venerdì

il matematico e la strega


Leonberg è una cittadina tedesca, non lontana da Stoccarda. Il suo apparire tranquillo cela, tra le pieghe della storia, l'avventura di una madre accusata di stregoneria e l'intenzione di uno dei figli, famoso matematico e astronomo, di difenderla da quella oltraggiosa accusa. Johannes, il figlio, difendendo la reputazione della madre, difese se stesso e la propria prodigiosa opera intellettuale. Gli attori di questa vicenda sono molti, alcuni illustri altri sconosciuti al mondo e forse anche a loro stessi: il principale, quello da copertina, è lo strano fenomeno mentale chiamato Caccia alle Streghe. Durante il primo periodo della storia moderna, dal 1450 al 1750 circa, migliaia di persone furono processate per il reato di stregoneria. Una grande percentuale delle accusate fu condannata a morte, solitamente il rogo. La grande Caccia alle Streghe in Europa fu essenzialmente un'operazione giudiziaria. L'intero processo di scoperta ed eliminazione delle streghe, dalla denuncia alla condanna, si svolgeva nell'ambito e sotto il controllo del sistema giudiziario. Tale sistema era psicologicamente, e fisicamente, penetrante negli animi degli accusati che tanti di loro decisero di sottrarsi al meccanismo infernale togliendosi la vita. Nel periodo della grande caccia alle donne, accusate di stregoneria, non sempre i tribunali riuscirono a mantenere il controllo sugli abitanti dei villaggi, i quali decisero per la soluzione più sbrigativa: la giustizia sommaria. I cittadini formavano dei comitati di salute pubblica che, in preda all'eccitazione del momento, giustiziavano le donne, e gli uomini, che erano sospettati d'essere collaboratori del demonio. 
In questo contesto inizia la vicenda del matematico e la strega. 
Katharina Guldenmann nacque a Eltingen, all'epoca città distinta da Leonberg, nel 1546. Il padre, Melchior, ricopriva il ruolo di sindaco della piccola cittadina. Sulla ragazza pesò per tutta la vita il dubbio delle malelingue poiché una sua zia fu accusata di stregoneria e, chiaramente, bruciata sul rogo purificatore. Nel 1571, all'età di 25 anni, conobbe Heinrich Kepler, che aveva incontrato grazie all'attività del padre. Poco dopo il matrimonio, il 27 dicembre del 1571, nacque il primogenito Johannes. Le cronache raccontano di una relazione tesa tra gli sposi, forse dovuta, ed incoraggiata, dalla famiglia d'origine di Heinrich che riteneva Katharina una pessima compagnia per il figlio. Il Padre di Heinrich, nonno di Johannes, ricopriva il ruolo di sindaco nella cittadina di Weil Der Stadt, nota per essere la Porta della Foresta Nera. Nel 1574, tre anni dopo il matrimonio, Heinrich Kepler decise di allontanarsi da questa situazione di tensione arruolandosi come mercenario nel vicino Belgio. L'anno seguente Katharina decise di raggiungere il marito per convincerlo a tornare in Germania. I coniugi, nuovamente riuniti, decisero d'acquistare una casa a Leonberg. Il piccolo Johannes, cresciuto in un contesto complesso, fu avviato alla carriera ecclesiastica. Nel 1584, a 13 anni, entrò nel seminario di Adelberg. Nel 1588 iniziò gli studi presso l'Università di Tubinga. L'anno seguente Heinrich, il padre di Johannes, decise di allontanarsi definitivamente dalla famiglia dopo 18 anni di matrimonio. 


Le cronache raccontano che poco dopo la separazione morì, in circostanze terribili, nei pressi della città di Augusta. Katharina rimase in compagnia dei figli nella cittadina di Leonberg. Johannes l'anno seguente iniziò gli studi di teologia presso la stessa università di Tubinga dove insegnavano professori, protestanti, seguaci del grande Copernico. Alcuni di loro convinsero Johannes della validità delle teorie copernicane. Nel 1594 il figlio di Katharina dovette interrompere gli studi teologici perché fu nominato insegnante di matematica presso la scuola evangelica di Graz. Le doti fuori dall'ordinario permisero a Johannes, poco dopo la nomina a professore, d'essere insignito del titolo di matematico territoriale di tutti gli stati della Stiria. Nel 1597 sposò una donna di nome Barbara che gli diede 5 figli, 2 dei quali morti in giovanissima età. Barbara morì nel 1611, lasciando a Johannes il compito di crescere i figli. Nel 1599 Tycho Brahe, l'uomo dal naso d'argento, offrì a Johannes il posto di assistente. La storia del naso d'argento di Brahe, pur intersecandosi marginalmente con la vicenda del matematico e la strega, non può essere ignorata. Tycho quando era ancora studente perse parte del naso in un duello. L'evento si verificò nel 1566 quando Brahe era ancora uno studente. Mentre partecipava ad una danza a casa di un professore ebbe un'accesa discussione con un membro della nobiltà danese. Il motivo del contendere atteneva a chi tra loro avesse il maggior talento matematico. Dopo una furiosa lite i due decisero di lasciare al luccichio delle armi la sentenza. Il duello avvenne la sera del 29 dicembre 1566. Nel buio della sera tedesca Tycho Brahe perse il setto nasale. Per il resto della vita fu costretto a portare una piastra d'argento, almeno questo è quanto affermato dalle cronache del tempo. Nel 1901 fu aperta la tomba del grande scienziato, collocata a Praga all'interno della chiesa di Santa Maria di Tyn. I resti furono esaminati dai medici esperti che scoprirono la cavità nasale bordata di verde, segno di esposizione al rame e non all'argento. Tornando all'epoca della fervente eccitazione contro il maligno, Johannes decise di accettare il prestigioso invito di Brahe, divenendo suo assistente nel 1600. Nell'assumere questa decisione, probabilmente, influirono gli editti contro i luterani emanati dai Re austriaci, convinti sostenitori della controriforma. L'anno seguente Brahe morì e Johannes ne prese il posto. Nel 1609 pubblicò il capolavoro della sua vita, Astronomia Nova. Nel 1613 si risposò con una donna di nome Susanna. La donna gli diede 6 figli, 3 dei quali morti durante l'infanzia. 


