Con serenità, ma anche con determinazione, i medici del gruppo della
medicina di segnale (735 iscritti all’Ampas, la nostra associazione, di
cui tanti impegnati in prima linea), preoccupati per le possibili derive
autoritarie in atto, desiderano fare chiarezza circa la possibilità che
siano lesi dei diritti costituzionalmente garantiti per i cittadini.
1. Lesione libertà costituzionalmente garantite. In questo periodo sono stati gravemente lesi alcuni diritti
costituzionali (la libertà di movimento, il diritto allo studio, la
possibilità di lavorare, la possibilità di accedere alle cure per tutti i
malati non-Coronavirus) e si profila all’orizzonte una grave lesione al
nostro diritto alla scelta di cura. Tutto questo in assenza di una vera
discussione parlamentare, e a colpi di decreti d’urgenza. Ci siamo
svegliati in un incubo senza più poter uscire di casa se non firmando
autocertificazioni sulla cui costituzionalità diversi giuristi hanno
espresso perplessità, inseguiti da elicotteri, droni e mezzi delle forze
dell’ordine con uno spiegamento di forze mai visto neppure nei momenti
eversivi più gravi della storia
del nostro paese. Ora sta entrando in vigore un’app per il tracciamento
degli spostamenti degli individui, in patente violazione del nostro
diritto alla privacy, e che già qualcuno pensa di utilizzare per scopi
extrasanitari.
Ma tra le lesioni più gravi ai nostri diritti
costituzionali spicca quella legata al diritto di scelta di cura, ben
definito sia nella Costituzione che nel documento europeo di Oviedo. Noi
medici siamo colpevoli di non aver adeguatamente contrastato, due anni fa, una legge che toglieva al pediatra di fatto ogni dignità e autonomia decisionale. Ricordiamoci che una lesione di diritti non giustificata è sempre la premessa ad altre possibili lesioni.
2. Conflitti di interesse.
Gli attori “scientifici” della redazione e della promozione della
citata legge Lorenzin non sembrano essere molto diversi dai “consulenti”
dell’emergenza di oggi. Ci chiediamo se le informazioni provenienti
dalle figure che operano come consulenti del Ministero della Salute
siano diffuse con la comunicazione dei conflitti di interesse che essi
possano avere con aziende del settore. Non sarebbe etico né lecito avere
consiglieri che collaborano con grandi aziende farmaceutiche. Sempre in
tema di conflitto di interessi: è stato il Parlamento a stabilire i
componenti della Task force costituita recentemente per affrontare la
cosiddetta fase2? Sono presenti possibili conflitti di interesse? Tali
soggetti pare abbiano chiesto l’immunità dalle conseguenze delle loro
azioni. Ma non dovrebbero essere figure istituzionali a prendere
“decisioni” sul futuro del nostro paese? Una cosa è la consulenza, altro
è decidere “in nome e per conto”. Con quale autorità?
3. Libertà di espressione e contraddittorio. Il
giornalismo dovrebbe essere confronto di idee, discussione, valutazione
di punti di vista diversi. Ci chiediamo quanto sia garantita la libertà
di espressione anche di professionisti che non la pensano come noi.
Vediamo invece giornalisti che festeggiano la “cattura” di un povero
runner sulla spiaggia da parte di un massiccio spiegamento di forze, e
la sistematica cancellazione di ogni accenno a diversi sistemi di cura
rispetto alla “narrazione ufficiale” del salvifico vaccino, si tratti di
vitamina C o di eparina, in totale assenza di contraddittorio. In
questo quadro intossicato, le reti e i giornali maggiori mandano in onda
continuamente uno spot, offensivo per l’intelligenza comune, in cui si
ribadisce a chiare
lettere che la loro è l’unica informazione seria e affidabile: il resto
solo fake. Viene così creata l’atmosfera grazie alla quale si
interviene su qualunque filmato, profilo social, sito internet che non
si reputi in linea con la narrazione ufficiale. Nessuna dittatura può
sopravvivere se non ha il supporto di una informazione asservita.
4. Vaccino: soluzione a tutti i mali? Tutti
aspettano come una liberazione il nuovo vaccino (che giornalisti e
virologi a senso unico continuano a vantare come l’unica possibile
soluzione), dimenticando alcuni fatti. Il primo è che il vaccino viene
sviluppato sulla base delle proiezioni teoriche sui virus in circolo
l’anno precedente, e dunque è una “scommessa” (è esperienza comune ad
ogni inverno che molte persone vaccinate si ammalino comunque). Il
secondo è la continua forte variabilità di un virus a RNA come il
Coronavirus, di cui pare esistano già diverse varianti. Ciononostante,
in dispregio anche del rischio di interferenza virale (per cui il
vaccino per un virus diverso può esacerbare la risposta ad un altro
virus) la regione Lazio propone l’obbligatorietà per tutti i sanitari e
tutti gli over65 di effettuare vaccinazione antinfluenzale ordinaria,
violando ancora una volta (se l’obbligo fosse reale) il diritto
costituzionale alla scelta di cura. E i difensori della Costituzione,
muti. Facile immaginare cosa succederà non appena sarà reso disponibile,
con iter accelerati e prove di sicurezza minimali, il nuovo vaccino
salvavita. Da medici vogliamo ribadire l’importanza del rispetto della
libertà di scelta di cura così come costituzionalmente definita.
5. Bambini e movimento fisico. Una nota è necessaria
per capire la gravità della situazione anche per quanto concerne
movimento fisico e chiusura in casa dei nostri bambini. La stessa OMS si
è pronunciata nel merito raccomandando l’uscita all’aria aperta e il
movimento fisico come indispensabili presidi di salute e di sostegno
immunitario. Quasi tutti gli altri paesi europei hanno consentito
l’uscita in solitaria per fare sport e la passeggiata con i bambini. Noi
no. Con una regola di incredibile durezza, venata di un inaccettabile
paternalismo (“se li lasciamo liberi poi non sono capaci di stare
distanti”) abbiamo creato disagi psicologici e fisici (obesità e
sedentarietà) e costretto a salti mortali i pochi obbligati al lavoro
(sanitari, agricoltori, trasportatori, negozi alimentari). Non possiamo
inoltre non rimarcare la totale disattenzione di questi draconiani
provvedimenti nei confronti delle famiglie con figli disabili (e in
particolare autistici) per i quali il momento quotidiano di uscita
all’aria aperta rappresenta un indispensabile supporto alla propria
difficile condizione. I più fragili, come sempre, pagano il pedaggio più
duro. Tutto ciò non bastasse è stata scatenata la guerra del sospetto e
della delazione tra gli invidiosi delle
libertà altrui. Come lucidamente scrive Noam Chomsky, mettere i propri
sudditi uno contro l’altro è uno splendido sistema per qualunque
dittatura per distrarre il popolo da quello che veramente il potere
sta perpetrando a suo danno. L’intervento di squadre di polizia con
quad ed elicotteri ad inseguire vecchietti isolati sui sentieri non fa
che rafforzare l’idea di poter essere tutti sceriffi, a dimostrazione
della perfetta riuscita di induzione della psicosi da parte del potere.
6. Danni economici del lockdown: un disastro epocale.
Alcuni comparti, come quello del turismo, della ristorazione o
automobilistico hanno avuto riduzioni di fatturato vicine al 100%.
Questo significherà, come dicono le prime stime, una decina di milioni
di disoccupati. Che smetteranno di pagare i mutui in corso. Smetteranno
di acquistare beni di consumo. Perderanno le loro attività o le loro
aziende costruite in decenni di sacrifici. Noi medici sappiamo cosa
significhi questo a livello sanitario: migliaia e migliaia di nuovi
decessi. Persone che si ammaleranno, si suicideranno (le prime
avvisaglie sono già visibili), ritireranno i propri risparmi in banca.
Serve ripartire subito, tutti, senza tentennamenti. Per ridurre i danni,
che comunque, anche si ripartisse oggi, saranno epocali. Se domani si
dovesse scoprire che qualcuno ha surrettiziamente prolungato il lockdown
italiano (ad oggi il più duro d’Europa)
per mantenere alto il panico e trovare un ambiente più pronto
all’obbligo vaccinale, ci auguriamo solo che la giustizia possa fare il
suo corso con la massima durezza. La gente perde il lavoro e muore di fame, e lorsignori pontificano.
7. Le cure. Anche qui l’argomento è imbarazzante. È
comprensibile che un virus nuovo possa spiazzare anche i migliori medici
per qualche tempo. Ma via via che le informazioni si accumulano
occorrerebbe ascoltare coloro che sul campo hanno potuto meglio capire.
