mercoledì

Alfred Nakache, il nuotatore di Auschwitz


Alfred Nakache nacque a Constantine, in Algeria, il 18 novembre del 1915. Era il più giovane degli undici figli di una famiglia ebrea. Da piccolo aveva il terrore dell’acqua, fobia che vinse gettandosi in una piscina. Superò così bene la paura che nel 1931, a 16 anni, vinse una competizione locale a Constantine. Dopo le prime gare locali, dove non riesce nemmeno a seguire le linee di galleggiamento, Alfred Nakache progredì rapidamente. Nel 1933 partecipò ai suoi primi campionati di Francia. Alla fine dell’estate di quell’anno decise di trasferirsi a Parigi.
L’anno successivo, il 1934, partecipò nuovamente ai campionati nazionali di Francia giungendo secondo nei 100 metri stile libero, dietro a Jean Taris, e fu selezionato dalla Nazionale francese per una competizione internazionale giovanile. Nonostante la convocazione non poté partecipare alle gare poiché non era selezionabile come francese giacché nato in Algeria e non era tesserato da un club francese. Fu tesserato dal Racing Club de France nel 1934. Nel 1936 partecipò alle Olimpiadi con la nazionale francese riuscendo a battere diversi record, soprattutto in staffetta. Nella 4 x 200 metri la nazionale francese ottiene il 4 posto, davanti alla Germania nazista.


Rientrato in patria fu costretto ad abbandonare il Racing Club de France perché dalla tribuna piovevano insulti razzisti ed antisemiti. Nel 1939 divenne insegnante d’educazione fisica per la Scuola Normale di Educazione Fisica, quella che in seguito sarebbe diventata l’Istituto Nazionale per lo Sport. Alfred lavorava insieme alla moglie Paule, anch’essa ebrea, sposata nell’ottobre del 1937.
Quando Philippe Pétain, presidente dello Stato francese collaborazionista, decise di abolire il decreto Crémieux, in altre parole il decreto che assegnava la cittadinanza francese agli ebrei nati in Algeria, Alfred Nakache fu privato della nazionalità francese. Alfred, insieme alla moglie ed alla figlia, partì per la zona libera di Tolosa. Durante questo periodo si avvicinò alla resistenza ebraica, soprattutto all’Armée Juive – esercito ebraico. Per quest’organizzazione curò la preparazione fisica dei soldati. Non smise di nuotare poiché fu tesserato dal club Dauphins du TOEC di Tolosa. Divenne uno dei nuotatori di maggior successo nella Francia libera, tanto che nel 1942 vinse cinque titoli nazionali. Purtroppo la stampa collaborazionista iniziò a denunciare le origini ebraiche del nuotatore. Furono mesi difficili che condussero al boicottaggio da parte degli altri nuotatori al talento algerino.


La situazione precipitò nel novembre del 1943, quando il nuotatore fu arrestato dalle autorità. Alfred, insieme alla moglie ed alla figlia, fu deportato ad Auschwitz partendo dalla stazione di Bobigny con il convoglio numero 66 del 20 gennaio 1944. Giunto nel lager nazista fu immediatamente separato dalla moglie Paule e dalla figlia Annie, di due anni. Alfred Nakache ignorò per lungo tempo la sorte dei famigliari, e solo in seguito venne a conoscenza che la figlia fu uccisa nello stesso momento in cui giunse ad Auschwitz. Nakache non ebbe mai più notizie della moglie Paule, che si presume sia morta nei giorni successivi l’arrivo nel campo di concentramento.
Aiutato da una costituzione fisica eccezionale, Alfred resistette agli abusi degli aguzzini nazisti, compresa l’umiliazione imposta dalle guardie che lo costringevano a raccogliere con i denti un pugnale gettato sul fondo della piscina – un pozzo per la raccolta dell’acqua che sarebbe servito in caso d’incendio. L'acqua, d'inverno gelida e d'estate caldissima e nauseabonda, servì ad Alfred per aver salva la vita. Fu registrato come prigioniero numero 172763. I nazisti volevano umiliarlo, lui si ribellò. Una ribellione istintiva, costruita attraverso tuffi supplementari nel pozzo d'acqua di Auschwitz. 


Alfred Nakache parlava solo francese, ma riuscì a conversare con diversi internati sportivi, tra cui il pugile Victor Perez. Parlò, inoltre, con un italiano, il cui nome era Primo Levi. 
Nel gennaio del 1945 il campo di concentramento d’Auschwitz fu evacuato sotto la minaccia dell’avanzata dell’Armata Rossa. Alfred Nakache fu costretto, suo malgrado, a partecipare ad una delle famigerate Marce della Morte, movimenti forzati di decine di migliaia di prigionieri dai campi di concentramento situati nell’odierna Polonia verso altri lager all’interno della Germania. Alfred si mise in viaggio, insieme ad altri 1368 prigionieri, verso Buchenwald. All’interno del campo di concentramento giunsero solo in 46. 
Alfred Nakache fu il quarantasettesimo.


Dopo la liberazione dell’Europa dal nazismo, fece ritorno a Tolosa. Alfred riprese gli allenamenti, tanto da ottenere la convocazione per le Olimpiadi di Londra del 1948. Nakache fu schierato sia nelle competizioni di nuoto sia in quelle di pallanuoto.
La vita di Alfred Nakache fu piena di colpi di scena, di cadute drammatiche e di incredibili momenti di riscatto.
Morì, ironia della sorte, a 73 anni durante la quotidiana nuotata del mattino.

Fabio Casalini

Bibliografia

Denis Baud, Alfred Nakache. Le nageur d'Auschwitz, collection Histoire, éditions Loubatières, 2009

Alfred Nakache. Le nageur d'Auschwitz, article La Dépêche du Midi du 15 juillet 2012 de Bertrand Courrège, p. 23 rubrique "grand toulouse/actualité", à la suite de l'exposition du même nom organisée à la médiathèque José-Cabanis de Toulouse, du 23 juin au 23 septembre

Serge Klarsfeld. Le Mémorial de la Déportation des Juifs de France. Beate et Serge Klarsfeld: Paris, 1978

Christian Montaignac, « Alfred Nakache, Le Nageur d'Auschwitz » dans Étoiles fuyantes, la noblesse des maudits du sport, éditions Lattès, 2004

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

venerdì

Manson: mi condannate a morte, ma siete più morti di me

Ho passato la mia vita in carcere. Ho sempre visto la gente del mondo libero come i buoni e la gente nelle prigioni come i cattivi. Sono sempre stato in galera e sono rimasto stupido, osservando il vostro mondo crescere, senza riuscire a capirlo, senza capire le cose che voi fate. Ho fatto del mio meglio per tirare avanti nel vostro mondo. Ho fatto tutto ciò che ho potuto per andare d’accordo con voi, e non ho ordinato a nessuno di voi di fare nulla di più di quello che voleva fare. Quello che voglio è essere in pace, qualunque cosa comporti. Ma questo non me lo permettete. Perché il vostro mondo è fatto di immondizia ai lati della strada, e io sono una delle vostre immondizie. Ora volete uccidermi. Ma io sono già morto, lo sono stato per tutta la mia vita. Io vivo nel mio mondo, e sono il re del mio mondo, anche se è un immondezzaio, se è nel deserto o da qualunque altra parte. Voi potete uccidere il corpo, ma non potete uccidere l’anima. L’anima è sempre là, all’inizio e alla fine: non potete fermarla, è più grande di me. Nella mia mente io vivrò per sempre, e nella mia mente io ho sempre vissuto. Sono solo quello che avete costruito. Vi aspettate di spezzarmi? Impossibile, mi avete spezzato anni fa. Stavo seduto in cella quando il tipo mi apriva la porta e diceva: vuoi uscire? Io lo guardavo e dicevo: e tu, vuoi uscire? Tu sei in prigione, tutti voi siete in prigione. La legge che è in voi è peggiore della legge che è in me.
Voi avete reso i vostri bambini quello che sono. Questi bambini che vengono da voi con i coltelli sono i vostri bambini, glielo avete insegnato voi. Dite quanto sono cattivi e assassini i vostri bambini, ma glielo avete insegnato voi. Voi avete reso i vostri Charles Mansonbambini quello che sono. Ai bambini spiegate che cosa non devono fare nella speranza che escano e lo facciano, cosicché voi possiate giocare il vostro gioco con loro. Ai soldati insegnate ad uccidere, e loro vanno e uccidono; poi li processate e li mettete in prigione perché hanno ucciso. Se un soldato va sul campo di battaglia ci va rischiando la sua vita, ma questo gli dà il permesso di prenderne una? Non ho niente contro nessuno di voi. Non posso giudicare nessuno di voi. Ma penso che sia il momento buono perché voi tutti cominciate a guardarvi, e giudichiate le bugie nelle quali vivete. Voi non siete voi, siete solo dei riflessi; siete riflessi di tutto ciò che credete di sapere, di tutto quello che vi è stato insegnato. I vostri genitori vi hanno detto che cosa siete, vi hanno costruito prima che voi aveste sei anni, e quando eravate a scuola e vi facevate il segno della croce e giuravate fedeltà alla bandiera, loro in realtà vi intrappolavano, perché a quell’età voi non conoscevate nessuna menzogna finché quella menzogna non fu riflessa su di voi.
E’ sbagliato non avere denaro, è sbagliato pagare in ritardo le rate della macchina, è sbagliato rompere la Tv, è sbagliato, è sbagliato… voi continuate, lo ammucchiate nella vostra mente, voi siete bastonati da tutto ciò e dalla vostra confusione. Ognuno di voi è solo un riflesso degli altri. Voi non mi sembrate veri. Mi sembrate il composto di ciò che qualcuno vi ha detto che siete. Voi vivete per le opinioni degli altri: non siete sicuri di come siete, e vi chiedete se sembrate a posto. Prendete un’altra alka seltzer e un’altra aspirina, e sperate di non dover pensare alla verità. Perché? Perché? Perché? I vostri perché vengono da vostra madre, vostra madre vi insegna i perché. Voi continuate a chiedere, e lei continua a dirvi i suoi perché. E vi riempite il vostro piccolo cervello di perché. Voi proiettate paura, e cercate qualcosa su cui proiettarla. Quando siete piccoli Manson anzianotenete la bocca chiusa, e quando qualcuno vi dice “seduto” voi vi sedete, finché non capite che lo potete colpire. E se lo capite vi alzate, lo colpite e dite a lui di sedersi. L’ira che riflettete su di me è l’ira che avete nei vostri confronti. Io sono voi. Voi siete il mio sangue. Voi siete mio fratello: è per questo che non posso combattervi.
Non mi interessa come vi sembro, non mi interessa cosa pensate di me. E non mi interessa sapere cosa farete di me. Non avete alcuna idea di quello che state facendo, e voi state facendo ciò che fate solo per denaro. Non passerà molto tempo prima che vi uccidiate tutti da soli, perché siete tutti pazzi. Siete tutti assassini: uccidete cose migliori di voi. L’essere umano non esisterà ancora per molto tempo. Dio vi chiederà di prendervi le vostre responsabilità. Dovreste tutti guardarvi attorno, affrontare i vostri bambini e cominciare a seguirli e ascoltarli. Ma siete troppo sordi, muti e ciechi, per fermare ciò che state facendo. Ma va bene. Va tutto bene. Non fa davvero nessuna differenza, perché comunque stiamo andando tutti nello stesso posto. Tutto è perfetto. Voi avete portato sul banco dei testimoni il tizio che è contrario ad uccidere. E gli state chiedendo di uccidervi, di giudicarvi: perché voi tutti sapete, e io so che voi sapete, e voi sapete che io so che voi sapete. Quindi, chiudiamo il cerchio.
(Charles Manson, discorso pronunciato in tribunale poco prima della condanna a morte, il 29 marzo 1971, poi commutata in ergastolo).
Manson era accusato della strage di Cielo Drive, a Los Angeles, quando – il 9 agosto 1969 – in una villa furono assassinati Sharon Tate e quattro suoi amici. A carico di Manson, per la legge americana, anche il doppio omicidio di Leno LaBianca e sua moglie. Nato a Cincinnati il 12 novembre 1934, Manson è morto il 19 novembre 1917 dopo aver trascorso 46 anni dietro le sbarre. Nel blog “Petali di Loto”, Paolo Franceschetti ricorda che non gli fu permesso di pronunciare davanti alla corte, ma solo di fronte al giudice, il suo celebre discorso di commiato – l’ultimo atto del processo, prima della sentenza. Aver Phil Spectornegato all’imputato la possibilità di rivolgersi alla corte (forse nel timore che cambiasse idea sulla sua colpevolezza), secondo l’avvocato Franceschetti costituì un’irregolarità formale, nella procedura giudiziaria. La condanna di Manson è tuttora controversa, e le prove della sua colpevolezza sono tutt’altro che granitiche.
Il saggista Gianfranco Carpeoro mette in relazione Manson, allora aspirante rocker, con l’ex produttore discografico dei Beatles, il geniale Phil Spector, amico del regista Roman Polanski. Al regista, sostiene Carpeoro, Spector raccontò la storia della sua vita: i suoi genitori, satanisti, lo avevano “consacrato al diavolo”. Polanski avrebbe ripreso la vicenda nel film “Rosemary’s baby”, facendo infuriare Spector: fino al punto da spingerlo a far assassinare la moglie di Polanski, Sharon Tate? Sempre secondo Carpeoro, lo stesso Spector (ora in carcere per un altro omicidio) sarebbe legato sia all’assassinio di John Lennon che a quello di Michael Jackson. Lennon, ucciso dal giovane Mark David Chapman (che dirà che fu “il demonio” a spingerlo a sparare), si era rifiutato di cedere a Spector i diritti delle canzoni dei Beatles. Più tardi, Spector chiese di avere quei diritti da Michael Jackson, che nel Phil Spector oggifrattempo li aveva acquistati. Jackson morì per l’iniezione letale praticatagli dal dottor Conrad Murray (condannato per l’omicidio). «Era stato proprio Spector – sostiene ancora Carpeoro – a fare in modo che Murray diventasse il medico di Michael Jackson».
Secondo la ricostruzione di Carpeoro, è possibile che qualcun altro – non Manson – abbia commesso la strage di Cielo Drive nel ‘69. Ed è probabile che il mandante abbia chiesto a Manson e alla sua banda di inoltrarsi nella villa (lasciando impronte digitali ovunque) dopo che gli omicidi erano stati compiuti. E’ noto che Spector conosceva Manson, e che gli aveva promesso di aiutarlo a emergere, come musicista. Una volta in carcere, Manson non ha mai ammesso di aver compiuto la mattanza di Los Angeles, dando però la sensazione di non dire tutto quello che forse sapeva, al riguardo. Negli ultimi anni, dal carcere, ha chiesto di incontrare Spector – che però si è rifiutato di vederlo. Nel 2014, il legale di Spector ha annunciato che l’ex produttore musicale, ormai quasi ottantenne, ha perso definitivamente l’uso della parola.

fonte: LIBRE IDEE

i bimbi gettati nel Tevere


L'infanzia nel Medioevo fu caratterizzata da tenerezza ed affetto, ma anche da pratiche spesso crudeli. Le condizioni ambientali, le infermità, il tentativo di controllo delle nascite ed i problemi di divisione del patrimonio furono le cause che impedirono quella cura che le famiglie moderne dedicano ai figli. La soluzione a tali problemi esulava dai codici scritti da dotti uomini di città, attingendo nelle antiche radici delle popolazioni europee. 
Una delle pratiche più utilizzate fu quella dell'esposizione dei bambini in luoghi di difficile accesso, evento che conduceva alla morte del neonato. Solo nel Trecento furono istituiti gli Ospizi dei Trovatelli, dove fece la sua comparsa la ruota. Le altre soluzioni variavano dalla cessione dei bambini alla Chiesa all'uccisione degli stessi. 
La tradizione dell'infanticidio era molto più sviluppata di quello che potremmo pensare: in alcuni paesi scandinavi sopravvisse per diversi secoli anche dopo l'introduzione e la conversione alla religione cristiana. L'infanticidio rappresentava nel Medioevo, forse in tutte le epoche, un modo comodo di eliminare il neonato che avrebbe potuto mettere in pericolo l'equilibrio, in molti casi già precario, economico delle famiglie. Un secondo fattore alla base di questo fenomeno potrebbe risalire al fatto che la nascita di un bambino avrebbe rivelato una condotta poco compatibile con le idee sociali e religiose di un determinato gruppo di persone. 


Quali possono essere i fattori alla base dell'accettazione di tale, cruenta, pratica? 
Da una parte l'infanticidio era un reato, sempre che fosse considerato tale in una determinata società, facilmente occultabile, non esclusivamente per la facilità di abbandono nei campi o nei boschi del neonato, ma anche per l'elevato tasso di mortalità infantile del Medioevo. Delort, autore del libro La vita quotidiana nel Medioevo, scrive che il calcolo statistico conduce ad un tasso di mortalità infantile spaventoso. 
Un secondo fattore da prendere in considerazione per l'accettazione dell'infanticidio era relativo all'interpretazione secondo cui tale pratica rappresentava l'unico mezzo di controllo delle nascite. 
Un terzo ed ultimo fattore che permette di comprendere la sopravvivenza di tale pratica era da ricercare nell'atteggiamento delle famiglie nei confronti dell'infanzia, più vicino alle società arcaiche precristiane che alla visione moderna. Con il trascorrere dei secoli e l'affermazione del Cristianesimo, l'infanticidio diviene, durante il periodo medievale, oggetto dell'attenzione della legislazione ecclesiastica. Le accuse di bambini annegati, bruciati alla nascita o esposti, erano diffuse in tutte Europa, così come l'abbandono alla nascita nei brefotrofi. 


Una delle accuse che maggiormente fu indirizzata ai genitori dagli ecclesiastici d'allora era quella relativa all'aver causato la morte del neonato per soffocamento nel sonno, accidentalmente o volontariamente. I sermoni ecclesiastici ed i testi normativi, anche laici, dimostrano che l'infanticidio inquietava i responsabili dell'ordine sociale e civile del periodo medievale. Gli scritti medievali si rifacevano a testi più antichi: Rabano Mauro riporta nel suo penitenziale in materia d'infanticidio e di aborto i canoni di Ancira, Lerida ed Elvira dove venivano comminate penitenze di sette anni per le donne abortiste e infanticide. 
Un dato appare incontrovertibile: nei penitenziali medievali emerge con forza il passaggio delle responsabilità dell'infanticidio dal maschio alla femmina. Nel Medioevo avvenne un cambiamento ed un passaggio di responsabilità: nei secoli precedenti era il padre che prendeva la decisione di accettare o meno un figlio, nel periodo medievale divenne la madre, in piena autonomia, a decidere la sorte del neonato. Il passaggio delle responsabilità di fatto coincise con la trasformazione della responsabilità legale, idea che ritroviamo nelle parole diBurcardo di Worms: “Se una donna mette il bambino presso il camino e un'altra persona viene a mettere sul fuoco un calderone d'acqua bollente, e questa si riversa sul bambino e l'uccide, la madre faccia penitenza per la sua negligenza e l'altra persona sia considerata innocente”. 
Un elemento aggiuntivo traspare dalla drammaticità dei penitenziali, acuita dai frati predicatori che lamentavano non solo la violenza ma anche la dissolutezza dei costumi, causa di gravidanze indesiderate e, di conseguenza, di aborti ed infanticidi. Uno di questi frati predicatori, Olivier Maillard, in una predicazione quaresimale si lasciò andare ad una vivida descrizione dei gemiti di infanti annegati per liberarsi dai frutti del peccato. Questi gemiti, secondo le parole del frate, provenivano da latrine, stagni e fiumi. Tale accusa si diffuse rapidamente negli strati ecclesiastici tanto da influenzare anche l'arte pittorica. Non solo influenza, ma una vera e propria accusa della maternità come quella che fu fatta dipingere da papa Sisto IV sulle pareti dell'Ospedale Santo Spirito a Roma. 


La realizzazione dell'opera avvenne sul finire del XV secolo, nel momento di passaggio dal medioevo all'epoca moderna. Sulle mura dell'ospedale di Santo Spirito furono raffigurate diverse scene: nella prima fu rappresentato un parto con la madre distesa nel letto ed assistita da una donna che tiene in braccio un bambino. Nella seconda scena fu raffigurata la madre nell'atto di gettare il piccolo nel fiume. Nella terza scena le reti dei pescatori portano alla luce i cadaveri dei piccoli annegati. Secondo Erberto Petoia, autore del libro Storia segreta del medioevo, la fonte d'ispirazione della Pesca nel Tevere fu la cronaca di Jakob Twinger von Konigshofen, vissuto circa un secolo prima della rappresentazione sulle mura dell'Ospedale Santo Spirito di Roma. Le cronache di von Konigshofen furono seguite da rappresentazioni all'interno di un codice miniato dell'ospedale Santo Spirito di Digione. Quale può essere la fonte delle cronache e delle successive rappresentazioni? Probabilmente si deve risalire all'epoca di Innocenzo III. Il Papa, per sensibilizzare il clero al celibato, cercò di porre fine alle occulte relazioni amorose i cui frutti, i bambini, spesso li costringevano all'infanticidio o all'aborto. Con il trascorrere del tempo, Innocenzo III visse a cavallo tra il XII ed il XIII secolo, il messaggio di condanna finì per colpire solo le donne, in questo caso le madri sciagurate. 
Verso la fine del Medioevo mutò il clima generale a causa della scomparsa dell'iniziale tolleranza verso questo delitto. L'epoca della comprensione lasciò il posto a crudeli punizioni, come la sepoltura da viva della madre infanticida o la messa al rogo con la condanna di portare al collo il corpo del bimbo ucciso nel percorso dal carcere al patibolo. 
La politica misogina della Chiesa finì per modificare il messaggio iniziale di Innocenzo III, e le accuse divennero condanne solo per le donne. 

