venerdì

Italia: polveriera nucleare United States of America




di Gianni Lannes

E il carrozzone tricolore va, ad un soffio dalla disintegrazione del belpaese, ormai colonia a stelle e strisce nel tessuto istituzionale. Mentre la popolazione italiana è banalmente distratta dal teatrino televisivo dei politicanti italidioti, le basi italiane di Ghedi ed Aviano ospiteranno complessivamente 70 nuove bombe nucleari B61 versione 12, che sostituiranno le obsolete B61. Foto satellitari, pubblicate dalla Federation of American Scientists, mostrano le modifiche già effettuate nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre per piazzarvi le nuove bombe atomiche. L’Italia diventa ancor più un bersaglio atomico mediante l’installazione “alleata” di una nuova arma che vanta una testata nucleare della potenza media, pari a quella di quattro bombe di Hiroshima. Sempre in Italia nei pressi di Livorno (Camp Darby) e a Sigonella ai piedi dell'Etna (un vulcano attivo) risultano presenti altri due grandi depositi di armamenti nucleari e convenzionali ad elevato potenziale, in palese violazione della sovranità italiana e della Costituzione Repubblicana. C'è un giudice almeno a Berlino?





Il governo grillo-leghista invece di adottare iniziative per consentire, nel rispetto degli impegni internazionali assunti in passato, la sottoscrizione del trattato giuridicamente vincolante sul divieto delle armi nucleari, approvato a New York il 7 luglio 2017 dalla Assemblea generale dell'ONU, promuovendo le conseguenti procedure di ratifica dello stesso, si accinge a procedere all'acquisizione delle componenti hardware e software necessarie per equipaggiare la versione dell'F-35A con le armi nucleari B-61-12.

Con la presenza simultanea sul territorio italiano di B61-12, F-35 e della stazione Mobile User Objective System (MUOS) in Sicilia, sistema di telecomunicazione satellitari della Marina militare degli Stati Uniti d'America, l'Italia, in un preoccupante quadro di corsa al riarmo atomico e di crescente tensione, diventa un bersaglio prioritario di un'eventuale rappresaglia nucleare.

L'Italia, che fa parte del gruppo di pianificazione nucleare della North Atlantic Treaty Organization (NATO), mette a disposizione non solo il suo territorio per l'installazione di armi nucleari, ma anche piloti italiani che, dimostra la FAS, sono addestrati all'attacco nucleare sotto comando USA con i cacciabombardieri Tornado schierati a Ghedi; anche i previsti caccia F-35A destinati all'aeronautica italiana saranno integrati, come annunciato dall’U.S. Air Force, con la B61-12.
Il primo lotto, da collocare in Europa dovrà essere consegnato entro il marzo del 2020. L’intera produzione B61-12 si completerà nel 2025 e coinciderà con il ritiro dal servizio del sistema d’arma all’idrogeno B83 con resa massima di 1,2 megatoni. Le B61-12 LEP (life extension program) resteranno in servizio fino al 2050. La prima versione della bomba nucleare tattica entrò in servizio nel 1968 e da allora rimane uno dei pilastri principali dell'arsenale nucleare statunitense. 

La letalità della B61-12 è determinata dalla sua precisione chirurgica. Con una precisione (CEP) di 30 metri dall’obiettivo richiede solo una testata da 50 kilotoni (una potenza più accettabile e con minori effetti collaterali). Il rendimento detonante di una testata da 50 kilotoni, in un raggio di 30-68 metri, è assolutamente necessario per polverizzare ogni tipo di bunker fortificato. Ogni bomba all'idrogeno ha una potenza regolabile: da un massimo equivalente di 50.000 tonnellate di TNT ad un minimo di 300. La resa esplosiva della bomba può essere ridotta elettronicamente attraverso un sistema di calibrazione. L’impiego sul campo di battaglia, quindi, potrebbe essere personalizzato a seconda dell’effetto desiderato e dell’obiettivo. Pur non essendo tecnicamente una nuova arma, l’aggiornamento del Pentagono trasforma l’attuale inventario nucleare a caduta libera in sistema d’arma a guida di precisione.

 Le sei basi della NATO Iin europa (Belgio (Kleine Brogel AB), Germania (Buchel AB), Italia (Aviano e Ghedi AB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB) ospitano circa 180 bombe nucleari americane B61 Mod-3,-4,-7,-10. Il Pentagono prevede l’integrazione della B61-12 anche sulle portaerei, rispolverando il concetto della doppia capacità sugli F-35C. In Europa, la B61-12 potrà essere trasportata esclusivamente dagli F-35°, acquistati anche dall’Italia (due cacciabombardieri a capacità nucleare sono stati già schierati alla base di Amendola in Puglia).

Le B61 vanno considerate come un’ipoteca politica di Washington sull’Europa: infatti gli yankees che ne detengono la proprietà e la discrezionalità. L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord – attestano i documenti ufficiali - è stata concepita per supportare logisticamente la presenza militare in Europa degli USA.
La decisione sulle armi strategiche della Nato intesa come forza nucleare a guida Usa, deve essere condivisa da tutti gli Stati membri. La deterrenza, basata su un adeguato mix di armi nucleari, convenzionali e capacità di difesa missilistica, rimane elemento centrale della strategia della NATO. Secondo la Federation of American Scientists, l'organizzazione fondata nel 1945 a Washington e che si occupa di analizzare i numeri legati alla presenza di armi nucleari nel mondo, l'Italia custodisce il più alto numero di armi nucleari statunitensi schierati in Europa.

In tal modo si seguiterebbe a violare impunemente il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, il quale all'articolo 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, s'impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».

Il 23 dicembre 2016 l'Assemblea generale dell'Onu ha approvato una risoluzione che ha disposto l'avvio di negoziati per definire un accordo internazionale, al fine della proibizione delle armi nucleari fino alla totale eliminazione. I negoziati per la redazione del testo hanno avuto inizio con una conferenza a New York dal 27 al 31 marzo 2017. In seguito a questa prima fase di discussione, il 22 maggio è stato pubblicato un progetto di convenzione per la proibizione delle armi nucleari. La bozza è stata oggetto di discussione nella seconda fase negoziale, che si è aperta il 15 giugno e si è conclusa il 7 luglio, quando l'Assemblea generale dell'ONU ha approvato il Trattato per il bando definitivo delle armi nucleari. A votare a favore sono stati 122 Paesi; l'Italia era assente. Pertanto, il passaggio successivo per l'Italia è quello di sottoscrivere dapprima il Trattato e poi ratificarlo.

Nonostante vi sia un numero rilevante di documenti internazionali in cui si sono da sempre sottolineati gli effetti devastanti di queste armi e si è cercato di limitarne la diffusione, per le armi nucleari non esiste un divieto generale e completo. Pertanto, un bando alle armi nucleari, legalmente vincolante, costituirebbe una significativa novità nel quadro del diritto internazionale in materia. Nel documento, il divieto delle armi nucleari è espresso in termini inequivocabili. La convenzione impone anche il divieto, per gli Stati parte, di autorizzare la presenza di armamenti nucleari o lo svolgimento di test nel proprio territorio. Quest'ultima previsione è particolarmente rilevante per i membri della Nato, come l'Italia, che ospitano nel proprio territorio armi nucleari statunitensi; tuttavia, tale divieto vede la contrarietà dei membri della NATO, compresa quindi anche l'Italia.  

riferimenti:
















Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna 2014.

fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/

martedì

l'inquietante significato di "Time Is Up" di Poppy

Poppy sta passando da YouTube al mainstream. Non sorprende che il suo video “Time is Up” sia una delle celebrazioni più sfacciate degli Illuminati e dell’MKULTRA di sempre.
Poppy intrattiene i suoi fan su YouTube dal 2015 con centinaia di video bizzarri, surrealisti e ipnotici. Nel mio articolo That Poppy: La Youtuber sotto controllo mentale degli Illuminati,ho spiegato come il suo intero spettacolo ruota intorno all’MKULTRA. Infatti, quasi tutti i video su quel canale si rivolgono a un diverso aspetto del controllo mentale mentre Poppy parla alla telecamera in maniera robotica. Inoltre, disseminati in tutti i video, ci sono molti indizi sottili ma inconfondibili che puntano al satanismo. In breve, Poppy è al 100% in linea con l’agenda dell’élite occulta.
Poppy è anche un artista  scritturata con la Island Records. Presto pubblicherà un secondo album in studio dal titolo Am I a Girl? e intraprendera` un secondo tour mondiale con lo stesso nome. E questa volta, la spinta dei media è forte. In effetti, lentamente ma inesorabilmente, sta passando al mainstream ed è pronta a diventare un nome familiare.
ESPOSIZIONE MAINSTREAM
Quando ho scritto per la prima volta su Poppy nel 2017, era un fenomeno virale con milioni di visualizzazioni su YouTube. Tuttavia, era ancora abbastanza sconosciuta al grande pubblico. Questo probabilmente cambierà presto visto che sta ottenendo quella dolce esposizione mediatica che di solito è riservata alle più grandi star del mondo. E faresti meglio a credere che tutto di lei sia ancora focalizzato sul controllo mentale degli Illuminati.
Poppy ha vinto i premi Breakthrough Artist agli Streamy Awards 2017. Sul tappeto rosso, era intrappolata in una scatola come una specie di animale in gabbia – un ottimo modo di rappresentare uno schiavo del controllo mentale. Era stata portata in giro dal suo conduttore MK … Voglio dire associato … Satanic Sinclair … Intendo Titanic Sinclair.
Il particolare abbigliamento di Poppy agli American Music Awards del 2018 attirò molta attenzione da parte dei media. Tuttavia, nessuno ha menzionato che la maschera rappresenta simbolicamente il silenzio forzato degli schiavi MK.
Il poster del tour di Poppy Am I a Girl? Il tour è anche pieno di simbolismo MK.
Il poster presenta un prominente design dualistico, nero contro bianco, un concetto estremamente importante nel controllo della mente. Poppy indossa un cappello di Topolino che viene utilizzato per identificare gli schiavi MK nel settore dell’intrattenimento. Inoltre, i colori rosso, bianco e nero sono i colori ufficiali dell’élite occulta. Infine, le “mani di preghiera” di Poppy alludono alla dimensione spirituale, “leader del culto” della sua persona.
Il nome del tour – Am I a Girl? – è il tipo di domanda che uno schiavo MK potrebbe chiedere dopo essere stato trasformato in una lavagna vuota attraverso intensi traumi e programmazione.
Time is Up, il singolo principale del suo nuovo album è una delle celebrazioni più clamorose del controllo mentale mai pubblicato nei media mainstream. Ed e` stato mandato in onda nella televisione nazionale.
Poppy promuove la sua apparizione al Late Late Show con il presentatore James Corden. Sta diventando mainstream.
In Time is Up, Poppy è come uno schiavo MK (come al solito) che maledice l’umanità nel suo complesso e che si impegna al fine di distruggerla.
TIME IS UP
Il testo di questa canzone e le immagini del video descrivono il fatto che Poppy sia uno schiavo del controllo mentale. Mentre ci sono anche allusioni al fatto che lei sia una specie di robot/intelligenza artificiale, il video suggerisce che è una ragazza che è stata completamente disumanizzata attraverso la programmazione.
Il primo frame del video dice tutto.
Il video inizia con Poppy sdraiata su un letto, all’interno di quello che sembra una cella stilizzata. È agganciata a una macchina che monitora le sue funzioni vitali. I robot non hanno funzioni vitali. Il video parla di un umano sotto MKULTRA.
Ha degli elettrodi collegati alla sua testa. La sua mente è letteralmente sotto controllo.
Poppy viene monitorata da un handler interpretato da Diplo.
Il testo del primo verso non potrebbe essere più sfacciatamente MKULTRA:
It’s a mystery
Everyone around me’s so busy
Is this my home?
Am I your prisoner or your deliverer?
Oh my God, you don’t even know
The Disturbing Meaning of Poppy's "Time is Up"
Poppy viene quindi presentata a una folla come una sorta di innovativo prototipo di robot.
Nei suoi video su YouTube, Poppy è una schiava che è abituata a fare il lavaggio del cervello ad altre persone, in particolare al suo seguito cultista. Questo concetto è presente anche in Time is Up
Poppy da delle pillole ai suoi seguaci non diversamente da un sacerdote durante l’Eucaristia.
Dopo aver inghiottito la pillola, i follower di Poppy hanno proiettati 0 e 1 sui loro volti, il che implica che si stanno trasformando in robot (schiavi).
Apparentemente, queste pillole non sono molto salutari. I seguaci di Poppy si ritrovano presto convulsi dal dolore.
A Poppy non piacciono i suoi seguaci e gli umani in generale. Li vuole davvero morti.
Nel secondo verso, Poppy desidera sostanzialmente la distruzione dell’umanità a causa dell’ambiente.
Exponentially, every day I’m growing my memory
You wouldn’t believe
Your life is meaningless, you’re just like cockroaches
Extermination’s your only hope
Human history, pollution, and overcrowded cities
That’s your legacy
But don’t look so depressed
You’ll soon be nothingness
Oh my God, you don’t even know
Poppy, una schiava MK programmata dall’élite occulta, dice all’umanità che “lo sterminio è la loro unica speranza”. È fondamentalmente un portavoce dell’élite che ha fantasticato di spopolare il pianeta (vedi i Georgia Guidestones e gli affreschi murali all’Aeroporto Internazionale di Denver).
Il video procede quindi nel confermare che Poppy è uno strumento dell’élite occulta.
Poppy canta ai suoi seguaci mentre indossa un vestito con una testa stilizzata di Baphomet – l’idolo dell’élite occulta.
In breve, Time is Up è un mix di temi cari all’elite occulta: MKULTRA e le sue pratiche orribili, lo sterminio dell’umanità e, per finire, Satanismo. La CBS ha pensato che fosse fantastico. In effetti, Poppy ha cantato il singolo al Late Late Show. La performance è stata super-simbolica.
Poppy allo spettacolo sulla CBS.
Come puoi vedere, c’è molto di cui parlare. Primo, l’abbigliamento di Poppy è fondamentalmente una croce gigante rovesciata – un simbolo che rappresenta il satanismo; Le ragazze con parrucche bionde (che rappresentano le schiave Beta Kitten) ballano all’interno di tubi MK; Alla fine, due ragazzi indossano maschere antigas e finiscono “morti” ai piedi di Poppy.
Uno sguardo più attento al monitor conferma che Poppy non è un robot ma uno schiavo MK.
Sul monitor, vediamo il nome “Poppy” e scritte come “Corpo, Sistema scheletrico, Sistema nervoso”. I robot non hanno un sistema nervoso.
CONCLUDENDO
Poppy rappresenta una nuova generazione di pop star che stanno portando le cose a un nuovo ed inquietante livello. Infatti, mentre la maggior parte delle pop star finisce per pubblicare alcuni video a tema MK, l’intero atto di Poppy riguarda il suo essere una schiava MK. Lei interpreta costantemente questo ruolo, anche nelle interviste. Il sottotesto è che è costantemente sottoposta ad abusi, traumi e torture mentre si sottopone a “programmazione”.
C’è qualcosa di surreale nel vedere Poppy che canta sulla TV nazionale riguardo al fatto che le persone sono “come gli scarafaggi” e che “lo sterminio è la loro unica speranza”. Dal momento che lei è fondamentalmente una schiava senza maschera, tutto ciò che dice è stato programmato in lei. In altre parole, l’élite sta parlando attraverso di lei alle masse. E la gente applaude perché Poppy è carina e il ritmo è accattivante.
A meno che non si sveglino presto, le masse continueranno ad applaudire messaggi che celebrano la loro stessa distruzione … fino a quando il loro tempo sara` scaduto.
Fonte

