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Vittorio Vidali


è stato un politico e antifascista italiano, conosciuto anche come Vittorio Vidale, Enea Sormenti, Jacobo Hurwitz Zender, Carlos Contreras, "Comandante Carlos" fu convinto assertore della linea politica strategica internazionale impostata da Stalin e legato ai servizi segreti sovietici, fondatore del V Reggimento delle Brigate Internazionali durante la guerra civile spagnola e, in seguito, deputato della Repubblica Italiana eletto nelle file del PCI.

Biografia

Prima dell'avvento del Fascismo

Estremamente attivo, fin da giovanissimo, come militante politico dell'ala massimalista dei socialisti, a poco più di vent'anni fu tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia e fra gli organizzatori degli Arditi rossi di Trieste comandati da Vittorio Ambrosini. Nel suo dossier, stilato dalla polizia fascista, venne definito un "bolscevico". Abbandonò il paese dopo l'ascesa al potere di Benito Mussolini, nel 1922. I servizi informativi fascisti continueranno a registrare i suoi movimenti anche come esule all'estero, nel tentativo di organizzarne la cattura o l'eliminazione. In un rapporto segreto del SIM (il controspionaggio del Regio Esercito) redatto nel '38 e rinvenuto presso l'Archivio di Stato, si afferma riguardo alla sua attività nella guerra civile spagnola:

Ministero della Guerra Comando del Corpo di Stato Maggiore - S.I.M. Prot. 3/15917 oggetto: Vittorio Vidali commissario politico nell'esercito rosso Roma 8 giugno 1938 - XVI° Al Ministero dell'Interno Dir. Gen. della P.S. Roma

Svolge attività di propaganda comunista nelle file dell'esercito rosso, nella sua qualità di commissario politico, il connazionale Vittorio Vidali di Giovanni, nato a Muggia il 3 marzo 1901, alias Enea Sormenti, meglio conosciuto tra le truppe rosse come "comandante Carlos". Sul suo conto risulta:

- è un rivoluzionario che ha conosciuto tutte le carceri, ha visto tutti i paesi e ha combattuto un po' ovunque;

- il padre era operaio nei cantieri San Marco di Trieste, ed egli trascorse la sua giovinezza e svolse la sua attività sovversiva in detta città; prese parte ai moti del 1920 nel cantiere San Marco;

- si recò poi in Germania, ad Algeri, ed in fine a New York dove divenne amico di Vanzetti;

- organizzò, nel 1926, in America il 1º congresso antifascista; continuando i suoi viaggi si recò in Russia e poi in Messico;

- nel 1934 giuse in Spagna; all'inizio del movimento nazionale si interessò per organizzare le prime truppe e fra queste il 5º reggimento;

- prese parte a tutte le operazioni e combattimenti come commissario politico e come capo della sezione operazioni ed organizzazione dello stato maggiore centrale;

- fu commissario politico della divisione "Lister" e partecipò alla battaglia di Guadalajara come commissario ispettore;

- dopo Guadalajara fu nominato commissario addetto alla propaganda nel campo nemico.

È iscritto alla pagina 689 della rubrica delle persone ricercate e sospette col provvedimento "da arrestare".

D'ordine Il Capo Sezione Ten. Col. Santo Emanuele

Verificato 17 giu. 1938 Schedario Cas. Pol. Centr. Protoc. 47653: 17 giu. 1938

I servizi per il Comintern

Dopo l'espulsione si trasferì a Mosca, dove fu arruolato nell'NKVD e si fece conoscere per la sua intensa attività sentimentale; una caratteristica che gli procurò un richiamo ufficiale da parte dei suoi superiori (Cacucci 1999). Usando il Socorro Rojo Internacional come copertura, il Comintern lo inviò in Messico per disciplinare il Partito Comunista Messicano. Lì inizio la sua relazione con la fotografa militante comunista Tina Modotti, amica di Diego Rivera.

L'omicidio di Julio Mella

Vi fu diceria che l'interesse di Vidali per la Modotti sia collegato all'omicidio del suo amante, Julio Antonio Mella, uno dei fondatori del Partito Comunista Cubano, invece l'esecutore dell'omicidio fu Lòpez Baliña, l'assassinio fu organizzato da Magriñat; il mandante fu Gerardo Machado. Mella fuggì dalla dittatura di Gerardo Machado per unirsi, seppur brevemente, al Partito Comunista Messicano.

Alcuni omicidi politici, a volte di altri comunisti, sono stati attribuiti alla "mano sanguinaria" di Vidali. Il volto del famoso agente è stato impresso anche nel murales "In the Arsenal" di Diego Rivera. Infatti sull'estrema destra del murales c'è Tina Modotti che porta un cinturone di munizioni e guarda innamorata Julio Antonio Mella, mentre il volto di Vidali, parzialmente nascosto, fissa sospettosamente da sotto un cappello nero come se scrutasse oltre le sue spalle. La diceria che fu assassinato da Vidali era avvalorata dal fatto che Mella era stato espulso dal partito per essersi associato con i trotzkisti, fatto ovviamente non gradito a Vittorio Vidali fedele alla politica del periodo del Comintern e quindi avverso ai trotzkisti. Mella si era ricongiunto al partito appena due settimane prima della sua morte, sebbene questo fatto sia oscuro. Non è l'unica volta che a Vidali furono attribuiti omicidi non commessi ed il più eclatante è quello relativo al Caso Tresca. L'omicidio di Mella mostra la complessità dei problemi e delle lotte intestine alla sinistra comunista che spesso venivano acutizzate con omicidi affibbiati all'una o all'altra parte in contesa come nel Caso Tresca. La posizione ufficiale dell'attuale governo Cubano è che Mella venne ucciso su ordine di Machado, ma è ampiamente riconosciuto che Tina Modotti era un operativa stalinista in numerosi paesi, anche a Cuba, per cui a Cuba stessa circolano ancora voci che fosse Vidali il responsabile dell'assassinio di Mella, data la difficoltà di movimento senza crear sospetti che avrebbero avuto gli uomini di Machado a Città del Messico. Secondo Abers (2002) ad aggiungersi al mistero ci sarebbero Magriñat e Rivera (appena tornati da Cuba) che avevano avvertito Mella di essere in pericolo anche se non si conosce da quale provenienza loro avessero ipotizzato il pericolo.

La Guerra Civile Spagnola

Vidali, assieme alla Modotti, lasciò il Messico alla volta della Spagna sconvolta dalla Guerra Civile, per combattere sul fronte repubblicano, nell'ambito del quale organizzò il V Reggimento, noto anche come reggimento di ferro, che diventerà una delle unità combattenti più efficienti e motivate fra i ranghi delle forze antifranchiste.

« A Madrid il Partito socialista costituisce i battaglioni "Largo Caballero" e "Octubre", del quale è nominato comandante Fernando De Rosa. Vittorio Vidali organizza per il Partito comunista il Quinto Reggimento, unità di élite dell'esercito spagnolo, che formò alcuni dei capi più validi come Enrique Lister, un tempo cavapietre, e Juan Modesto, ex taglialegna. »

La lotta all'interno delle Brigate Internazionali tre le frange anti-staliniste e quelle anti-trotzkista ebbe in Vidali uno dei suoi esponenti più noti. Da qui le voci sulla sua partecipazione agli omicidi di molti anti-stalinisti, in collaborazione con l'agente della GPU Iosif Grigulevich, cosa possibile visti gli accadimenti del periodo ma basati su congetture. D'altronde nella Spagna Repubblicana molte delle "morti accidentali" di attivisti di sinistra, specialmente di quelli del POUM o di anarchici (fra cui Andreu Nin, capo del POUM e Camillo Berneri), avvennero per mano degli stalinisti e, per quanto non vi siano prove definitive, permangono sospetti che Vidali sia stato implicato in questi omicidi o ne fosse a conoscenza, in tal senso però operavano in quel momento non solo gli agenti di Mosca ma anche lo spionaggio tedesco, gli agenti di Franco e organizzazioni come l'OVRA. Su questi fatti Vidali ha sempre smentito ogni addebito.

