giovedì

dalla comunità gay di San Diego al Papa di Roma

LA BIZZARRA VICENDA DI THEODORE «VANCE» COUKOULIS.




In questi giorni va in onda su una rete Rai la fiction prodotta dal canale televisivo americano FX, che racconta l’omicidio di Gianni Versace avvenuto a Miami Beach il 15 luglio 1997. La fiction si basa interamente sul libro della giornalista di Vanity Fair Maureen Orth, che sin dall’inizio seguì il caso approfondendo la storia dei protagonisti e il mistero di una vicenda assai complicata. Il libro della giornalista dal titolo ‘ Il caso Versace’ apparve per la prima volta nel 1999, frutto di un’imponente e scrupolosa ricerca, basato sulle analisi dei rapporti della polizia e su oltre quattrocento interviste. La verifica delle fonti è stata rigorosa, e l’autrice sottolinea che il suo libro non è a oggi mai stato oggetto di azioni legali o contestazioni dirette che ne abbiano bloccato la diffusione. 
Nel libro è raccontata con molta accuratezza la biografia di Andrew Cunanan, l’assassino di Versace. E’ descritto il suo ambiente famigliare, e poi l’ambiente della comunità gay di San Diego di fine anni Ottanta e primi anni Novanta, dove trovava da vivere. Andrew Cunanan viveva allacciando di volta in volta relazioni con uomini anziani molto ricchi in cerca di compagnie stabili, e spacciava droga. Una droga in particolare, che all’epoca andava per la maggiore nella comunità gay di San Diego: il crystal meth. E di questa droga Cunanan ne faceva anche abbondante uso. Conosceva gli uomini dai quali si faceva mantenere, non in semplici bar gay. Gli uomini più ricchi e famosi di San Diego non entravano nemmeno in quei bar, la loro vita sociale si svolgeva tutta grazie a inviti privati esclusivi. In questo mondo elitario Andrew Cunanan spacciava (assieme ad altri) la crystal meth, che favorì l’emergere nel mondo gay altolocato di San Diego di pratiche che prima erano confinate alle frange più marginali della società gay cittadina. Iniziarono a circolare video di contrabbando in cui i soggetti, per lo più drogati, erano filmati durante atti sessuali a loro insaputa. Il più famoso organizzatore di feste dell’ambiente era un piccoletto, ex seminarista di origini irlandesi e greche, che affermava di essere ingegnere chimico e prete cattolico. Si chiamava Theodore «Vance» Coukoulis, e conosceva bene la chimica pur non possedendo nessun diploma. Per quanto possa sembrare incredibile Vance assieme a due veri sacerdoti cattolici, dopo il disastro di Chernobyl, si era recato a Kiev per consegnare alla sezione locale dell’Accademia russa delle scienze un saggio su una formula chimica che lui aveva contribuito a sviluppare per diminuire le radiazioni. Vance aveva frequentato vari seminari cattolici americani, ma non era mai stato ordinato sacerdote. Nel 1994 finì in prigione per detenzione di droga, dopo che i vicini di casa si erano lamentati per il chiasso dei suoi party. Uscito di prigione con cinque anni di sospensione condizionale della pena, fu arrestato nuovamente nel 1998 in Arizona per sfruttamento sessuale di minori tramite video pornografici. Lo Stato gli offrì un patteggiamento che lui rifiutò. I documenti raccontano che Vance si presentava ai ragazzi come un sacerdote che lavorava in vaticano con il Papa, o come un ex sacerdote. Quando i ragazzini iniziavano a fidarsi di lui li portava a casa sua, o in hotel, li faceva bere bevande alcoliche contenenti droga e poi li filmava facendoli recitare in filmini porno nei quali appariva anche lui con un berretto da baseball in testa. Vance era nato nel 1951, apertamente gay fin da giovanissimo, era figlio di un ufficiale dell’aeronautica andato in pensione dopo essere diventato generale. Aveva conoscenze altolocate e sulle pareti di casa sua erano esposte in bella vista le fotografie che lo ritraevano in compagnia del Papa Giovanni Paolo II, o con accessori sadomaso. Si vantava del fatto che un giorno in Piazza San Pietro «tra un milione di fedeli, il santo Padre mi vide, mi si avvicinò e mi chiese se volevo lavorare con i bambini handiccapati in Vaticano». Affermava di essere vissuto a Roma per due anni. Ma la verità su questo bizzarro tipo, è ancora più strana di ciò che lui raccontava. Padre Charles Shelton, un vero francescano, che accompagnò Vance a incontrare il Papa in più di un’occasione, disse che Vance aveva lavorato per un personaggio di Phoenix dei servizi segreti, legato alla Cia e ai cinesi. Gli incontri con il Papa sarebbero serviti per esercitare pressione sul Vaticano per aprire un consolato a Phoenix, in modo che i cinesi potessero usarlo per negoziare accordi sul petrolio estratto nel Mare Cinese Meridionale, senza essere spiati dai russi. Poi accadde l’episodio di Piazza Tiananmen e l’affare si bloccò. Padre Charles ha delle fotografie di Vance con il Papa, e afferma che gli incontri tra i due furono sempre molto brevi e misteriosi. Dice di non aver mai saputo nulla delle attività illegali di Vance. Anzi racconta che con lui si recò anche in Russia per offrire la formula per Chernobyl e per ottenere l’aiuto russo per il rilascio dei prigionieri di guerra dispersi nell’Asia sud orientale, tra i quali c’era anche suo padre. Una volta giunto in Russia però Vance aveva perso la testa esibendo i suoi soldi al bar dell’hotel, facendosi derubare e picchiare. E proprio questa aggressione gli aveva permesso di conoscere, incredibilmente, il medico personale di Gorbaciov, che lo curò. Theodore Vance Coukolis è morto il 1 maggio 1999 in carcere con sulla testa tanti capi di imputazione per sfruttamento sessuale di minori, per un totale di pena di trecento anni di detenzione. Il suo personaggio ambiguo, misterioso e per certi versi incredibile, ricorda molto, anche fisicamente, uno dei personaggi più bizzarri coinvolti nell’inchiesta sull’assassinio di JFK, vale a direDavid William Ferrie il pilota americano accusato dal procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison di essere coinvolto in una cospirazione per assassinare il presidente. Garrison affermò che Ferrie conosceva Lee Harvey Oswald, e decenni dopo infatti emersero delle foto che confermarono che Ferrie era stato nella stessa pattuglia della Civil Air Patrol di Oswald negli anni Cinquanta. Ferrie frequentò il liceo di Sant'Ignazio di Cleveland dove era nato, la John Carroll University, e il St. Mary's Seminary, dove studiò per il sacerdozio, oltre che il Baldwin-Wallace College. Trascorse tre anni nel Seminario di St. Charles a Carthagena, nell'Ohio. Nel 1944 lasciò il seminario per "instabilità emotiva". Ottenne la licenza di pilota e iniziò a insegnare alla Cleveland's Benedictine High School. Fu in seguito licenziato per diverse infrazioni, tra cui favoreggiamento della prostituzione minorile. Divenne ispettore delle assicurazioni e, nel 1951, si trasferì a New Orleans dove lavorò come pilota per la Eastern Air Lines, fino a perdere il lavoro nell'agosto 1961, dopo essere stato arrestato due volte per atti contro la morale pubblica. All'inizio degli anni Sessanta Ferrie lavorò con Guy Banister, ex agente speciale incaricato (SAC) dell'ufficio di Chicago dell'FBI, attivista politico di destra, segregazionista e investigatore privato. Banister lavorò con il socio di Ferrie, Sergio Arcacha Smith. All'inizio del 1962, sia Banister che Arcacha Smith avevano gli uffici nel Newman Building nell'angolo di 544 Camp Street / 531 di Lafayette Street, a New Orleans. Secondo numerosi testimoni, Ferrie e Banister lavorarono insieme nell'autunno del 1963 per l'avvocato G. Wray Gill, a nome del cliente di Gill, il boss della mafia di New Orleans, Carlos Marcello, nel tentativo di bloccare la deportazione di Marcello in Guatemala.

Fonte principale: Il caso Versace, Maureen Orth, 2018.

fonte: LARA PAVANETTO

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