Un gruppo Facebook di cui molti di noi fanno parte, nato spontaneamente
come autoaiuto, e che conta circa 100.000 iscritti, ha elaborato delle
raccomandazioni di cura efficaci poi inviate al ministero. Oggi che pare
chiaro e assodato che il decesso avvenga a causa di una forte
coagulazione intravascolare molte vite possono essere salvate con l’uso
della semplice eparina. Ma non basta: servono anche attenzioni
specifiche a seconda del timing della malattia: ai primi sintomi,
ai primi aggravamenti, o in fase procoagulativa. In particolare a noi
medici di segnale risulta difficile comprendere l’uso massivo di
paracetamolo o di altri antipiretici una volta acclarato che la febbre è
un potente antivirale per l’organismo. È in preparazione un documento
interassociativo anche su questo delicato argomento che merita più ampia
trattazione.
Ove qualcuno, tuttavia, si permetta di ritardare l’adozione di
sistemi di cura efficaci, per motivi meno che chiari (e alcuni
interventi televisivi volti a screditare l’eparina sembrano andare in
quella direzione) si aspetti reazioni forti da chi ha rischiato la
propria vita in prima linea. La magistratura sta ora indagando sui gravi
errori commessi in alcune Regioni nella gestione delle residenze per
anziani, veri e propri focolai d’infezione con purtroppo un numero
elevatissimo di decessi, stante la fragilità e la polimorbilità degli
ospiti, quasi sempre in trattamento con statine, antipertensivi,
analgesici, antidiabetici. Al di là delle responsabilità regionali, che
la magistratura valuterà, preme fare dei numeri: dei 22000 decessi
totali nazionali ben 7000 (il 30%!) sono di degenti in Rsa. Un dato
sconvolgente, ma che deve farci riflettere sull’incremento importante
dei decessi in alcune province. Gli errori fatti, in buona o cattiva
fede, sono costati la vita a più di 100 medici e ad un alto numero di
altri operatori sanitari che sono stati mandati allo sbaraglio senza un
piano preciso e senza i necessari dispositivi di protezione. A loro va
la nostra più profonda gratitudine.
8. Test sierologici ritardati o non autorizzati. Uno
dei modi per capire quante persone hanno già incontrato il virus
(smettiamo di chiamarli “contagiati”, perché talvolta hanno avuto solo
lievi sintomi influenzali e prodotto splendidi anticorpi) è quello di
effettuare un test sierologico, che è di costo contenuto e che evidenzia
malattia in corso (IgM+) o malattia superata e presenza di anticorpi
memoria (IgG+). Chi sia IgG+ potrebbe già serenamente ricominciare a
muoversi senza particolari cautele né per sé né per gli altri.
Sensibilità e specificità di questi test sono altissime a differenza di
quelle dei tamponi. Perché tanta ostilità da parte di governo e
istituzioni sanitarie tanto da vietarne l’uso “fino ad approvazione di
un test affidabile”? I casi
di Ortisei (45% di positivi) e di Vò Euganeo (75%) ci dicono che
probabilmente il virus si è già diffuso molto più di quanto pensiamo e
che le misure in essere potrebbero non essere poi così necessarie,
almeno in alcune zone d’Italia.
9. Qualche numero. Vi preghiamo, risparmiateci il
teatrino delle 18. Quei numeri non sono affidabili e fanno parte di una
consumata regia. A fianco di Borrelli sfilano talvolta alcune figure i
cui potenziali conflitti d’interesse non vengono mai dichiarati. Il
numero dei “contagiati” è privo di senso, visto che dipende dal numero
di tamponi effettuato. E la stragrande maggioranza della popolazione
potrebbe già avere incontrato il virus senza saperlo. Stime della Oxford
University parlano di 11 milioni di potenziali positivi già ora. Se
questo dato fosse vero la letalità di Sars-Cov2 sarebbe veramente
irrisoria: lo 0,05%, anche prendendo per veri i dati di mortalità. Ma
anche su questi permane il terribile dubbio sui decessi PER e CON
Coronavirus. Diverse testimonianze mettono in forte dubbio il dato,
visto che ogni giorno in Italia ci lasciano circa 1900 persone (dati
Istat) e non si fa fatica ad estrarne 400, tra questi, che siano anche
positivi al virus. Tuttavia è dato chiaro a chi lavori in prima linea
che la grave coagulazione intravascolare indotta dall’incontro tra il
virus e un terreno per lui fertile (età media decessi 78 anni, media
3,3 patologie presenti) possa portare rapidamente alla morte individui
fragili che tuttavia avrebbero volentieri vissuto qualche anno ancora.
In Inghilterra hanno rilevato che che il 73% dei pazienti ricoverati in
terapia intensiva per coronavrus è sovrappeso o obeso. Come dice il dr.