In Messico e in Italia

Alcuni affermano il coinvolgimento di Vidali, rientrato in Messico, nel tentativo di assalto alla residenza di Trotsky a Città del Messico insieme con Grigulevich ed il pittore messicano David Alfaro Siqueiros avvenuto il 24 maggio del 1940. Tuttavia non si è mai potuto dimostrare che Vidali avesse responsabilità in merito e il fatto che l'assassinio di Trotsky, avvenuto poi il 24 agosto per mano dell'infiltrato stalinista Ramón Mercader, si sia consumato quando Vidali era in Messico può essere soltanto una mera coincidenza. Riguardo a questi fatti Vidali contesterà le insinuazioni e affermerà in seguito:

« Un'operazione voluta da Stalin, organizzata, preparata e condotta a termine dalla polizia segreta sovietica che tentò [...] di coinvolgermi nel più fosco e clamoroso complotto di quegli anni: per isolarmi, per tentare di distruggermi politicamente, dal momento che non era riuscita, grazie a Elena Stasova, a Togliatti, a dirigenti del Comintern come Tom Bell, ad avermi nelle sue mani. »

(Tratto da Comandante Carlos, 1983)

Vittorio Vidali tornò nel 1946 a Trieste per diventare un importante esponente del Partito Comunista del Territorio Libero di Trieste ed ha anche ricoperto la carica di deputato nazionale per il Partito Comunista Italiano dal 1958 al 1963. In funzione antititoista, dal 1948 al 1955, fece assumere al PCI triestino posizioni marcatamente antijugoslave che portarono ad una forte assimilazione dell'elemento sloveno presente all'interno del PCI di Trieste; dopo che sul giornale "Il lavoratore" Vidali aveva affermato ancora una volta la necessità della "scomunica" del 1948 a Tito, il 31 maggio 1955 la segreteria nazionale del PCI sconfessa l'operato del Segretario triestino.

L'immagine

Le circostanze riguardanti Vittorio Vidali, insieme ai suoi viaggi attraverso la Cuba pre e post rivoluzione, in Turchia, Messico e Spagna danno una chiara idea di quanto fossero spregiudicati i movimenti e le azioni messe in atto da parte di militanti comunisti che avevano come base operativa Mosca, che essendo ben distanti dal vivere la realtà sovietica del momento non erano forse in grado di valutare sia la degenerazione stalinista sia la spaccatura che lo stalinismo stava, tramite calunnie e menzogne, operando all'interno della sinistra.

Sulla morte di Tina Modotti

Altra diceria riportata senza alcuna base storica relativa al rapporto Modotti-Vidali è che Tina Modotti in Spagna avesse detto a Valentin Gonzales, detto el Campesino, che aveva appena deciso di non uccidere Vidali (el Campesino fu fra i più valorosi comandanti delle Brigate Internazionali, internato poi in un gulag staliniano):

« Avresti dovuto sparargli, lo odio. Dovrò seguirlo fino alla morte »

(Tina Modotti)

cosa che effettivamente avvenne, infatti morì a Città del Messico il 5 gennaio 1942 e Diego Rivera, quando lo seppe, accusò Vidali di averla uccisa.

Mentre dal sito dedicato a Tina Modotti viene asserito

« Nella notte del 5 gennaio 1942, dopo una cena con amici in casa dell'architetto Hannes Mayer, Tina Modotti muore, colpita da infarto, dentro un taxi che la sta riportando a casa. Come già era accaduto dopo l'assassinio di Julio Antonio Mella, la stampa reazionaria e scandalistica cerca di trasformare la morte di Tina in un delitto politico e attribuisce responsabilità a Vittorio Vidali. »

E Pablo Neruda indignato per le accuse fatte a Vidali compone un poemetto per la morte di Tina in cui denuncia anche lo sciacallaggio fatto sulla sua morte.

Opere

Lo sviluppo economico di Trieste e la questione nazionale, Roma, Istituto poligrafico dello stato, 1953.
Diario di Cuba o Patria o muerte, venceremos, Milano, Vangelista, 1973.
La guerra antifascista, Milano, Vangelista, 1973.
Diario del XX Congresso, Milano, Vangelista, 1974.
Spagna lunga battaglia, Milano, Vangelista, 1975.
Dal Messico a Murmansk, Milano, Vangelista, 1975.
Il 5º reggimento, Milano, La Pietra, 1976.
Giornale di bordo, Milano, Vangelista, 1977.
Missione a Berlino, Milano, Vangelista, 1978.
La caduta della repubblica, Milano, Vangelista, 1979.
Tina Modotti: fotografa e rivoluzionaria, Milano, IE, 1979.
Orizzonti di libertà, Milano, Vangelista, 1980.
Ritorno alla città senza pace. Il 1948 a Trieste, Milano, Vangelista, 1982.
Ritratto di donna. Tina Modotti, Milano, Vangelista, 1982.
Comandante Carlos, Roma, Editori Riuniti, 1983.

fonte: Wikipedia

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