sabato

succede a Reggio Emilia: la magistratura complice della pedofilia

Non si può credere che nel 2017 un giudice possa revocare gli arresti domiciliari a un pedofilo reo-confesso. Eppure è successo, tra l’incredulità dell’opinione pubblica, delle forze dell’ordine che hanno arrestato il pedofilo e dello stesso CSM, che forse (l’ipotesi è d’obbligo) avvierà un’inchiesta interna contro il giudice responsabile del grave atto di scarcerazione per valutarne l’incompatibilità.
I fatti risalgono a circa una settimana fa, quando un giovane pakistano senza fissa dimora ha aggredito e abusato sessualmente in campagna di un tredicenne disabile. Subito sono scattate le indagini dei carabinieri che hanno interrogato e poi condotto in carcere il pakistano, il quale, ha candidamente ammesso di aver violentato il tredicenne. Non solo. Il pakistano ha anche fatto davanti ai carabinieri un’affermazione gravissima: “il bambino era d’accordo, altrimenti non l’avrei fatto”. Come no! Ma un giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Emilia, tal Giovanni Ghiani, di cui si allega una foto a fine post per dare la possibilità agli utenti di ammirare la classe e il rispetto per il ruolo rivestito da questo servitore dello Stato, ha preso sulla parola il pedofilo reo-confesso, disponendo la revocazione degli arresti domiciliari. La motivazione? “Per lo straordinario senso di autodisciplina dimostrato dall’indagato”. Siamo alle comiche: un pedofilo reo-confesso, che secondo le forze dell’ordine aveva dei precedenti penali dello stesso tipo, che non ha mostrato alcun segno di pentimento - tant’è vero che ha dichiarato nero su bianco che il tredicenne era consenziente - viene rilasciato da un GIP “noblesse oblige” per il senso di autodisciplina dimostrato. Una perizia psichiatrica non sarebbe un azzardo per questo servitore dello Stato che con la sua discrezionalità (che fa rima con imbec…) sta mettendo in pericolo una città di 250 mila abitanti.
Ma la cosa ancora più assurda in questa vicenda che sa di surreale è che l’amministrazione cittadina non solo non si è pronunciata contro la gravissima decisione del giudice, anzi, ha dichiarato che la rispetta e che l’opinione pubblica forcaiola è sotto il condizionamento di forze politiche xenofobe, che stanno strumentalizzando il fatto per portare acqua al loro mulino. Per di più, saputo che il pedofilo pakistano è senza fissa dimora e che 2 anni fa aveva ottenuto l’ambito status di rifugiato (!), alcune associazioni – di quelle che piacciono tanto a Saviano – hanno lanciato un appello alla cittadinanza per rendere disponibile un’abitazione al povero rifugiato. Oltre al danno anche la beffa. Non solo il criminale non viene espulso, come stabilisce la legge, ma si predispone, da parte della gentaglia buonista della città, l'accoglienza con tanto di tappettino rosso.
Che dire di questa sconcertante vicenda? Non può saltare all’occhio lo stato caotico che regna all’interno della magistratura. Mi assale un dubbio: se a compiere l’orribile reato fosse stato non un rifugiato straniero ma un italiano di Canicattì, il trasandato GIP (che fa rima con mentec..), avrebbe usato la stessa clemenza, rimettendo in libertà il reo-confesso? E vogliamo dire qualcosa sul comportamento inquietante tenuto dal centro-sinistra, di assoluta insensibilità verso la vittima e la sua famiglia? Come fanno un sindaco e la sua amministrazione a giustificare una decisione così incomprensibile e conturbante per la comunità che rappresentano?
Mi auguro che anche all’interno della magistratura prima o poi si faccia pulizia di tutto il lerciume umano colluso con la delinquenza comune e con la criminalità organizzata. E che le cose stiano così lo dimostrano le numerose sentenze emesse negli ultimi anni da giudici che sembrano sbarcati da Marte, incuranti del senso civico e della difesa dei cittadini, dai quali sono stipendiati. Giudici che emettono sentenze non in modo oggettivo e neutro, come richiederebbe il loro cursus honorum, ma lasciandosi influenzare dalla loro personale visione del reato. Evidentemente per il giudice sbracato di Reggio Emilia il reato di abuso sessuale di minore è una bazzecola, da cestinare senza troppo dispendio di energia mentale.
In conclusione: il disordine che regna sovrano all’interno della magistratura italiana è un altro segno dei Tempi da decodificare in una certa direzione, quella della dissoluzione che sta agendo all’impazzata, spazzando via tutto ciò che resta di civile in un paese dove ormai di civile è rimasta solo la Costituzione sulla carta, il Codice civile e penale, mai applicati veramente e costantemente calpestati da giudici irresponsabili e incompetenti. Altro che Stato di diritto!

 L'affascinante GIP durante la sentenza di scarcerazione del pedofilo

fonte: http://federicafrancesconi.blogspot.it/

Nessun commento: