giovedì

chi ha ucciso Anna Mae?


“Gli anziani Sioux dicono che il vento ulula sempre quando viene spostato il corpo della vittima di un omicidio. Durante la veglia e i funerali tradizionali tenutisi per Anna Mae Aquash – violentata, uccisa e il suo cadavere privato delle mani - i venti di tempesta raggiunsero i 60 kilometri all’ora, battendo i campi desolati” 

(Johanna Brand – Vita e morte di Anna Mae Aquash)


Il 24 febbraio 1976, appena fuori dal villaggio di Wamblee, nel Sud Dakota, Roger Amiotte, approfittando del clima relativamente mite in quel periodo dell’anno, costruisce una cinta di delimitazione su una parte scoscesa del terreno del proprio ranch, all’interno della riserva indiana di Pine Ridge. Siamo sul confine nord orientale delle Badlands, le terre cattive dei Sioux Lakota, a due ore di auto dalle Black Hills le sacre colline dei nativi, a meno di un’ora di marcia da Wounded Knee dove nel 1890 centinaia di uomini, donne e bambini Sioux di Piede Grosso vennero massacrati dall’Esercito degli Stati Uniti. Sono le 14.00, il contadino a bordo del proprio pick-up percorre il letto di un torrente in secca in fondo ad un pendio, sul lato sinistro della striscia d’asfalto che collega la Highway 73, quando alla base dell’arido dirupo corroso dal vento scorge un corpo umano rannicchiato. Non lo tocca e corre ad avvertire le autorità a Pine Ridge, circa 160 km a sud. Nel giro di due ore sul posto accorrono vice sceriffi dalla vicina cittadina di Kadoka, poliziotti tribali indiani della riserva, nonché alcuni agenti dell’FBI. Si tratta di una giovane donna nativa semi congelata e semi decomposta, dall’apparente età di 25-30 anni, alta meno di un metro e sessanta, unghie lunghe, camicia di colore chiaro, giacca a vento rossa ed un braccialetto turchese al polso destro. Nessun documento di identità. L’autopsia sommaria e frettolosa del dottor Brown, volato apposta da Scottsbluff in Nebraska, referta la causa di morte da congelamento. Il medico, con una prassi del tutto inusuale, recide le due mani della ragazza consegnandole agli agenti dell’FBI, perché sul posto non si è in grado di rilevare le impronte digitali. Passato qualche giorno, non riuscendo ad accertarne l’identità, il cadavere viene seppellito nel cimitero dietro la chiesa cattolica del Santo Rosario, nei pressi di Pine Ridge. Una umile tomba senza nome. Il 6 marzo successivo l’FBI di Washington annuncia che le impronte digitali appartengono a Anna Mae Pictou Aquash, appartenente alla tribù MicMac della Nuova Scozia (Canada), nota attivista dell’AIM (American Indian Movement), amica intima dei leader latitanti del movimento Dennis Banks e Leonard Peltier, veterana dell’occupazione di Wounded Knee del 1973 e di molte delle successive azioni dell’AIM. La riesumazione del cadavere ed una nuova autopsia fissata per l’11 marzo, eseguita dal patologo Gary Peterson nominato dai parenti della ragazza e pagato da Candy Hamilton legale di un gruppo di sostegno dell’AIM, stabilisce che la giovane indiana non è morta assiderata, bensì uccisa con un colpo di pistola cal. 32 alla nuca sparato da distanza ravvicinata, dopo aver subito uno stupro e probabili percosse, verosimilmente 3-4 settimane prima del ritrovamento. Un vero e proprio giallo. La macchina della giustizia a questo punto si mette in moto davvero, emergono inefficienze e superficialità da parte di tutti i pubblici ufficiali protagonisti del ritrovamento e della prima autopsia. I mass media si interessano al caso e in quella parte di opinione pubblica un po’ più attenta ai fatti di cronaca nera e più sensibile agli accadimenti nelle riserve indiane si pongono diverse domande: chi è quella bella ragazza indiana e perché le è stata riservata una fine tanto orribile?