fonte: https://neovitruvian.wordpress.com/

domenica

sulla mia pelle

"Stefano Cucchi era a terra e lo prendevano a calci".
qualcuno parla.
il muro, dicono, è caduto.
a fare le spese di questa immonda storia di silenzi, di coperture, di violenza, di irresponsabilità, di omertà siamo tutti noi. non è solo sulla pelle di Stefano Cucchi che si è svolta questa immondizia, è sulla pelle di tutti noi.
quello stato carente, corrotto, marcio, incapace, inefficiente che non solo non ti protegge ma ti lascia morire, è il nostro stato italiano.
il film, si, ha fatto la sua parte.
ne sono certa.
certissima. per una volta un film, quella grande meravigliosa avventura che è il cinema e che ci regala pensieri ed emozioni, ha mostrato qualcosa che ha smosso la coscienza. 
l'ho visto, Sulla mia pelle, di Alessio Cremonini. non so nemmeno se ho visto un film o un documentario. senza giudizi, senza partigianerie, una presentazione cruda di eventi scuotenti.
ad Alessandro Borghi darei una medaglia, non so come si faccia ad entrare nella pelle, nel corpo di un altro, eppure, c'è riuscito. nessuno, nel film, appare bello, migliore, nessuno appare solo vittima, ognuno ha fatto la sua parte. Cucchi si vedeva come uno scarto, un oggetto degno dei maltrattamenti ricevuti al punto da non denunciarli, al punto di dirli sottovoce ma anche negarli più volte. solo chi pensa di meritarsele, quelle botte, non le denuncia, e Cucchi si vedeva così, indegno, una vergogna per i suoi genitori.
ho pensato a quei posti, le celle, i tribunali, le caserme di polizia, le stanze delle questure,  l'area detenuti dell'Ospedale Pertini di Roma, sono luoghi dello stato in cui ognuno di noi potrebbe finire, perché aggredito, perchè coinvolto suo malgrado, oppure per dolo. in quei luoghi emerge un'area di miseria dello stato italiano, abitata da tanta gente che fa il proprio lavoro senza consapevolezza, senza responsabilità, con i "torni domani", "io non ne so niente, non è qui che deve venire", "per entrare ci vuole la sentenza del giudice", "a quest'ora siamo chiusi", meandri infiniti, di stanze fisiche e stanze della mente, che portano al nulla, al rigetto della domanda, al rimando ad altri, luoghi in cui si può essere dimenticati, lasciati cadere o, peggio, aggrediti e maltrattati.
sono luoghi comuni, eppure senza struttura, solidi ma vuoti, luoghi dello stato, eppure senza alcuna legge.

