Quando scoppiò l’epidemia da Hiv immediatamente risultò chiaro che un
modo per contenere la sua diffusione c’era ed era molto semplice: usare
il preservativo. Avere rapporti sessuali con estranei non protetti
poteva diffondere la malattia ed il modo per evitarlo era in fondo molto
semplice. Usare una precauzione. Anche allora, ricordate, c’era chi
sosteneva che bastava baciarsi, per infettarsi, ma un medico – baciando
in bocca una bella ragazza sconosciuta, che si era prestata al gioco –
dimostrò che erano solo favole. Certo, la malattia era seria e per
guarire i malati ci sarebbe dovuto essere un vaccino, ma sono passati un
sacco di anni, e del vaccino non c’è ancora traccia. Mentre, per
fortuna, alcune cure sono state nel frattempo sperimentate con successo,
e oggi si muore sempre meno a causa di questa infezione virale. Oggi ci
troviamo di fronte ad un nuovo virus che ha prodotto una emergenza
epidemiologica in molte parti del pianeta, la quale si è presentata
nella forma di una influenza virale, e anche in questo caso si è
individuato uno strumento di protezione: la mascherina. C’è chi persino
sostiene che l’uso regolare di essa dovrà essere prolungato sino alla
scoperta di un vaccino, non prendendo in considerazione che ci vorrà del
tempo, molto tempo, e non è neppure detto che alla fine si trovi il
vaccino.
Ecco perché la cosa più importante da fare sarebbe quella di studiare
le cure, come del resto alcuni medici, peraltro ostacolati, stanno
cercando di fare. Ma è proprio vero che è assolutamente necessario, sino
alla scoperta di un vaccino, l’uso della mascherina?
Beninteso, non intendo contestare la sua utilità nel momento in cui si
sta diffondendo una influenza virale; soprattutto il personale sanitario
dovrebbe essere in questo caso obbligato a farne uso proprio per
evitare la diffusione del contagio, e lo stesso vale per gli infetti. Se
fosse stata tempestivamente adottata una tale misura, i danni sarebbero
stati sicuramente minori. La cosa paradossale è che quando la
mascherina era indispensabile, nessuno la utilizzava o addirittura se ne
sconsiglia un uso generalizzato; ora invece che essa non è più
indispensabile o addirittura è nociva per la salute, la si vorrebbe
rendere obbligatoria per tutti. C’è chi ritiene persino che la
mascherina diventerà la nuova moda dell’estate, che dovremmo tenerla in
spiaggia, per strada, quando si passeggia; insomma, pare proprio che
della mascherina non ci libereremo tanto facilmente. Sarà la
protagonista della fase due.
È certo un problema farsi un aperitivo con una mascherina. Pare che
ne stiano progettando alcune speciali con buco attraverso il quale con
l’uso di una cannuccia si potrà bere un Martini. Più difficile è
mangiare con la mascherina, ma l’immaginazione italiana è infinita.
Oserei dire impossibile baciare con la mascherina, ma baciare è comunque
vietato anche tra i coniugi perché è difficile tenere un metro di
distanza, in questo caso. C’è del metodo in questa follia? Ha un senso
obbligarci a coprire il nostro volto all’aperto, anche quando il virus
con il caldo non riesce a sopravvivere? Anche il “Corriere della Serva”
non riesce più infatti a nascondere l’evidenza, vale a dire che la curva
epidemiologica – purtroppo per il governo – è in discesa. Ragioni sanitarie,
dunque, io non ne vedo. L‘intenzione è allora quella di lanciare un
nuovo capo di abbigliamento? Un tempo la cravatta per gli uomini e il
foulard per le donne e ora la mascherina per tutti? Insomma, la
mascherina realizza finalmente la parità dei sessi?
Se si trattasse di questo non ci sarebbe niente di male; il male sta
nel fatto che vogliono imporre questo nuovo capo di abbigliamento unisex
a tutti, e tutte le volte che usciamo di casa. Dal “restare a casa”
all’“uscir di casa” sì, ma solo alle condizioni prescritte. Epidemia
dell’idiozia? No, c’è del metodo, il metodo del fanatismo. Che
differenza c’è infatti tra l’obbligo della mascherina e l’obbligo per le
donne musulmane di portare il Burqa o il Niqab? Una imposizione pura e
semplice, in questo ultimo caso almeno – se vogliamo – giustificata da
tradizioni, usi, e costumi. La mascherina è molto peggio del Burqa,
perché noi le mascherine le mettiamo solo a Carnevale quando ogni
scherzo vale.
Mentre ora il Comitato Tecnico Scientifico del Governo Terapeutico non
scherza affatto. Chi alle regionali di settembre o al referendum vorrà
votare dovrà indossare obbligatoriamente la mascherina e persino i
guanti. L’esercizio di un diritto politico fondamentale come quello del
voto è meno importante dell’uso della mascherina. Perché siamo arrivati a
tanto?
L’unica risposta che mi è venuta in mente è la seguente. Dal momento
che l’esperimento sociale del virus in un paese democratico è
perfettamente riuscito solo in Italia, dove un popolo intero è stato
ridotto per mesi allo stato di “schiavitù volontaria”, forse si può
continuare nell’opera di addomesticamento, con questa ultima
umiliazione. I cani possono uscire di casa, ma solo con la museruola. E
chi non lo farà sarà facilmente individuabile e punibile. Perché è
facile distinguere gli uomini con mascherina dagli uomini senza
mascherina. Gli uomini senza mascherina saranno il vero pericolo
di questa estate. Perché vuol dire che quegli uomini non hanno
accettato niente di quello che sinora questo governo ha fatto, non si
sono internamente piegati alle limitazioni della loro libertà, non hanno
accettato il modo barbaro in cui sono stati bruciati i morti, onde
evitare che si potesse scoprire l’”arma del delitto”. Questi uomini non
hanno dimenticato il terrore: non quello dell’Isis, ma quello di un
governo che ha gettato un popolo intero nel panico collettivo per
poterlo dominare. Non l’hanno dimenticato, e per dimostrarlo vanno fieri
di uscire senza il bavaglio. Questi sono gli uomini liberi.
(Paolo Becchi, “La mascherina, la museruola”, da “Libero” del 24 maggio 2020; articolo ripreso sul blog di Becchi).
fonte: LIBRE IDEE
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