Anna Mae Pictou nasce il 27 marzo 1945 nella riserva degli indiani MicMac nella Nuova Scozia, appena fuori dal villaggio di Shubenacadie, in una delle tante comunità native squallide e devastate dalla povertà, dalla disoccupazione, dove la fame e le pessime condizioni sanitarie rappresentano la norma. Ultima di tre figli, Anna Mae cresce e studia in una scuola cattolica, dove l’unico contatto con il mondo tradizionale della tribù MicMac resta un vecchio libro di preghiere, nel quale i canti e le liturgie sono tradotte nell’antica lingua degli antenati. All’età di 11 anni è costretta a trasferirsi in una scuola residenziale fuori dalla riserva, vicino a New Glasgow, dove impara il sarcasmo e gli sbeffeggiamenti razzisti dei suoi compagni bianchi che la considerano appartenente ad un popolo pigro ed ubriacone. Lei d’altra parte, crescendo, impara il silenzio e l’indifferenza verso chi la insulta chiamandola Squaw, evitando ogni sorta di coinvolgimento, ben sapendo che agli occhi degli insegnanti la colpa di ogni contrasto viene attribuito ai ragazzi nativi, tra le risa degli altri scolari bianchi. Nell’estate del 1962, all’età di 17 anni, Anna Mae dice basta e se ne va, unendosi alla famiglia della sua amica Doris Paul nella migrazione di massa verso lo Stato americano del Maine, in cerca di lavoro stagionale. Dopo alcuni mesi come raccoglitrice di more nei quali lavora 15 ore per un dollaro al giorno, alloggiando in un letto di paglia senza acqua corrente e nell’assenza di servizi igienici di qualsiasi tipo, Anna Mae si trasferisce quindi a Boston trovando impiego come imballatrice in uno stabilimento. Stordita dalle attrazioni della metropoli americana, la ragazza sogna una vita migliore ma si ritrova presto incinta per ben due volte dell’amico MicMac Jake Maloney. La giovane coppia si impegna e riesce a stabilirsi in un appartamento, quasi una vita da bianchi, ma l’idillio dura poco e Anna Mae si ritrova sola, picchiata e tradita dal marito, con due bambine piccole in una grande città americana. La ragazza però non si dispera e si inserisce in una comunità di recupero per indiani colpiti da alcool e droga: il Boston Indian Council. Diventa parte attiva dello staff del progetto “Bicultural education school” (Tribes) e riscopre la bellezza delle proprie tradizioni, diventa insegnante di materie scolastiche nelle varie iniziative per i bambini indiani: arte, artigianato, musica e danza. Finalmente è parte di qualche cosa, finalmente si sente orgogliosa della propria cultura. Le sue bambine Denise e Deborah la seguono ovunque. Il 26 novembre 1970 la 25enne Anna Mae incontra per la prima volta i militanti dell’AIM, l’American Indian Movement, uno dei movimenti più radicali del momento al quale aderiscono anche i nativi della costa orientale come i Wampanoag, i Narraganset e i Passamaquoddy. In quell’occasione intravede Russel Means, uno dei leader del movimento, mentre con altri 200 militanti seppellisce simbolicamente la roccia di Plymouth sotto una tonnellata di sabbia, “una sepoltura simbolica della conquista dell’uomo bianco”. L’AIM è stata fondata da poco, a Minneapolis nel 1968, un periodo difficile per la storia americana: c’è la guerra fredda e impazzano le proteste studentesche, viene ucciso il senatore Robert Kennedy e le pantere nere tendono un’imboscata alla polizia di Oakland, i Vietcong lanciano l’offensiva del Tet su Saigon e giornalisti come Peter Arnett denunciano i metodi dell’establishment Yankee nel Vietnam. L’FBI, che fronteggia il dissenso su vari fronti e con molti mezzi spesso poco ortodossi, è particolarmente attenta a questi movimenti rivoluzionari, temendo che il diffondersi dei disordini minino ulteriormente la sicurezza nazionale. 


All’epoca il Presidente dell’AIM è John Trudell, cantante e poeta, tra i leaders storici figurano i telegenici Dennis Banks e Russell Means: trecce tradizionali, frange di camoscio e stivali da cowboy, poi divenuti anche attori in alcuni film di Hollywood (l’ultimo dei Mohicani) ritratti in un’occasione da Andy Warhol, personaggi carismatici e pressoché onnipresenti all’interno del movimento. Il Los Angeles Times all’epoca li definisce come "i due indiani più famosi dai tempi di Toro Seduto e Cavallo Pazzo". Diversi personaggi famosi simpatizzano per il movimento, tra loro Marlon Brando e Jane Fonda. Al di là dell’immagine, l’obiettivo dichiarato del Movimento è molto importante: tutelare gli indiani nei ghetti urbani dove da decenni sono sfollati dai programmi governativi, diventare il baluardo di salvaguardia della sovranità dei nativi americani, denunciare i numerosi episodi di molestie e di razzismo da parte della polizia ma soprattutto, almeno inizialmente, trattare temi come la spiritualità. Bisogna comprendere infatti che con il movimento l’antica religione indiana viene vissuta come segno di riscatto dalla cristianizzazione forzata, torna a vivere dopo essere stata vietata sin dai tempi di Franklin D. Roosvelt. Ancora negli anni ’60 i bambini vengono puniti se pregano alla maniera indiana, gli uomini incarcerati se praticano i bagni di sudore, le sacre pipe distrutte e i fardelli di medicina bruciati o consegnati ai musei. Grazie al movimento i missionari vengono allontanati da alcune comunità native, si torna all’uomo-medicina e si ripercorre la strada del peyote. La radicalizzazione ben presto si allarga alle riserve dell’Ovest, la stampa bianca riscopre il problema indiano ed il “red power”, anche grazie ad azioni dimostrative di vasta portata, come l’occupazione di Alcatraz del 1971. Nel novembre 1972 Anna Mae, il suo nuovo compagno Nogeeshik Aquash, un artista Chippewa originario dell’Ontario ed altri membri del Boston Indian Council partecipano all’occupazione dell’edificio del Bureau of Indian Affairs di Washington al termine della “Marcia dei Trattati Infranti” organizzata dall’AIM. Ma la svolta avviene nel febbraio del 1973, Anna Mae e Nogeeshik, lasciano le due bambine a Boston dalla sorella di lei e partono per unirsi al movimento nell’occupazione del minuscolo villaggio di Wounded Knee – simbolico luogo degli indiani Sioux, triste ricordo del massacro del 1890 – ad opera di circa 200 giovani militanti nativi i quali, dopo aver fatto irruzione nel trading post di Gildersleeve gestito da bianchi e aver preso in ostaggio per poco tempo 11 persone, si barricano attorno alla chiesetta cattolica del sacro cuore ed al museo, con lo scopo di attirare l’attenzione del mondo sulla situazione disperata della loro gente e protestare contro il regime oppressivo e corrotto del presidente tribale Wilson di Pine Ridge, che ha dalla sua parte una milizia indiana, i “goons”, vera e propria squadraccia armata che spadroneggia liberamente nella riserva. Appena Dennis Banks vede la nuova arrivata Anna Mae le dice di andare in cucina, a lavare i piatti. "Sig. Banks, " risponde Anna Mae " non sono venuta qui per lavare i piatti. Sono venuta qui per combattere. " Se è vero che Wounded Knee è il luogo ideale per i rivoltosi, viste anche le condizioni di Pine Ridge che registrano una disoccupazione del 54%, alcoolismo cronico e povertà diffusa, è anche vero che per il Governo i tempi ed i modi sono perfetti per giustificare una controffensiva assolutamente sproporzionata. Tutta l’area viene circondata da ingenti forze dell’ordine in assetto di guerra, vengono perfino schierati reparti dell’Esercito (nonostante le Leggi interne lo vietino). Si crea un assedio che dura 71 giorni nei quali le parti si scaricano addosso migliaia di proiettili, o meglio i rivoltosi reagiscono con i pochi proiettili che hanno all’immensa azione di fuoco, spesso solo dimostrativa, delle truppe assedianti: alla fine lo stallo si conclude grazie all’intervento del capo spirituale della riserva Lakota, Frank Fools Crow, che media la resa tra l’FBI, i Goons e Dennis Banks.