fonte: http://nuovateoria.blogspot.com/

giovedì

i tredici minuti che non cambiarono la storia


Gli attentati contro Hitler furono molto più numerosi di quelli organizzati contro Benito Mussolini. Malgrado la tendenza a sminuire la resistenza tedesca, si ricordano oltre 40 eventi diretti ad interrompere la vita di Hitler. Tra i libri che narrano queste circostanze mi piace ricordare Morire in piedi di Indro Montanelli, del 1949, e l'ultimo, in ordine di tempo, di Roger Moorhouse Uccidere Hitler. La storia di tutti gli attentati al FuhrerKilling Hitler nella versione originale. Tra tutti gli attentati quello maggiormente coinvolgente riguarda Johann Georg Elser, di professione falegname. Georg nacque nel Wurttemberg agli inizi del 1903. Frequentando la scuola elementare, gli insegnanti si accorsero che il bimbo era dotato nel disegno e nei lavori manuali. Il padre, commerciante di legname, si aspettava che il figlio gli succedesse nell'attività ma il ragazzo decise di perseguire autonomi interessi. Iniziò un apprendistato come operatore di tornio in una fonderia ma, dopo due anni, dovette desistere per motivi di salute. Decise di apprendere il mestiere del carpentiere, lavorando per diverso tempo come falegname d'interni. 


Dopo un breve periodo si occupò in una fabbrica di orologi a Costanza. Agli inizi degli anni trenta fece ritorno al paese d'origine per lavorare nell'impresa di famiglia. Dal 1936 lavorò in una fabbrica di montaggio, prendendo consapevolezza del programma di riarmo nazista. Elser iniziò a frequentare circoli socio-culturali. Nel tempo libero suonava la cetra ed il contrabbasso per il coro locale. Le varie esperienze lavorative lo convinsero che si dovesse aderire ad un sindacato. Nel 1926 entrò in un'organizzazione paramilitare del Partito Comunista Tedesco. Georg era un fiero oppositore del nazismo sin dai suoi esordi. Dopo il 1933 rifiutò di compiere il saluto nazista e di riunirsi ad altri per ascoltare i proclami radiofonici di Hitler. La sua iniziale opposizione era motivata dalla sensibilità verso la condizione operaia e la compressione dei salari dei lavoratori. Elser era disgustato dalla propaganda nazista e dal controllo che il regime imponeva sul sistema educativo e lavorativo. Non sopportava le limitazioni che i nazisti imponevano agli operai, soprattutto quella relativa al diritto di associarsi. Nell'autunno del 1938 l'Europa si trovò sull'orlo della guerra a causa della Crisi dei Sudeti. A placare, momentaneamente, le armi fu la Conferenza di Monaco, dove i capi di governo di Regno Unito, Francia, Germania ed Italia conclusero un accordo che portò all'annessione di vasti territori della Cecoslovacchia, la zona dei Sudeti, da parte dello stato tedesco. Occorre ricordare che nessun rappresentante della Cecoslovacchia fu invitato alle trattative. Dopo i patimenti della Grande Guerra, i tedeschi, ed Elser per primo, erano fortemente preoccupati per l'eventualità di un altro conflitto. 


L'artigiano non credeva alle parole di Hitler, soprattutto in relazione alle affermazioni di voler mantenere la pace. Nella sua mente si delineò il proposito di decapitare il nazionalsocialismo uccidendo il leader. Johann Georg Elser si recò a Monaco il giorno 8 di novembre del 1938. Il motivo del viaggio? Assistere al discorso che il regimo proponeva annualmente nell'anniversario del fallito Putsch di Monaco, ovvero il tentativo, fallito, di colpo di stato – Putsch in tedesco è l'equivalente di questo termine – organizzato ed attuato da Hitler tra il giorno 8 ed il 9 di novembre del 1923 in una birreria di Monaco di Baviera. Quel giorno Elser si convinse circa il luogo e la data del suo futuro attentato. Il luogo fu scelto poiché la rievocazione appariva accompagnata da misure di sicurezza piuttosto blande. Sul piano emotivo la concomitanza, 9 e 10 novembre, della Notte dei Cristalli con le atrocità perpetrate su inermi ebrei convinse Elser che Hitler avrebbe precipitato la Germania in una nuova disastrosa guerra. Il 1 settembre del 1939 scoppiò la Seconda guerra mondiale, evento che forniva una conferma alle previsioni dell'umile falegname. Tra il novembre del 1938 ed il settembre del 1939, Elser decise d'interrompere ogni relazione con amici e parenti ad eccezione di Johann Lumen, conosciuto nel 1938 all'interno della birreria di Monaco. 


Per riuscire nel suo intento, si fece assumere in una cava dove, poco alla volta per non destare sospetti, asportò la quantità di esplosivo necessaria a confezionare la bomba. In seguito inscenò un incidente per poter lasciare il lavoro e trasferirsi a Monaco, dove aveva ipotizzato di compiere l'attentato ad Hitler. Il luogo scelto dal falegname era la birreria dove ogni anno Hitler si ritrovava con i fedelissimi. Per molte sere, 35 notti tra ottobre e novembre del 1939, Elser si nascose nel locale prima della chiusura: quando la birreria chiudeva iniziava a lavorare; ricavò una nicchia nella colonna dove sarebbe stato allestito il palco di Adolf Hitler. Il giorno fatidico, Elser collocò nello spazio ricavato 50 kg di esplosivo con un meccanismo a tempo da lui costruito e sperimentato; calcolò che gli necessitavano 144 ore per attraversare il lago di Costanza e riparare in Svizzera, per cui il meccanismo a tempo avrebbe ruotato per quel numero di ore. All'ora esatta, le 21 e 20, la bomba esplose, facendo cadere il tetto sul palco. I morti furono 8 ed i feriti 62. Ma Hitler, ansioso di rientrare a Berlino per seguire le operazioni belliche in Francia o – secondo altre fonti – a causa del maltempo che gli impediva di tornare in aereo nella capitale tedesca, aveva anticipato il discorso ed era uscito dalla birreria 13 minuti prima dell'esplosione – secondo altre fonti i minuti furono 20. A causa delle coincidenze il tentativo di mutare il corso della storia fallì. Alle otto vittime dell'attentato furono concessi i funerali di stato. Elser fu arrestato da due doganieri mentre cercava di oltrepassare il confine con la Svizzera. Dopo una veloce perquisizione, i militari trovarono una cartolina della birreria di Monaco. Elser fu immediatamente trasferito a Monaco di Baviera dove fu interrogato dalla Gestapo. 


Vi erano diversi elementi, oltre la cartolina, che lo incastravano: le escoriazioni sulle ginocchia ed il fatto che alcune cameriere lo riconobbero come cliente abituale della birreria. Dopo un brutale pestaggio, Elser confessò di essere l'autore dell'attentato. Fu tradotto al quartier generale della Gestapo, dove il falegname fu torturato senza pietà. Himmler, capo delle SS, non si capacitava che un artigiano con la licenza elementare avesse agito da solo. Elser fu imprigionato nel campo di concentramento di Sachsenhausen e, successivamente, in quello di Dachau. L'artigiano fu sottoposto ad un regime di detenzione speciale, fatto che creò maldicenze tra i compagni di sventura, tanto che dopo la guerra uno degli internati, Martin Niemoller, sostenne che Elser facesse parte delle SS e che tutta la questione relativa all'attentato fosse una messinscena dei nazisti per propagandare la leggenda della Provvidenza che vegliava su Hitler. Nell'aprile del 1945, quando le truppe alleate si aggiravano in prossimità di Dachau, Hitler decise di sbarazzarsi del prigioniero speciale e diede l'ordine al capo della Gestapo di uccidere Elser. Georg venne fucilato il 9 aprile del 1945 a Dachau, poche settimane prima della fine della guerra.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/

Bibliografia

L'attentatore solitario Georg Elser, l'uomo che voleva uccidere Hitler, di Hermut Ortner 

