mercoledì

gli asili per lunatici


Lunatico è un termine obsoleto che si riferisce ad una persona affetta da epilessia; per estensione, essendo l’epilessia equiparata ad una forma di possessione diabolica o di follia, assume il significato di pazzo o invasato ciclicamente. Nel tempo, il termine lunatico, iniziò ad indicare le persone affette da frequenti cambiamenti caratteriali e da irascibilità. Il termine lunatico deriva dalla parola latina lunaticus che, originariamente si riferiva principalmente all’epilessia ed alla pazzia siccome tali malattie si pensavano generate dalla Luna. Filosofi come Aristotele e Plinio il Vecchio sostenevano che la Luna piena induceva la follia in alcuni individui, probabilmente affetti da disturbo bipolare, fornendo luce durante la notte che altrimenti sarebbe stata buia. Inoltre, la luce della luna piena, colpiva individui sensibili privandoli del sonno. 


Nel IV e nel V secolo gli astrologi utilizzavano comunemente tale termine quando si riferivano a persone affette da malattie neurologiche e psichiatriche. Sino al XVIII secolo era credenza comune che la luna influenzasse gli individui causando febbre, reumatismi o episodi d’epilessia. La storia delle istituzioni psichiatriche racconta della nascita e dello sviluppo degli asili per lunatici, della graduale trasformazione in manicomi e della sostituzione di tali enti con gli ospedali psichiatrici. Lo sviluppo e l’evoluzione di tali istituzioni, spiega e chiarisce l’ascesa della psichiatria organizzata e riconosciuta ufficialmente come branca della medicina. Lo sviluppo delle istituzioni psichiatriche comportò l’accettazione, da parte della maggioranza della popolazione, che l’istituzionalizzazione in determinati luoghi delle persone affette da disturbi psichici fosse la soluzione più corretta per trattare tali problematiche. 


La nascita degli asili per lunatici fu preceduta dallo sviluppo d’altri istituti, per esempio le case per matti, nei quali erano ricoverati i vagabondi, le prostitute, i visionari e tutti quegli individui etichettati come anomali. Nel corso del XIX secolo, periodo di gran fermento e cambiamenti, furono internati negli asili le persone affette da cretinismo, da idiozia, i poveri e le vedove che non avevano alcun mezzo di sostentamento. Nel corso della seconda metà dell’ottocento, si sviluppò l’internamento anche per gli invertiti sessuali, le persone colpite dalla sindrome di Down ed i soggetti colpiti da malattie a trasmissione sessuale. Durante quel periodo l’istituzionalizzazione dei malati fu largamente accettata come soluzione al di fuori delle famiglie e delle piccole e ristrette comunità locali. Prima del XIX secolo la follia fu considerata principalmente come un problema domestico; le famiglie e le autorità parrocchiali erano tenute alla cura ed alla tutela delle vite degli insani. In casi eccezionali qualora un giudice avesse ritenuto il malato particolarmente violento, la persona considerata insana di mente poteva essere confinata in case di correzione o, addirittura, destinata ai lavori forzati. 


Il livello di specializzazione delle istituzioni per la cura ed il controllo di tali problematiche rimase limitato sino al XVII secolo, quando il modello iniziò a cambiare. L’asilo per pazzi iniziò a proliferare ed ampliare le proprie dimensioni. Nel 1632 il Bethlem di Londra era composto di un salotto, una cucina, due dispense e 21 stanze dove potevano essere ricoverati le persone distratte o ritrovate in stato confusionale. Nel piano superiore erano previste otto stanze per gli assistenti. Il Bethlem londinese rimase per lungo tempo un “luogo aperto” malgrado alcuni soggetti, definiti pericolosi o turbativi, potevano essere incatenati. Nel 1676 il Bethlem londinese si espanse a tal punto da raggiungere una capacità ricettiva di oltre 120 internati. Una seconda istituzione pubblica fu aperta a Norwich nel 1713; si trattava di una piccola struttura che poteva ospitare circa 30 internati. A queste prime due ne seguirono molte altre: a Londra fu aperto il Saint Luke Hospital for Lunatics del 1751 ed a Manchester il Lunatic Hospital inaugurato nel 1766. L’ultimo asilo per lunatici inaugurato, in ordine di tempo, fu quello di Liverpool del 1797. Un’espansione simile avvenne anche nelle colonie americane: il Pennsylvania Hospital fu fondato nel 1751 ed i primi pazienti furono ammessi l’anno successivo. Proprio in quelli che diventeranno gli Stati Uniti d’America fu fondato il primo istituto per malati mentali: era l’Eastem State Hospital di Williamsburg e fu aperto nel 1773. 


Philippe Pinel è accreditato come il primo europeo ad aver introdotto metodi più umani nel trattamento dei malati di mente: ricopriva il ruolo di sovrintendente dell’asilo di Bicetre a Parigi. In realtà fu un dipendente dello stesso asilo, Jean-Baptiste Pussin, il primo a rimuovere le restrizioni ai pazienti. I metodi di Pussin influenzarono Pinel ed entrambi contribuirono a diffondere diverse riforme nel trattamento dei malati di mente, tra le quali la classificazione dei disturbi, l’osservazione dei pazienti ed il dialogo con loro. In Italia fu Vincenzo Chiarugi ad avere la geniale idea di promuovere un nuovo e diverso atteggiamento medico si assistenza ai malati di mente. Ispirato da una cultura di riferimento improntata sull’umanità e la razionalità varcò i limiti della superstizione, che definivano la pazzia come un’attività tanto viziosa quanto criminale, che credevano che la febbre e l’ubriachezza potevano causare la follia. Alla pari del medico scozzese William Cullen fu il primo a sostenere che la nevrosi è dovuta ad alterazioni del sistema nervoso. Il trattamento dei pazienti nei primi istituti, definiti asili per lunatici, era a volte brutale e focalizzato sul contenimento e sulla moderazione del comportamento. Le successive e graduali riforme, che introdussero trattamenti più umani ed efficaci, portarono alla nascita dei moderni ospedali psichiatrici ove si tenta, per quanto possibile, di aiutare i pazienti per facilitare la vita nel mondo esterno, quello che per tutti noi è quotidianità. 

Fabio Casalini

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI

Bibliografia
Harold George Koenig, Faith and mental health: religious resources for healing, Templeton Foundation Press, 2005 

Anne Digby, Madness, morality, and medicine: a study of the York Retreat, 1796-1914, Cambridge, Cambridge University Press, 1985 

Roy Porter, Madmen: A Social History of Madhouses, Mad-Doctors & Lunatics. Tempus. 2004

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

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