Lustig: «Il virus non distingue chi infetta ma distingue benissimo chi
uccide». Questi pazienti fragili comunque avrebbero preferito morire tra
le braccia dei loro cari piuttosto che da soli in questo modo
terribile. In altri paesi hanno usato modalità di calcolo diverse. Non
potremmo chiedere dati più precisi e affidabili evitando di diffondere
panico e preoccupazione?
10. Altri paesi europei e non: lockdown molto diversi. Altri paesi sia in Europa
che nel mondo stanno adottando lockdown parziali molto meno rigidi di
quello italiano, tanto che il lockdown completo viene ormai tristemente
chiamato “all’italiana”. Eppure abbiamo il problema da prima di tutti
gli altri e ci stanno facendo credere che lo chiuderemo buoni ultimi.
Per colpa dei runner e dei bimbi a passeggio, ovviamente. Peccato che in
molti paesi europei la passeggiata di adulti e bambini,
la gita al mare, l’accesso alle seconde case sia quasi ovunque
consentito, a patto di mantenere il distanziamento sociale. Ma non
eravamo nell’Europa
unita? Perché questa crudeltà nella sola Italia? Siamo ancora il paese
cavia? Richiediamo con forza di allinearci al più presto alle direttive
in essere nella maggior parte dei paesi europei.
11. Sostegno al sistema immunitario: i sani proteggono. Un punto chiave, che è sfuggito totalmente ai nostri governanti e ai nostri media
è che i sani (quell’85% delle persone che ha incontrato il virus e
nemmeno se ne é accorto, o ha subito lievi sintomi, costruendo presto
gli anticorpi necessari) conducono uno stile di vita più sano che ne ha
irrobustito e forgiato il sistema immunitario. Mangiare sano, fare sport
quotidiano, condurre una vita meno stressante (magari abitando fuori
città), assumere vitamine e integratori naturali, fare a meno di farmaci
inutili, rinunciare a fumare, a drogarsi o a bere senza controllo,
rappresenta un impegno che si vorrebbe vedere in qualche modo
valorizzato come comportamento virtuoso quantomeno in relazione al
risparmio che consente al sistema sanitario nazionale e, in questo caso,
alla protezione dalla diffusione del virus e alla non occupazione di un
posto letto, lasciato così libero per un altro. Invece se accendiamo la
Tv vediamo solo pubblicità di farmaci e di dolciumi. E tra i pochissimi
negozi aperti, in pieno lockdown, lo stato ha pensato bene di lasciare
le tabaccherie. Fuma, riempiti di dolci, stai sedentario e ingozzati di
farmaci: questo il messaggio che lo stato ci ha dato in questo periodo.
Tanto, presto, arriverà il vaccino.
12. Le richieste. Consapevoli del fatto che il
futuro sarà nuovo e diverso solo se capiremo che la nostra biologia non
ci consente di vivere in città superaffollate, inquinate, fumando,
drogandoci e mangiando solo cibi industriali e raffinati in completa
sedentarietà, vogliamo sperare che il “dopo emergenza” possa essere
migliore del “prima”. Ma questo potrà avvenire solo se avverranno molte
delle cose che siamo qui a richiedere, alcune immediate, altre a breve.
Richiediamo dunque con forza, a nome dell’associazione Ampas e dei 735
medici che ne fanno oggi parte (nonché dei numerosi simpatizzanti non
medici): L’immediato ripristino della legalità istituzionale e
costituzionale, richiamando il Parlamento alle sue funzioni democratiche
e al dibattito che necessariamente deve scaturirne. L’immediata
cancellazione di task force e di consulenti esterni i cui conflitti di
interesse potrebbero essere letti, nel momento in cui si affidino loro
responsabilità non previste istituzionalmente, come un aggiramento delle
regole democratiche. L’immediato ripristino del diritto al lavoro
per milioni di italiani, che se non possono avere il proprio stipendio
saranno presto alla fame con conseguenze prevedibili di ordine pubblico
(nel rispetto delle nuove regole di distanziamento fino a che sarà
necessario). L’immediato ripristino del diritto allo studio per milioni
di bambini, ragazzi, studenti universitari che sono stati da un giorno
all’altro privati di uno dei loro diritti fondamentali
(nel rispetto delle nuove regole, fino a che sarà necessario). La
protezione del diritto alla scelta di cura, già violato da precedenti
leggi, per impedire l’obbligatorietà di ogni possibile nuovo trattamento
sanitario. Ogni nuovo provvedimento emesso in emergenza dovrà
obbligatoriamente prevedere una data di fine del provvedimento, al fine
di non “tentare” alcuni a rendere le restrizioni alle libertà una
regola.