La carcassa color del cielo, di Solvejg Albeverio Manzoni 

Morire in piedi, di Indro Montanelli 

Uccidere Hitler. La storia di tutti gli attentati al Fuhrer, di Roger Moorhouse


FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

lunedì

la Vergine di Norimberga


Il termine inglese fake news, notizie false in italiano, indica articoli redatti con informazioni inventate o distorte e resi pubblici con l’intento di disinformare o diffondere notizie fasulle attraverso i mezzi di comunicazione. Lo storico Marc Bloch, nel libro Le guerre e le false notizie, specificò che “una notizia falsa è solo apparentemente fortuita, o meglio, tutto ciò che vi è di fortuito è l’incidente iniziale che fa scattare l’immaginazione; ma questo procedimento avviene solo perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento”. Le informazioni false, o distorte, sono sempre esistite. Una di queste invenzioni, entrata prepotentemente nella cultura di massa, è la Vergine di Norimberga o Vergine di ferro. Si pensava fosse una macchina di tortura medievale a causa di una storia raccontata da Johann Philipp Siebenkees, filosofo tedesco vissuto nel XVIII secolo, il quale sosteneva che fosse stata utilizzata la prima volta nel 1515 a Norimberga. Il resoconto si basa sulla testimonianza di Gustav Freytag, contenuta nel Bilder aus der deutschen Vergangenheilt, che narra la pena inflitta ad un falsario che rimase all’interno della macchina di tortura per ben tre giorni. Le prime storie che citano la vergine di ferro, come strumento utilizzato per infliggere pene atroci, risalgono agli inizi del XIX secolo, pochi anni dopo la morte di Siebenkees. Come abbiamo visto, l'’utilizzo di quest’ipotetica macchina della tortura è un mito che risale al secolo precedente, il XVIII, diffuso con l'intento di rafforzare l’idea che le persone nel medioevo fossero incivili. 


A tutto oggi non esistono prove che tali terrificanti macchinari di morte siano stati inventati nel medioevo, neppure che siano stati utilizzati allo scopo di tortura. Tutto questo nonostante la loro presenza massiccia nella cultura di massa. Secondo Wolfgang Schild, professore di diritto penale e storie del diritto penale all’Università di Bielefeld, le presunte vergini di ferro nacquero riunendo reperti trovati nei vari musei. Lo scopo di tale operazione? Creare oggetti spettacolari destinati allo sfruttamento commerciale della loro esposizione. La vergine di ferro della fine del XVII secolo, periodo in cui visse il filosofo – presunto inventore dello strumento di morte – Siebenkees, potrebbe essere stata costruita in seguito all’errata interpretazione di uno Schandmantel, mantello o cappotto della vergogna, o Schandtonne, barile della vergogna, medievali. Questo strumento di tortura, noto anche con il nome di cappotto spagnolo, entrò in uso nel XIII secolo. Gli Schandmantel erano fatti di legno e rivestiti di lamiera. Le vittime erano costrette ad indossare questo dispositivo in pubblico, nelle vie e nelle piazze delle città. Quando i condannati a questa gogna passavano di fronte alla cittadinanza, erano insultati ed umiliati. 


I cittadini si divertivano a lanciare al loro indirizzo verdure marce. Lo Schandmantel era utilizzato principalmente come punizione per i bracconieri e le prostitute. Lo Schandtonne, il barile della vergogna, era appesantito lungo il bordo inferiore e attorno all’apertura del collo. Se l'ispirazione non giunse dal mantello – o barile – della vergogna, è possibile che l'inventore abbia attinto dalla tortura e successiva morte di Marco Atilio (o Attilio) Regolo? Le torture a cui Regolo fu sottoposto, taglio delle palpebre per l'abbacinamento e il rotolamento da una collina dentro una botte irta di chiodi, si ritiene fossero frutto della propaganda bellica romana – Seneca parlò di crocifissione come metodo di esecuzione – alimentando le già nutrite schiere di notizie storiche false. Eppure secondo la versione di Tertulliano e di Agostino d'Ippona, Sant'Agostino, Marco Attilio Regolo fu “fu stipato in una scatola di legno stretta, chiodata con unghie affilate su tutti i lati in modo che non potesse inclinarsi in nessuna direzione senza essere trafitto”. La versione di Agostino è riportata nell'importante scritto La Città di Dio


Risulta possibile che il filosofo tedesco abbia attinto a queste versioni per creare un oggetto fantasioso? Non lo possiamo sapere. Siamo però a conoscenza di un'altra possibile fonte di ispirazione, l'Apega di Nabis – noto anche come l'Apega di ferro. Tale strumento fu descritto da Polibio come un antico dispositivo di tortura, molto simile alla Vergine di Norimberga. Fu inventato da Nabis, re che governò Sparta come tiranno dal 207 al 192 avanti Cristo. Etienne Jean Monchablon, nel Dizionario compendiato di antichità, descrisse l'Apega come un automa inventato da Nabis di Sparta. Il Tiranno gli diede lo stesso nome della moglie poiché quella macchina ne rappresentava la figura e le rassomigliava perfettamente. Il Re se ne serviva per far morire crudelmente quelli che avevano la disgrazia di non piacergli. L'Apega era magnificamente vestita ed era assisa sopra una sedia, con le braccia ed il seno ripieno di punte di ferro che rimanevano nascoste sotto i vestimenti. Quando Nabis non otteneva ciò che desiderava, prendeva per mano la macchina infernale ed avanzava verso la persona che voleva uccidere. Appena giunti nei pressi del malcapitato, l'Apega lo abbracciava, lo stringeva accostandoselo al petto, e lo faceva perire trafitto da tutte le parti delle punte di cui disponeva. Monchablon utilizzò Polibio come fonte per la sua narrazione. Grazie alla ricerca storica, abbiamo compreso che esistevano diverse potenziali fonti d'ispirazione per il creatore della Vergine di Ferro. 


Secondo il folcloristico mito, come funzionava la macchina infernale di recente invenzione? La Vergine di Norimberga consiste in una specie di armadio metallico a misura d'uomo, di forma femminile, piena di aculei che penetravano la carne senza ledere gli organi vitali. In condannato, ipoteticamente, veniva fatto entrare in questa specie di sarcofago e, una volta che si chiudevano le ante, veniva trafitto dagli aculei in ogni zona del corpo. La morte sarebbe giunta lentamente tra atroci dolori. La Vergine ha un aspetto antropomorfo con volta da fanciulla, arricchito da una Gorgiera – colletto pieghettato che fece parte dell'abbigliamento aristocratico maschile e femminile dal XVI a XVII secolo. Il termine deriva dal francese gorge ovvero gola – in legno o metallo modellato affinché si potesse scorgere lo sguardo misericordioso della Madonna. Il corpo della macchina della morte è rigido e formato da una coppia di porte. Nel complesso misurava circa 2 metri per uno di larghezza. Come decorazione, molti aculei taglienti che avevano il compito di infilzare il condannato schivando gli organi vitali appena la doppia porta si richiudeva. In alcuni modelli della Vergine di Norimberga, era presente un lungo chiodo destinato ad infilzare il pene o la vagina dei condannati. Malgrado non esistano documenti storici che siano in grado di confermare l'utilizzo della Vergine di Ferro, il mito vuole che i chiodi avrebbero potuto tenere in vita la vittima anche per due o tre giorni in un perpetuo stato di agonia, sino a quando alla riapertura delle porte gli aculei non si sarebbero sfilati dilaniando le carni e provocando la morte per dissanguamento in pochissimi istanti. 


La Vergine di Norimberga fu esposta per la prima volta al pubblico agli inizi del XIX secolo ma andò perduta nel bombardamento alleato del 1945. Una copia fu venduta al conte di Shrewsbury nel 1890, insieme a molti altri strumenti di tortura, e venne esposta alla World's Columbian Exposition di Chicago del 1893. Agli inizi degli anni sessanta del secolo scorso questa copia fu battuta all'asta ed oggi si trova al Medieval Crime Museum di Rothenburg ob der Tauber. In quel museo, come in molti altri dedicati alla tortura, sono presenti oggetti di fantasia venduti per originali e veritieri. Molti di questi strumenti di morte spesso sono avvicinati alla Santa Inquisizione o all'Inquisizione medievale, creando confusione su quello che realmente avveniva all'interno dei tribunali ecclesiastici. Non serve creare oggetti stravaganti di tortura in riferimento all'Inquisizione, poiché le pratiche utilizzate dai solerti frati, o dagli amici tormentatori, ci ricordano quanto dolore hanno provato donne ed uomini per il solo fatto di allontanarsi dall'ortodossia.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/

Bibliografia

Jürgen Scheffler. "Der Folterstuhl - Metamorphosen eines Museumsobjektes". Zeitenblicke. Retrieved January 25, 2006

Graf, Klaus (June 21, 2001), Mordgeschichten und Hexenerinnerungen - das boshafte Gedächtnis auf dem Dorf

Pomeroy, Sarah B. (2002p), "Elite Women, The Last Reformers: Apega and Nabis and Chaeron", Spartan Women, Oxford University Press US


FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.