Nelle settimane di lotta si contano 2 indiani uccisi e diverse persone ferite, compresi alcuni agenti di polizia, 185 militanti sono trattenuti in stato di fermo. In questi 71 giorni Anna Mae sposa nel rito indiano il suo compagno e diventa una delle pochissime donne di spicco del movimento, si guadagna la stima e l’affetto di tutti, uomini e donne, ma soprattutto donne. Infatti mentre la parte femminile costituisce circa metà dei ranghi del movimento, Banks, Means e una manciata di uomini ricevono tutta l'attenzione. "Stavamo facendo quello che le donne indiane hanno fatto per migliaia di anni, stare dietro ai propri uomini e sostenerli" dice Mary Brave Bird, amica di Anna Mae e scrittrice dei discorsi per i leader dell’AIM. "Volevamo presentare un'immagine al mondo e l'uomo indiano arrabbiato era meglio della donna indiana arrabbiata. I guerrieri davano spettacolo." La fine dell’occupazione lascia però un clima avvelenato, il movimento non è più lo stesso: alcuni giovani piangono quando sanno che un altro trattato è stato firmato. “Soltanto un altro trattato da violare”. Disordini, aggressioni contro il movimento e omicidi spesso impuniti si susseguono a Pine Ridge (23 morti solo nel 1973) le indagini latitano quindi non si sa quanti crimini siano maturati all’interno del Movimento, quanti perpetrati dalle squadre di Wilson, o quanti addirittura provocati dagli agenti dell’FBI. La riserva diventa un vero e proprio regno del terrore. William Janklow, candidato per la carica di procuratore generale dello Stato del Sud Dakota, dichiara: "L'unico modo per affrontare il problema indiano nel South Dakota è quello di mettere una pistola alle teste dei leader AIM e premere il grilletto". La paura di infiltrati serpeggia per anni, fino al 1975 quando il responsabile della Sicurezza dell’AIM, Douglass Durnham, confessa di essere un agente provocatore inviato dall’FBI, una vera e propria spia operativa, incaricata di infangare il movimento costruendo ad hoc presunti contatti dello stesso con la CIA, in modo da disinnescarlo e screditarlo agli occhi della popolazione nativa. Il 12 marzo Durnham getta la maschera durante una conferenza stampa a Chicago. E’ il caos, i dirigenti dell’AIM si accusano a vicenda, il movimento è scosso dalle fondamenta. I mariti sospettano delle mogli, le sorelle dei fratelli. I vecchi amici che hanno combattuto insieme molte battaglie per i diritti civili cominciano a temersi a vicenda. Quelli incarcerati sospettano di chi viene rimesso in libertà. La strategia dell’Fbi si rivela vincente, i sospetti e le paranoie si acutizzano e coinvolgono anche Anna Mae. La ragazza, già dal 1974 viene lasciata dal marito ed inizia una relazione con Dennis Banks, divenendo (stranamente per gli osservatori) anche grande amica della giovanissima moglie del leader Darlene (Ka-mook). I sussurri, l’invidia ed il sospetto si sprecano: lei, un’indiana canadese, un’estranea a tutti gli effetti al popolo Sioux, come ha fatto a salire così in alto nel movimento? Ma Anna Mae tira dritto, va dalla sua amica Mary Brave Bird a Rosebud, studia la lingua Sioux e comincia a produrre artigianato nativo. Sa essere dura quando c’è da lottare, sensibile e ben disposta verso chiunque sia malato o disperato. Intanto le fazioni si fronteggiano, lo stesso Dennis Banks, Chippewa originario del Minnesota, viene contrapposto a Russell Means Lakota sangue puro.