Il blocco di qualunque “app” o altro dispositivo informatico volto al
controllo dei movimenti delle persone in palese violazione della nostra
privacy. L’immediata riapertura della possibilità per adulti e bambini
di uscire all’aperto a praticare sport, passeggio, vita sociale, seppur
nel rispetto delle regole necessarie. Il ripristino immediato di una par
condicio televisiva o mediatica, con ospitalità nelle trasmissioni di
esponenti, ovviamente qualificati, di diversi punti di vista, con
allontanamento immediato (o retrocessione a mansioni diverse) di
conduttori che non abbiano saputo tener fede al loro dovere di
giornalisti. Dichiarazione dei propri conflitti di interesse da parte di
qualunque professionista sanitario che esprima un parere televisivo o
partecipi a un dibattito. L’omissione deve essere punita con un
allontanamento mediatico proporzionato. Lo spettatore deve sapere se chi
sta parlando riceve milioni di euro da un’azienda, o meno. Il divieto
di chiudere o cancellare siti o profili social in assenza di gravi
violazioni di legge. Eventuali cancellazioni dovranno comunque essere
tempestivamente notificate e giustificate. La rimozione di idee ed
opinioni solo perché diverse dal mainstream ufficiale non è degna di un
paese civile.
Il divieto per le forze dell’ordine di interpretare a propria
discrezione le regole di ordine pubblico fissate dai decreti. Qualunque
abuso, anche minimo, dovrà essere perseguito. Il divieto di radiazione
di medici per la sola espressione di idee diverse da quelle della
medicina ordinaria. Da sempre il dialogo e il confronto tra idee diverse
ha arricchito la scienza, che cambia e si evolve. Non sopravvalutiamo
le nostre attuali misere conoscenze. L’attivazione tempestiva di nuovi
protocolli di cura in tutti gli ospedali Covid19 che, oltre a garantire
la salute del personale sanitario, prevedano l’utilizzo di vitamine,
minerali, ozonoterapia e tutte le cure naturali e di basso costo
efficaci e documentate, accompagnando via via con farmaci più a rischio
di effetti collaterali solo in caso di aggravamento, e attivando solo
per la fase di crisi o pre-crisi l’utilizzo dei farmaciimmunosoppressori
e dell’eparina. La disponibilità immediata e per tutta la popolazione
di test sierologici IgM e IgG che possano consentire da subito sia di
monitorare lo stato di diffusione del virus nelle diverse aree, sia dare
la possibilità a chi sia IgG+ di riprendere la propria vita senza
alcuna limitazione.
In una ipotesi di graduale diffusione dell’immunità virale,
particolare attenzione dovrà essere riservata alla popolazione fragile:
anziani, obesi, ipertesi, diabetici, infartuati (le categorie più
colpite). Nel rispetto del diritto di scelta di cura nessun obbligo
potrà essere dato se non temporaneamente, ma solo forti raccomandazioni e
informazioni dettagliate sui rischi di infezione. Un individuo fragile
deve poter scegliere se rischiare di morire abbracciando il suo
nipotino, o restare vivo recluso in casa senza vedere nessuno. Una forte
campagna informativa sui rischi legati ad un cattivo stile di vita e su
come tale stile aumenti il rischio di essere infettati. O vogliamo
essere costretti a tenere le mascherine tutta la vita e a non poterci
più abbracciare per consentire a qualcuno di fumare e di gonfiarsi di
farmaci e di merendine zuccherate, disdegnando qualsiasi tipo di mo
vimento fisico? Ciascuno resterà libero di farsi del male ma almeno lo
stato non potrà dirsi complice. Il divieto, almeno in questo periodo, di
pubblicizzare sulle reti televisive e sui giornali farmaci e prodotti
dolciari ingrassanti, al pari di come già in atto con il fumo. Un aiuto
immediato alle tante famiglie in crisi
che a causa di questo lockdown totale hanno smesso di lavorare e di
produrre reddito, con modalità molto semplici (ad esempio ticket a
valore per acquisti di derrate alimentari). L’aiuto migliore per le
aziende, invece dell’elemosina, sarà una tempestiva riapertura.
(Comunicato del 21 aprile 2020 di Ampas, “Medici migliori, in un
paese migliore”, sottoscritto da 735 medici italiani e rilanciato dal
sito Ampas “Medicina di segnale“).
fonte: LIBRE IDEE
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