva il giorno dopo che un rapporto del WWF ha rilevato che molte popolazioni di specie sono diminuite in media del 60 percento tra il 1970 e il 2014 in gran parte a causa dell’attività umana.
Il rapporto diceva: “I responsabili delle decisioni a tutti i livelli devono fare le giuste scelte politiche, finanziarie e di consumo per raggiungere la visione che l’umanità e la natura prosperano in armonia sul nostro unico pianeta.”
Il WWF ha chiesto “un nuovo accordo globale per la natura e le persone” per arrestare il declino della fauna selvatica, contrastare la deforestazione, il cambiamento climatico e l’inquinamento plastico ed è sostenuto da “impegni concreti da parte di leader e imprese globali”.
Il fatto che Extinction Rebellion non includa il capitalismo, l’imperialismo o il militarismo – il principale motore dell’assalto ecologico contro la Terra, in congiunzione con l’omissione di altre cause strutturali di fondo, ha sollevato domande importanti sul fatto che questo veicolo possa ancora essere ancora utilizzato per organizzare e costruire comunità.
Qui la domanda deve essere, perché dovremmo scegliere di prestare il nostro nome per rafforzare un BRAND che cita “la necessita` di un nuovo deal”, ma omette deliberatamente questioni come il capitalismo, l’imperialismo e il militarismo e altre forme di oppressione. Questo è peggio di una svista. È una vergogna. Ancor più tragico è il fatto che collettivamente siamo stati condizionati a tal punto, non siamo più nemmeno consapevoli di tali sfacciate ipocrisie.
Mentre e` in atto un colpo di stato contro lo stato sovrano del Venezuela, guidato da Stati Uniti e Canada – Extinction Rebellion non riesce a mobilitare i loro gruppi, ora di portata internazionale. Non solo non riescono a mobilitarsi, non riescono a parlarne.
A questo si aggiunge il fatto che Extinction Rebellion è ancora un altro gruppo che sceglie di rimanere assolutamente in silenzio sulla mercificazione e l’oggettivazione della natura – un altro segnale di avvertimento.
Dobbiamo prestare il nostro sostegno e impegnarci in piccoli ma collegati gruppi di resistenza che lavorano insieme per abbattere le strutture che opprimono non solo noi stessi, ma soprattutto i nostri fratelli e sorelle nel Sud del mondo.
LE ULTIME VESTIGIA DELL’ETICA E LA FINANZIARIZZAZIONE CORPORATIVA DELLA NATURA
Questa serie ha rivelato verità molto brutte. È nostro dovere etico e morale condividere questa conoscenza. Solo allora, può girare la marea.
La Thunberg ha dichiarato ripetutamente che il suo sciopero continuerà “fino a quando la Svezia non sarà allineata con l’Accordo di Parigi”. Pertanto, con le sue stesse dichiarazioni, chiarifica lo scopo, l’obiettivo generale e unico degli scioperi, ora di portata globale. Un accordo di Parigi che sblocca tutto ciò che è stato divulgato nei minimi dettagli all’interno di questa serie.
Il 21 febbraio 2019, la Commissione europea è stata l’ultima ad abbracciare e promuovere la Thunberg: “L’adolescente ha aperto un evento della Commissione europea davanti al presidente Jean-Claude Juncker, dove ha detto ai politici di smetterla di spazzare il loro casino sotto il tappeto cosi che le nuove generazioni siano costrette a pulire. “” Qui di nuovo, le richieste della Thunberg, a nome dei giovani che partecipano agli attacchi del clima, sono identificate:
“Vogliamo che seguiate l’accordo di Parigi le relazioni dell’IPCC non presentano altri manifesti o richieste. Basta che ci uniamo dietro la scienza. Questa è la nostra richiesta. “[Video]
Qui abbiamo tre attori chiave dell’egemonia capitalista, la Banca mondiale, il World Economic Forum e la Commissione europea – tutti promotori della Thunberg in modo senza precedenti. Istituzioni che ospitano individui che sistematicamente saccheggiano il pianeta in cambio di crescita economica, potere e profitti sono stati magicamente assoldati alla causa per salvare il pianeta.
Ciò che è sconosciuto alla popolazione è il fatto che tutte e tre queste istituzioni sono partner fondatori della task force Blended Finance del partenariato finanziario. Il Climate Finance Partnership è stato formato sotto la guida del presidente francese Emmanuel Macron che ha annunciato la partnership il 26 settembre 2018 al One Planet Summit tenutosi a New York. I partner includono i governi di Francia e Germania
Il partenariato per il finanziamento del clima è stato creato per promuovere la nuova economia del clima. Entrambi sono veicoli chiave per sbloccare i 100 trilioni di dollari identificati nei fondi pensione e al tempo stesso attuare la valutazione economica e il pagamento per i servizi ambientali (pagamenti per servizi ecosistemici) nascosti all’interno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. La privatizzazione della natura trasformerà la finanza globale. I più responsabili della distruzione saranno assegnati come nuovi “amministratori del capitale naturale nazionale”.
Si può solo sperare che questa serie abbia finalmente divulgato una volta per tutte chi e cosa rappresentino queste ONG così potenti: oligarchi, finanza aziendale e capitale. Le NGOS alla guida del complesso industriale senza scopo di lucro devono essere riconosciute come il braccio di pressione più potente del mondo per la tecnologia verde. Ciò viene a scapito della natura, non per la protezione della natura. Ancora una volta, la realtà è girata sotto sopra. Questo è il motivo per cui il complesso industriale senza scopo di lucro deve essere affamato senza provvigioni – ritirando il nostro consenso. Fino a questo punto il suo potere deriva dalla sua falsa pretesa di rappresentare la società civile. Dobbiamo chiarire che non è così.