Fabio Casalini

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI


Bibliografia

Dean Mitchell, The Malthus Effect: population and the liberal government of life, Economy and Society, 2015

Petoia Erberto, Storia segreta del Medioevo, Newton Compton editori, 2018

Prosperi Adriano, Dare l'anima. Storia di un infanticidio, Einaudi, 2005

Robert Delort, La vita quotidiana nel Medioevo, Laterza, 1997

Jean-Baptist Thiers, Traité de l'exposition du Sain Sacrament de l'autel, Louis Chambeau, Avignone, 1977


FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

domenica

chemtrails: i veleni che ci piovono dal cielo. Avvelenamento globale



Le scie chimiche, le famigerate chemtrails

Contengono sostanze chimiche molto dannose per la salute umana
e per l’ambiente, creano nuove malattie

Scie Chimiche. Milioni di persone ogni giorno guardano distrattamente il cielo e non si accorgono che sta accadendo un qualcosa di strano sopra le loro teste. La maggior parte della gente è troppo occupata o a scrivere e leggere sms o a chattare sui loro telefoni cellulari o semplicemente perché non conosce ciò che stiamo per spiegarvi. Eppure, a partire dalla metà degli anni 1990, quasi senza interruzione, qualcosa di incomprensibile si sta verificando nell’aria. Prima di allora, il cielo era bello e luminoso, di un blu profondo, con nuvole eleganti e con un sole splendente. I giovani sotto i 30 anni tutto questa meraviglia della natura possono solo immaginarla o, rare volte, anche a vederla.
Da qualche anno, il cielo perde spesso il suo azzurro naturale e piglia il colore bianco grigiastro che offusca la luminosità del sole. Se fossimo stati più attenti e informati, avremmo visto prima degli aerei lasciare lunghe sottili linee bianche che in breve tempo, allargandosi, si espanderanno e poi si fonderanno fra loro annebbiando il cielo e velando in modo insolito il sole.
Abituiamoci a guardare spesso il cielo perché, nel momento in cui si verificano questi strani fenomeni, dobbiamo sapere che quegli aerei non sono normali aerei ma apparecchi di morte che disperdono nell’aria sostanze chimiche potenzialmente molto dannose per la salute umana e per l’ambiente. Queste linee bianche, irregolari e che spesso s’incrociano, si chiamano SCIE CHIMICHE, le cosiddette “chemtrails”.
C’è di tutto, persino sangue essiccato
Attraverso queste operazioni di “aerosol”, i velivoli scaricano nel cielo diversi composti chimici la cui natura è ufficialmente sconosciuta. Le analisi che si effettuano da anni sui territori coinvolti dal fenomeno riscontrano però, di volta in volta, la presenza di bario, di nano alluminio rivestito in fibra di vetro (conosciuto come “chaff” per confondere i radar), di torio radioattivo, di cadmio, di cromo, di nichel, di ioduro d’argento, di calcio, di magnesio e di titanio. A volte è stato pure rinvenuto sangue essiccato, spore di muffe, micotossine, bromuro di etilene e fibre polimeriche.
Gli esperti affermano che il pH atmosferico si sta velocemente modificando e ciò sarebbe dovuto anche per i residui di bario utilizzato durante questi raid aerei. Il bario, favorendo la formazione di nubi anche a umidità estremamente bassa, laddove le nubi naturali non possono formarsi, facilita i progetti di modifica del clima (sia a scopo sperimentale sia a scopi militari e segreti).
I libri di chimica sostengono che il bario, superato il livello minimo di sicurezza, è altamente tossico per gli esseri umani. Una presenza elevata di bario nelle acque potabili può causare difficoltà nella respirazione, cambiamenti nel ritmo cardiaco, aumento della pressione sanguigna, irritazione dello stomaco e dell’intestino, aumento di volume del cervello, debolezza muscolare, dolori articolari. Quando gli aerei abbandonano nell’atmosfera umida il bario, questo reagisce con l’acqua e forma l’idrossido di bario che causa molto calore. Ciò potrebbe allora spiegare perché, quando dovrebbero esserci temperature invernali o primaverili, lamentiamo invece un caldo anomalo.
Nuove malattie e cambiamento climatico
L’effetto serra è incrementato segretamente dalle cosiddette scie chimiche? Difficile da rispondere. Negli anni, e oggi cominciano a trapelare alcune indiscrezioni, i governi mondiali hanno esposto consapevolmente le popolazioni a sostanze radioattive che hanno poi cagionato gravi patologie (come l’Alzheimer e il Parkinson) o nascite di bambini malformati. Le scie chimiche, dopo alcune ore, coprendo il cielo di nuvole, determinano altresì una diminuzione dell’irraggiamento del sole e ciò non favorisce la fotosintesi clorofilliana che è un processo biochimico molto importante e vitale alla sopravvivenza della pianta stessa.
Secondo alcuni scienziati vi sarebbero delle multinazionali agro alimentari che, favoriti dai cambiamenti climatici, stanno sperimentando nuove sementi ogm adatte per ogni situazione climatica, da sostituire alle colture tradizionali. Ed è per questo che, segretamente, nel territorio della Sicilia centrale si stanno testando nuove coltivazioni mai viste prima a danno del grano duro che da millenni si coltiva nell’Ennese.