Nel bel mezzo di tale situazione il 26 giugno succede l’irreparabile: i due agenti dell’FBI Ray Williams e Jack Coler entrano nella riserva cercando un certo Jimmi Eagle, responsabile di rissa e rapina avvenuta nei pressi di Oglala qualche sera prima. Nella proprietà di Jumping Bull si verifica uno scontro a fuoco, i particolari sono ancora oggi poco chiari, l’unica prova è data dall’allarme dato via radio dai due poliziotti che urlano di essere stati attaccati da alcuni uomini all’interno di un furgone rosso. L’allarme tuttavia, come prassi dell’epoca, non viene registrato su nastro. La versione è però confermata da un terzo agente Gary Adams, sopraggiunto nei minuti successivi alle fasi concitate dell’allarme. Quando le armi cessano di sparare i due agenti e un nativo di 24 anni, Joe Stunz, giacciono a terra morti. L’ira della polizia federale si scatena subito dopo, il ranch viene circondato e crivellato dai colpi di M16 delle squadre speciali, i lacrimogeni sommergono l’intera proprietà. Le indagini, sulle quali a tutt’oggi gravano diversi dubbi, incastrano tra gli altri Leonard Peltier (quest’ultimo membro dell’AIM e già ricercato dal 1972 per tentato omicidio, in possesso di un furgone simile a quello ricercato nonché di armi ritenute compatibili ai colpi rinvenuti) come uno dei 4 o 5 nativi che si trovavano verosimilmente a bordo del furgone incriminato. Lo stesso verrà arrestato mesi dopo in Canada e condannato a 2 ergastoli. Per la riserva di Pine Ridge ha inizio la lunga estate calda del 1975, per Anna Mae Pictou Aquash gli ultimi mesi di vita. La polizia rastrella tutta la zona alla ricerca degli assassini, anche Anna Mae, grande amica del latitante Peltier, viene fermata parecchie volte dall’FBI, interrogata e sempre rilasciata sotto minaccia di essere espulsa dagli Stati Uniti in quanto cittadina canadese. Questo suo entrare ed uscire dai posti di polizia fa si che i sospetti su di lei si acuiscano. La ragazza, d’altra parte, cerca di evitare ogni contatto al di fuori della riserva ben sapendo il clima che regna. Alla fine di luglio Anna Mae si reca con Dennis Banks ed alcune donne Oglala al Crow dog’s Paradise, nella vicina riserva di Rosebud, per presenziare all’annuale danza del sole. Là viene avvicinata da Leonard Crow Dog, presente forse anche il ricercato Leonard Peltier ed altri che l’accusano apertamente di essere una spia dell’FBI. Dennis Banks si affretta a precisare che la loro relazione sentimentale deve finire. Anna Mae, scossa ed in lacrime torna da sola a Pine Ridge e teme sempre più per la propria vita. Il suo proverbiale ottimismo crolla, è delusa e teme tutti: l’FBI, i Goons di Wilson, ma soprattutto l’ostilità crescente da parte del suo movimento, che per lei rappresenta la casa per cui ha dedicato la vita, rinunciando a crescere due figlie. Si confida con l’amica Mary, piange e pensa alle bambine lontane. Temendo che le sue figlie crescendo possano ritenerla una poco di buono, istruisce la sorella Rebecca, che ospita le bambine, a conservare le sue lettere “in modo che quando le mie figlie avranno l’età giusta potranno leggerle e sapere la verità … non smetterò di combattere per il mio Paese finché non morirò. E allora saranno le mie figlie a prendere il mio posto. Mi fa male il cuore ogni volta che penso alle mie bambine”. Il 18 luglio, ad un raduno nel Montana il leader AIM Vernon Bellecourt accusa apertamente sul palco l’amico Bernie Morning Gun di essere un informatore della polizia. Il sospetto reciproco tra i membri dell’AIM ha raggiunto l’apice. Nei primi di agosto Dennis Banks, condannato per alcuni fatti violenti accaduti nel ’72 nella cittadina di Custer, si dà alla latitanza. Alla fine di ottobre l’FBI di Portland (Oregon) diffonde le ricerche di un Camper Dodge Explorer con targa New Mexico di proprietà dell’attore Marlon Brando (amico e sostenitore dell’AIM) sospettando che a bordo ci possano essere i latitanti Dennis Banks e Leonard Peltier. Il mezzo viene fermato sulla Highway 80 nei pressi della cittadina di Ontario, a bordo ci sono un uomo con due ragazze: Anna Mae Aquash e Darlene Ka-mook Nichols Banks (incinta di 8 mesi) le quali scendono dal camper con le mani in alto. Il veicolo, con a bordo probabilmente Leonard Peltier, schizza via esplodendo un colpo di pistola verso la polizia prima di scomparire. Le due ragazze vengono nuovamente arrestate e rilasciate pochi giorni dopo su cauzione.


