venerdì

il documento CIA del 26 novembre 1985

Craxi, Andreotti e la crisi di Sigonella.



Un documento Cia (Central Intelligence Agency) risalente al 26 novembre 1985 e desecretato il 12 settembre 2009, qui riprodotto integralmente, e tradotto in italiano, apre degli squarci interessanti sulla vicenda del sequestro dell’Achille Lauro e sulla famosa crisi di Sigonella. L’11 ottobre 1985 i caccia americani intercettano l’aereo egiziano che sta portando in Tunisia i dirottatori della nave italiana e lo costringono ad atterrare nella base militare di Sigonella, in Sicilia. Venti carabinieri e trenta avieri dell’Aeronautica militare circondano l’aereo. Sono a loro volta circondati da una cinquantina di militari americani della Delta Force. Poi affluiscono alla base i rinforzi dei carabinieri, che circondano gli americani. Dopo ore di tensione, alla fine gli americani desisteranno.

Nel documento, la Cia definisce l’affaire dell’Achille Lauro e poi di Sigonella come la più grossa crisi diplomatica tra Italia e Stati Uniti del dopo guerra. Una crisi che ha reso evidente come spesso gli interessi italiani e americani non coincidano, soprattutto per quanto riguarda la politica medio orientale. Individuano nei fatti dell’Achille Lauro e di Sigonella la causa della caduta del governo Craxi, un governo comunque allineato con la Nato e gli Usa. Ma Craxi e Andreotti rappresentano un problema, perché questi due uomini sono pronti a non seguire i dettami americani nella politica che riguarda il Medio Oriente. E dopo Sigonella, ne sono sicuri, Craxi alzerà il prezzo (c’era già un prezzo?) su alcune cose che gli americani potrebbero chiedere. Inoltre c’è un diffuso malessere all’interno delle forze armate italiane, che data già alla vicenda del rapimento del generale Dozier del 17 dicembre 1981 (il documento Cia sbaglia l'anno con il 1983).
Alla luce di questo documento si può ben guardare con altri occhi a quello che accadde cinque mesi dopo Sigonella, e che è stato interpretato come un comportamento ‘falso’ di Bettino Craxi, che fintamente in pubblico avrebbe difeso la sovranità italiana, per poi nella realtà cedere agli americani su tutta la linea. Solo cinque mesi dopo la tanto osannata dimostrazione di orgoglio nazionale di Sigonella, infatti, nel marzo 1986 gli F111 Usa, provenienti dalla Gran Bretagna e ufficialmente diretti alle basi inglesi di Cipro, decollano dalla base siciliana  di Sigonella per attaccare e bombardare il golfo della Sirte. Craxi avrebbe trattato subito con gli americani e fatto quasi un atto di riparazione, concedendo segretamente a Reagan la base di Sigonella per attaccare la Libia di Gheddafi.  La giornalista italiana, Sofia Basso, analizzando materiale Usa recentemente declassificato, si è imbattuta in una nota confidenziale scritta a Reagan nella primavera 1986 dall’allora segretario di Stato americano, George Shultz, uscita dagli archivi segreti del Dipartimento di Stato. L’appunto di Shultz spiega che «i rapporti con Craxi erano eccellenti», l’episodio dell’Achille Lauro era ormai «cosa del passato» e che «su base confidenziale, l’Italia aveva permesso l’uso di Sigonella per operazioni di supporto in relazione all’esercitazione nel golfo della Sirte». A una sola condizione: la riservatezza. La Libia era accusata di essere il mandante degli attentati compiuti in varie parti del mondo da terroristi arabi. Reagan, senza consultare né il Congresso, né i partner europei, il 22 marzo 1986 inviò navi e aerei nel golfo della Sirte, che Gheddafi considerava acque territoriali libiche. Gli Usa colpirono due navi libiche e una base missilistica. Le cancellerie occidentali si divisero: Gran Bretagna e Germania applaudirono la dimostrazione di forza, il resto dell’Europa espresse forti dubbi. Il più duro nelle critiche agli Usa fu proprio Craxi il quale, in una seduta straordinaria del Parlamento, proclamò che non era con ripetute "esercitazioni militari" in un’area già scossa da forti tensioni che si poteva difendere il diritto internazionale. Il memorandum di Shultz rivelerebbe che Craxi voleva farsi perdonare l’episodio dell’Achille Lauro, ed essere considerato partner privilegiato degli Usa nelle relazioni tra Est e Ovest e essere ammesso nel gruppo dei cinque Paesi industrializzati. Per questo, in pubblico strillava contro gli americani ma, sottobanco, dava loro il via libera.
Ma quanto accaduto, invece, alla luce del documento Cia del novembre 1985 potrebbe nascondere altro, cioè una ‘concessione’ venduta cara: Craxi «Probabilmente è determinato a ricavare un prezzo maggiore, in futuro, per le sue ‘concessioni’ su tutta una serie di problemi». Così è scritto nel documento della Cia.  Si può ipotizzare dunque che la concessione ‘silenziosa’ di Sigonella cinque mesi dopo il grave scontro diplomatico dell’11 ottobre 1985 nascondesse un do ut des mai rivelato fino ad ora. Premiato nell'ottobre 1988 come “uomo dell'anno” dalla comunità italoamericana,  Craxi fu ricevuto da Ronald Reagan alla Casa Bianca, alla vigilia delle elezioni presidenziali che avrebbero visto la vittoria di George Bush senior. Era considerato il politico italiano con il più brillante futuro, anche in considerazione del lento deteriorarsi del potere democristiano. Colin Powell scriverà: «Craxi è il più potente leader politico italiano. Come Primo Ministro fra il 1983 e il 1987, ha forgiato una politica estera italiana più assertiva, sostenendo il dispiegamento in Italia dei missili nucleari a medio raggio, e unendosi a noi e agli altri alleati occidentali nell'inviare forze di pace in Libano, e dragamine nel canale di Suez. Da quando ha lasciato l'incarico nel 1987, ha energicamente appoggiato la decisione dell'Italia di accettare il ridispiegamento della nostra 401ma squadriglia di caccia dalla Spagna in Italia. Ha difeso la decisione del governo di dispiegare le navi italiane nel Golfo Persico, e di contribuire alla forza di osservatori delle Nazioni Unite che controlla il cessate il fuoco tra Iran e Iraq. Il partito socialista di Craxi è secondo in grandezza nella coalizione pentapartito al governo attualmente diretta da Ciriaco De Mita, che vi ha reso visita in giugno. Tutti gli osservatori politici in Italia predicono che Craxi diverrà ancora una volta primo ministro italiano. Abbiamo avuto la nostra razione di divergenze con Craxi in passato, in particolare sulla politica mediorientale e in relazione alla Libia. Ma, tutto sommato, egli è stato uno dei più saldi sostenitori dell'Occidente».
Ma di lì a poco cadrà il muro di Berlino, si aprirà il fronte balcanico, cambieranno il peso e il ruolo dell’Italia nel panorama internazionale. Cambieranno gli equilibri politici mondiali. In Italia nascerà la Lega nel 1989, il Partito Democratico della Sinistra nel 1991. Nel 1994 Berlusconi scenderà in politica. Nel frattempo spariscono la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista di Craxi, che forse era destinato a prenderne il posto in un contesto internazionale assai diverso. C’è bisogno di politici nuovi, magari meno esosi, e più affidabili.

Traduzione documento:
Punti di discussione per l'ADDI (Assistant Deputy Director for Intelligence).
Implicazioni sulla politica estera italiana in seguito al dirottamento.
Il dirottamento dell’Achille Lauro è stata una delle più serie sfide internazionali che alcun governo italiano abbia mai affrontato nel periodo post bellico. Ha abbattuto un governo stabile la cui politica estera era caratterizzata da un grosso sostegno per la Nato e gli Usa.
La crisi ha reso evidente ai leaders italiani e al pubblico che gli interessi italiani e americani non coincidono spesso. I legami italiani con Nato e USA sono stati la chiave di volta della politica italiana post bellica.
Il presidente del consiglio Craxi, il ministro degli esteri Andreotti, e il ministro della difesa Spadolini sono tutti determinati a mantenere i legami italiani con Nato e Usa, ma Craxi e Andreotti sono più pronti a rompere con gli Usa su specifici problemi, specialmente sul Medio Oriente.
Craxi quasi certamente incolpa gli Stati Uniti in grande misura per la caduta del (suo) governo.
Probabilmente è determinato a ricavare un prezzo maggiore, in futuro, per le sue ‘concessioni’ su tutta una serie di problemi.
Gli ufficiali italiani, soprattutto i militari, probabilmente saranno più diffidenti alle richieste americane, e più determinati a salvaguardare le prerogative italiane.
L’atto di forza degli Stati Uniti sull'asfalto a Sigonella e la sorveglianza dell'aereo di linea egiziano durante il volo dalla Sicilia a Roma, quasi certamente hanno irritato i comandi militari italiani.
Questa è la seconda volta che le unità speciali Usa hanno sollevato le forze italiane. Gli ufficiali italiani sono rimasti offesi da quello che considerarono un comportamento arrogante americano durante il rapimento Dozier nel 1983.

Documento reso pubblico il 12/09/2009

fonte: http://larapavanetto.blogspot.com/

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