Alla fine del mese di dicembre del 1615, quando si trovava a Linz, a Johannes giunse una lettera della sorella che lo informava che la madre, Katharina, era accusata di stregoneria. Non solo, l'anziana madre aveva deciso di citare i detrattori per calunnia. Johannes si recò a Leonberg per comprendere la situazione. Informato dei fatti decise di ricorrere al duca del Wurttemberg per ottenere la possibilità di allontanare la donna dal paese portandola con se a Linz. L'anziana madre, testarda, decise di tornare a Leonberg per affrontare le accuse di stregoneria. I capi d'imputazione erano pesantissimi e numerosi i testimoni disposti a dichiarare che Katharina era una strega. All'alba del 7 agosto 1620 gli eventi precipitarono. L'anziana donna fu avvertita che gli uomini del governatore sarebbero andati a prelevarla presso la sua abitazione per condurla in prigione. Gli uomini di legge, o presunta tale, trovarono Katharina nascosta in una cassapanca. Completamente nuda. Johannes abbandonò Linz, gli studi e la pubblicazione delle sue teorie per trasferirsi in Germania. L'ultimo attore ad entrare in scena è il magistrato di Leonberg, Lutherus Einhorn. La prima accusante era una donna di nome Ursula, cugina del magistrato. La donna dichiarò che Katharina aveva tentato di avvelenarla con un filtro versato in una bevanda. Il secondo accusante era lo stesso magistrato, Einhorn, che dichiarò pubblicamente Katharina una strega. Il fatto avvenne nelle vie della città. Il magistrato, probabilmente ubriaco, incontrò l'anziana donna e senza riflettere sguainò la spada puntandola direttamente alla gola dell'atterrita Katharina. La donna decise di contrattaccare citando entrambi in giudizio per calunnia. Einhorn dichiarò che la donna lo tentò offrendogli del vino e “non appena assaggiato le gambe iniziarono a dolergli. Nel giro di qualche giorno il dolore era così forte da costringerlo a camminare con i bastoni. Poco dopo si era trovato completamente paralizzato”. Ulteriori accuse riguardavano il fatto che Katharina apprese la stregoneria frequentando una zia, che perse la vita sul rogo, e che aveva tentato di condurre una ragazza al sabba cercando di insegnarle i segreti di quella malvagia arte. 


Johannes decise di assumere Christopher Besold, professore di legge all'università di Tubinga, come avvocato difensore della madre. La causa fu trasferita ad un tribunale di grado superiore, a Guglingen, poiché era inusuale un tale dispiegamento di forze e menti per un semplice processo di stregoneria. Dopo molti mesi di attività processuale, mentre Katharina languiva nelle squallide prigioni della città, i difensori riuscirono a presentare una memoria di 128 pagine. L'immenso scritto, redatto quasi completamente da Johannes, confutava tutte le accuse. L'imbarazzo dei giudici fu tale da dover richiedere il parere dell'Università di Tubinga, dove Johannes aveva studiato e Besold insegnava. Malgrado i buoni auspici, il parere fu negativo per i difensori. 
Il 21 ottobre del 1621 Katharina fu condotta dal boia. L'uomo, fieramente, mostrò gli strumenti della tortura. L'anziana donna, per nulla impaurita di fronte a tale spiegamento di armi da taglio, si scagliò verbalmente contro tutti: detrattori, magistrati e sapienti. Poi, senza ulteriori forze che potessero sostenerla, cadde in ginocchio recitando il Padre Nostro. A quel punto il duca del Wurttemberg, presente all'evento, decise che la donna aveva superato l'ordalia senza confessare. Il nobile decise per la liberazione di Katharina. 
L'anziana donna morirà il 13 aprile dell'anno seguente da donna libera. 


Johannes von Kepler, italianizzato in Giovanni Keplero, in disgrazia e povertà si spegnerà pochi anni dopo, a 58 anni, a Ratisbona. Fu sepolto nel locale cimitero. La sua tomba si perderà nel 1632 quando le truppe di Gustavo Adolfo, durante la guerra dei Trent'Anni, distrussero il cimitero. 
Resistette la sola lapide dove, ancora oggi, si può leggere l'epitaffio da lui stesso composto: Misuravo i cieli, ora fisso le ombre delle terre. La mente era nella volta celeste, ora il corpo giace nell'oscurità.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/

Bibliografia

Johannes Tralow, Kepler und der Kaiser, Berlin, Verlag der Nation 1961 

Paolo Aldo Rossi e Marco Ghione, Il figlio della strega, Aicurzio, Virtuosa-Mente, 2015 

Kurt Baschwitz: Hexen und Hexenprozesse, C. Bertelsmann Verlag, München, 1990 

Berthold Sutter: Der Hexenprozeß gegen Katharina Kepler, Weil der Stadt, Kepler-Ges., 1979 

Bucciantini Massimo, Mia madre non è una strega, Il Sole 24 ore, 9 ottobre 2017 

Rublack Ulinka, L'astronomo e la strega: la battaglia di Keplero per salvare sua madre dal rogo, Hoepli 2015

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

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