giovedì

il santo in altalena della Val Venosta


Naturno, Naturns in tedesco, è un comune italiano della provincia di Bolzano in Trentino Alto Adige. Geograficamente fa parte della Val Venosta, amministrativamente invece del Burgraviato [zona attorno a Merano nonché il nome della comunità comprensoriale con capoluogo la stessa Merano. Il nome deriva dal Burggraf della Contea del Tirolo ovvero dal burgravio del conte tirolese. La forma italiana del comprensorio si deve all'adattamento fonetico del termine tedesco originario].
Naturno si trova in Alta Val Venosta, giusto alla fine della Val Senales. Dall'abitato parte una funivia che conduce al Monte Sole: da qui esiste una serie di percorsi che fanno scoprire le antiche Waal, vecchie rogge. Erano un antico sistema di irrigazione formato da canalette di assi in larice spesso posizionate tramite strumenti rudimentali accanto alle pareti.
Il toponimo è attestato come Nocturnis nel 1158, come Naturnes nel 1182 e come Naturns nel 1290.


Circa mezzo chilometro ad est del centro cittadino sorge un piccolo gioiello sconosciuto a molti: la chiesa dedicata a San Procolo.
Procolo fu il quarto vescovo di Verona, forse nominato nel 260. Nonostante il lunghissimo episcopato poco o nulla si sa di lui. Durante le persecuzioni di Diocleziano subì affronti ed ingiurie. Fu costretto ad abbandonare la sede vescovile. Ritornatovi, sarebbe morto poco dopo, forse nel 304.
Attigua alla Basilica di San Zeno, a Verona, sorge la Chiesa di San Procolo dove sono contenute le spoglie mortali del vescovo. Alcune reliquie si trovano nella cattedrale di Bergamo.


Il patrocinio di San Procolo si diffuse a Naturns a partire dalle terre longobarde dell'Italia Settentrionale. Numerose chiese furono dedicate a questo santo, soprattutto nel veronese.
Torniamo alla piccola chiesa di Naturns. Subito si percepisce che si tratta di una costruzione molto antica, ma pochi possono immaginare che al suo interno è custodito un ciclo di affreschi che entra di diritto tra i più importanti tesori artistici d'Europa. Scavi archeologici, eseguiti tra il 1985 ed il 1987, hanno accertato che la chiesa fu fondata sui resti di una casa altomedievale, distrutta da un incendio, databile, secondo i resoconti degli studi eseguiti, al primo quarto del VII secolo. L'edificio di culto fu fondato tra il 630 ed il 650. L'edificio consisteva in un'unica sala a pianta rettangolare ed era molto più basso di come appare oggi. L'unico ingresso era rivolto a sud con accanto una finestra con cornice lignea tuttora visibile. Gli studi hanno messo in luce un cimitero utilizzato durante la peste del XVII secolo.


L'opera artistica di maggior pregio è rappresentata dal ciclo di affreschi, conservato in ottime condizioni, che risale all'epoca carolingia [I Carolingi furono una stirpe di franchi che regnò in Europa dal 750 al 987. Le origini carolingie furono il risultato dell'unione di due potenti famiglie nobili d'Europa: i Pipinidi e gli Amolfingi. Dal matrimonio tra Begga, figlia di Pipino di Landen, e Ansegiso, figlio di Amolfo di Metz, nacque Pipino di Herstal, padre di Carlo Martello fondatore del casato carolingio]. Gli affreschi interni, deteriorati in alcuni punti, risalgono al periodo compreso tra il 770 ed l'anno 830. Furono scoperti casualmente nel 1912 sotto uno spesso manto d'intonaco e riportati alla luce, definitivamente, tra il 1923 ed il 1924.


Gli affreschi raffigurano scene della vita di San Procolo, con tratti arcaici e colori brillanti.
Il ciclo più interessante è quello rappresentato sulla parete destra della piccola costruzione religiosa. Tra due gruppi di personaggi spicca la rappresentazione di San Paolo che fugge da Damasco calandosi dalle mura o anche, secondo la tradizione locale, di San Procolo che fugge da Verona in circostanze analoghe. Il “santo in altalena” è rappresentato nel momento in cui viene calato dalle mura mediante una fune che passa dietro alle mani. Le mura della città, simboleggiate da un elemento ad U, sono immerse in uno spazio indefinito, dove non esiste confine tra cielo e terra. 


L'autore degli affreschi, che aveva a disposizione – probabilmente – scarsi riferimenti culturali e limitati mezzi tecnici, si posiziona lontano dalla tradizione classica della pittura anteriore e di quella romanica, conservando una straordinaria freschezza espressiva.
In questa zona alpina, tra Italia e Svizzera, sono concentrate la maggior parte delle rare pitture parietali carolingie d'Europa. Ne sono stupendi esempi la chiesa dedicata a San Benedetto, a Malles non lontano da Naturns, ed in Val Mustair, sul versante svizzero, il monastero di San Giovanni.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/

Bibliografia & sitografia


Silvia Renhart, San Procolo di Naturno - storia dissepolta - archeologia, antropologia, storia degli uomini del medioevo e del periodo della peste, Tirolo, Museo provinciale di castel Tirolo, 1991


https://www.suedtirol-it.com/naturno/museo-procolo.html

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

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