Abbiamo confini planetari entro cui dobbiamo vivere se vogliamo che la vita sulla Terra continui in qualche forma o forma. Questi limiti non sono negoziabili. Possiamo mentire a noi stessi finche vogliamo, in tutta la nostra gloria antropocentrica, ma non cambierà la realtà. Possiamo dipingerlo di verde, possiamo condividere le nostre illusioni in opuscoli lucidi e farli diventare virali su internet – alla biosfera non gliene frega un cazzo. Se la nostra società fosse effettivamente equilibrata, avremmo riconosciuto queste “soluzioni” come delusioni, ma purtroppo non è così. Disconnessi dalla natura – e sempre di più, scollegati gli uni dagli altri – siamo persi.
La natura non firma contratti
Note finali:
[1] “Ufficialmente lanciato nel 2008, le origini del GCCA risalgono all’aprile 2006, quando rappresentanti di alcuni dei più grandi gruppi ambientalisti e di sviluppo: Oxfam, Greenpeace International, Greenpeace Brasile, WWF International, WWF India, Consiglio Mondiale delle Chiese, Amici della Terra e l’Unione degli Scienziati interessati – furono convocati a Woltersdorf (Germania) per discutere la possibilità di sviluppare una piattaforma comune per mobilitare il grande pubblico e quindi sostenere i negoziati sul clima. “[p. 70]
“Nel 2009, i suoi finanziatori principali erano l’Oak Foundation, la Sea Change Foundation, il Better World Fund, affiliato a Turner, la Prince Albert II Foundation di Monaco e il governo del Québec. Con un contributo totale di 5 milioni di USD nel 2009, la Oak Foundation è stata di gran lunga il principale donatore del GCCA (la Sea Change Foundation è arrivata seconda con 1,5 milioni di dollari). [P.69]
È stato fondato sul “[collegare] la raccolta di informazioni e la difesa sofisticata fornita da numerosi NGOS al fine di indirizzare e massimizzare l’impatto collettivo dei gruppi in ogni continente” (GCCA 2009). “[P.71]
[Fonte: The Price of Climate Action – Fondamenti filantropici nel dibattito internazionale sul clima, pubblicato nel 2016 da Edouard Morena]
[2] Il GCCA ha erogato sovvenzioni di oltre 3 milioni di dollari a organizzazioni partner a supporto delle loro attività di comunicazione e campagna. Come hanno spiegato nella loro relazione annuale del 2009, “la maggior parte delle sovvenzioni sono state concesse per sostenere campagne nazionali e regionali (comprese azioni di risposta rapida e hub nazionali), con i fondi rimanenti per campagne globali e azioni di comunicazione”. In altre parole, la GCCA, pur non essendo una fondazione di per sé, ha agito come un’organizzazione dequistante, distribuendo selettivamente fondi per far passare un messaggio comune. Inoltre, le sovvenzioni GCCA hanno avuto un effetto leva consentendo ai partner di mobilitare ulteriori finanziamenti, sia internamente che esternamente, per le attività connesse a GCCA. Secondo la sua relazione annuale del 2009, “i partner hanno segnalato un ulteriore totale di oltre otto milioni di fondi provenienti dalle proprie organizzazioni oltre a fonti aggiuntive per attività svolte con il sostegno finanziario dell’ACCCC”. [Fonte: The Price of Climate Action – Fondamenti filantropici nel dibattito internazionale sul clima, pubblicato nel 2016 da Edouard Morena] [p.72]
[3] “L’IPPI è presentato come” una nuova piattaforma per la cooperazione filantropica per catalizzare maggiori ambizioni sul clima attraverso attività e processi che si svolgono a livello internazionale “(ECF 2014, 26). È “progettato per aiutare la filantropia a identificare opportunità di collaborazione internazionale, sviluppare strategie congiunte e mettere in comune e allineare le sovvenzioni per ottenere un maggiore impatto complessivo”. Agisce come una piattaforma in cui fondazioni e beneficiari si incontrano per mettere a punto le strategie politiche internazionali e catalizzarne di più ambiziose a livello nazionale. [Fonte: The Price of Climate Action – Fondamenti filantropici nel dibattito internazionale sul clima, pubblicato nel 2016 da Edouard Morena] [p. 5]
[4] “Earth Economics, con il supporto dei nostri Partners and Advisors della comunità, mantiene il più grande repository web, Con i generosi finanziamenti dei nostri sponsor, nel 2012 Earth Economics ha iniziato a trasferire il nostro database interno a un servizio basato sul web. Il portale EVT (Ecosystem Service Valuation Toolkit) è stato lanciato a Rio +20 a giugno 2012. La Biblioteca e i ricercatori sono stati presentati in anteprima alla Conferenza ACES nel dicembre 2012. ”
[5] I fondi sono necessari sia per finanziare la partecipazione sia per facilitare le attività di lobbying attraverso iniziative congiunte, piattaforme, dialoghi, relazioni, campagne, attività di sensibilizzazione e creazione e mantenimento di rapporti di fiducia informali tra le ONG e il segretariato dell’UNFCCC e / o membri delegazioni governative (Caniglia et al., 2015, 241; Caniglia 2001; Dodds and Strauss 2004). [Fonte: The Price of Climate Action – Fondamenti filantropici nel dibattito internazionale sul clima, pubblicato nel 2016 da Edouard Morena] [p. 6]
[6] Gregory Schwedock, NY, NY, USA è il direttore dell’organizzazione digitale per il Climate Mobilization Project (20114-oggi). Si identifica come coordinatore per Extinction Rebellion dal settembre 2018 – presente. [Fonte: LinkedIn]