La maggior parte delle persone continua purtroppo a essere disinformata sul fenomeno delle “chemtrail” e magari, quando alza lo sguardo verso l’alto, resta meravigliata nel vedere aerei che scorrazzano nel cielo lasciando lunghe linee che si trasformeranno poi in spettacolari nuvole bianche a ciuffi che somigliano a piume delicate. Somigliano ai cirri ma non sono quelli naturali perché, una volta generati dalle famigerate scie chimiche (di cui sono una graduale trasformazione), si trovano nel posto sbagliato insieme alle nuvole normali come i cirrocumuli.
I cirri, infatti, sono nuvole che si trovano generalmente fra gli 8.000 ei 12.000 metri d’altezza, mentre i cirrocumuli sono presenti fra i 5.000 e i 7.000 metri di quota (nella fascia temperata). Com’è possibile quindi che dei cirri, come accade durante l’operazione aerea delle scie chimiche, siano sempre e comunque più bassi dei cirrocumuli? La verità è che, a prima vista, sembrano cirri ma, in realtà, sono nuvole artificiali e altamente tossiche.
A questo punto, è doveroso fare una precisazione. Non tutte le scie bianche abbandonate in cielo dagli aerei si chiamano “chemtrail” (nome tecnico che identifica le scie chimiche) ma, nella normalità dei casi, esse caratterizzano le scie di condensazione: le “contrails”. Quest’ultime sono rettilinee, durano pochi minuti e poi scompaiono lasciando un cielo bello limpido e azzurro. Sono costituite dal vapore acqueo immesso nell’atmosfera (a quota oltre gli ottomila metri) dagli scarichi caldi del motore quando vengono a contatto con l’aria fredda (inferiore ai -40°C) in una percentuale di umidità superiore al 70%.
Le scie chimiche, viceversa, allargandosi, persistono per parecchie ore e alla fine trasformano il cielo da sereno a nuvoloso. Vengono prodotte a quote inferiori agli ottomila metri da velivoli non meglio identificati che a volte si muovono seguendo strani percorsi irregolari e a forma di disegni. Le “chemtrail” scaricano nell’ambiente, a secondo dell’effetto desiderato, sostanze chimiche tra cui il “trimethylaluminum”(solfato di alluminio), sali di bario (le cui caratteristiche igroscopiche mirano a catturare l’umidità presente nell’aria), ioduro d’argento, calcio, magnesio, titanio e altre sostanze chimiche potenzialmente dannose sia per l’uomo sia per l’ecosistema perché sul terreno finiscono, tra l’altro, anche microrganismi che normalmente vivono negli alti strati dell’atmosfera.
Haarp e scie chimiche, unico progetto
A cosa mirerebbe il fenomeno delle scie chimiche che sta interessando anche le zone in cui abitiamo? Uno dei principali obiettivi di questi esperimenti sarebbe la modificazione del clima (per far piovere al verificarsi di scarse precipitazioni o, diversamente, per far prolungare una siccità) con la finalità di arrivare a controllarlo e gestirlo per scopi militari e strategici. Le antenne Haarp e le chemtrail (o scie chimiche) farebbero parte di un unico inquietante progetto gestito segretamente dagli U.S.A.
Cominciato nel 1996 negli Stati Uniti, proseguito nel Canada, il fenomeno delle scie chimiche ha interessato anche il Nord America, l’Europa, l’Australia, la Nuova Zelanda e tutti i paesi della Nato. In Italia le prime testimonianze risalgono alla primavera del 1999 e da allora, come denunciò Tom Bosco, direttore di Nexus, «è stato un crescendo inarrestabile, con segnalazioni da ogni zona del nostro paese». In realtà, è dal 1940 che le forze armate degli Stati Uniti d’America, le “United States Army”, hanno iniziato a spruzzare sulle popolazioni civili armi chimiche e biologiche nei test all’aria aperta. Li chiamarono spudoratamente “test di vulnerabilità”.
Per finanziare queste costosissime operazioni occorre investire parecchio denaro perché bisogna utilizzare velivoli particolari, piloti altamente specializzati, carburanti e soprattutto i componenti chimici da sparpagliare continuamente in atmosfera. Se le istituzioni nazionali, europee e internazionali sono a conoscenza di queste misteriose e frequenti incursioni aeree, perché non intervengono? Ci sono accordi militari segreti fra gli Stati della Nato e le Forze armate statunitensi? Chi aiuteranno questi sperimenti, come e perché? La popolazione, frattanto, è tenuta all’oscuro (se non addirittura fuorviata) sulle verità delle “chemtrail” e sul come e sul perché ci ammaliamo, anche di nuovi morbi.
Se le scie chimiche portassero veramente, come afferma qualcuno, grossi vantaggi per la popolazione (causare, ad esempio, le piogge per ricolmare le dighe vuote) perché allora non informare di queste lodevoli iniziative i cittadini che, a loro volta, ringrazierebbero di cuore, questi novelli benefattori per una così tanta generosità elargita?

venerdì

Svezia: dal 1 Gennaio criticare l’ideologia gender è reato

Il 1 ° gennaio e` stata introdotta la cosiddetta “protezione giurisdizionale estesa delle persone transgender”, il che significa che “motivi di identità o espressione transgender” si aggiungono al crimine di incitamento all’odio, riferisce Fria Tider.
Alla fine dello scorso anno, il governo svedese ha presentato una proposta di legge al Parlamento con proposte di “rafforzare la protezione delle persone transgender nel diritto penale”.
“Le modifiche legislative proposte dal governo significano che le persone transgender saranno completamente protette dalla legislazione sui reati di odio. Oggi i regolamenti includono, ad esempio, il colore della pelle, il credo e l’orientamento sessuale “, riferisce il governo.
Il disegno di legge propone di aggiungere “l’identità o espressione transgender” ai regolamenti sull’incitamento all’odio.
Ora i cambiamenti sono implementati e la legge è quindi ulteriormente ampliata. Il cosiddetto “odio” contro le persone transgender è vietato.
Dal 1 ° gennaio 2019 al capitolo 16 si applica quanto segue:
“Chiunque, in una dichiarazione o in un altro messaggio condiviso, minaccia o esprime disprezzo per una comunità o altro gruppo di persone sulla base della razza, del colore della pelle, dell’origine nazionale o etnica, del credo, dell’orientamento sessuale o dell’identità o dell’espressione transgender , è condannato per incitamento all’odio fino a un massimo di due anni o, se il reato è minore, a una multa.
“Se il reato è grave, l’autore del reato è condannato per istigazione aggravata all’odio fino alla reclusione per un minimo di sei mesi e un massimo di quattro anni”.