Per l’AIM è tutto chiaro, qualcuno ha dato la soffiata all’FBI circa gli spostamenti del camper. Ai primi di dicembre Anna Mae viene portata a Rapid City per essere interrogata dai membri dell’AIM sui fatti di ottobre. Ogni volta che le rivolgono domande lei scoppia a piangere. Non ci sono prove a suo carico e quindi viene ufficialmente rilasciata. Da quel momento la ragazza scompare. Solo una telefonata verso metà dicembre alla sua amica Paula Giese per dirle che a gennaio l’avrebbe raggiunta a Minneapolis. Non la raggiungerà mai. Il suo corpo verrà trovato, violentato e giustiziato sulle badlands il 24 febbraio 1976. Al suo funerale presenzia qualche famiglia della riserva, molte ragazze Oglala, due uomini-medicina che pregano ai quattro venti alla maniera Sioux, nonché le sorelle di Anna Mae: Mary Lafford e Rebecca Julian arrivate dal Canada. Le due bambine sono state lasciate a Halifax dal padre. Nessun leader dell’AIM è presente! La risposta paralizzata dell’AIM al funerale di Anna Mae dimostra quanto fosse stata efficace la campagna denigratoria che ha legato la giovane MicMac all’FBI. Molte donne, amiche di Anna Mae, si allontanano dal movimento, alcune di loro neanche provano a difenderla, temendo di essere a loro volta etichettate come informatrici della polizia. Le indagini non vengono archiviate ma proseguono in maniera blanda: le Autorità canadesi, sollecitate dai parenti, chiedono agli Stati Uniti notizie sugli sviluppi dei procedimenti, ma accettano distrattamente le comunicazioni formali che non portano a nulla. Gli anni passano, le udienze del 1976, 1982, 1994, sollecitate dai legali della famiglia, non evidenziano passi avanti, nell’indifferenza della comunità bianca e nell’omertà di quella nativa. Nell’opinione pubblica resta un solo ricordo di Anna Mae Pictou Aquash: “un’altra indiana uccisa”. Anni dopo, nel 1997, Paul DeMain un indiano Objiwa redattore del quotidiano indipendente “News from Indian Country” comincia a pubblicare articoli sul caso di Anna Mae, sostenendo di avere nuove testimonianze che possono dare una svolta al caso. Gli investigatori hanno infatti ripreso le indagini con nuovi elementi. Nel 2002 DeMain dichiara che Anna Mae e Darlene (Ka-mook) Nichols, le due ragazze mentre erano a bordo del camper di Marlon Brando in quell’ottobre del 1975, udirono Leonard Peltier confessare l’omicidio di uno dei due agenti dell’FBI: “implorava per la sua vita ma io l’ho giustiziato” avrebbe detto il latitante dell’AIM alle due giovani. Peltier dal carcere denuncia DeMain per diffamazione ma ormai il dado è tratto e le nuove informazioni, vere o false che siano, diventano di dominio pubblico. Il caso passa al procuratore Rod Oswald: la gola profonda è Darlene Ka-mook, la ex moglie bambina di Dennis Banks dal quale ha avuto 4 figli (all’epoca della relazione aveva 15 anni) che conferma le dichiarazioni del giornalista e confessa che, dopo l’omicidio dell’amica Anna Mae, si è allontanata da Banks e dal movimento accettando di collaborare con l’FBI e di indossare un microfono. 


Per anni Darlene frequenta e interroga sotto mentite spoglie almeno 10 testimoni degli ultimi giorni di vita di Anna Mae, registrando di nascosto dozzine di ore di conversazione. Vengono quindi sentiti nuovi testi. Darlene – che in quegli anni si sposa con un poliziotto indiano che segue il caso - parla anche con Arlo Looking Cloud, il fratello nullafacente di un membro dell’AIM. Questo è il riassunto dei fatti che emergono dall’infiltrazione di Darlene: il 10 dicembre 1975 Anna Mae viene portata in più luoghi dagli indiani membri dell’AIM Arlo Looking Cloud, John Graham e dalla nativa attivista Theda Nelson Clarke. Diverse persone tra le quali alcune donne proprietarie delle case sono testimoni di questi giorni di spostamenti della ragazza (una di queste donne è Candy Hamilton, giornalista nativa e attivista, che si rivelerà molto importante per il prosieguo delle indagini). Dopo un crudo interrogatorio Anna Mae viene caricata nel bagagliaio di un pick-up e portata per una nuova seduta inquisitoria a casa di Thelma Conroy Rios (altra attivista incriminata per responsabilità nell’omicidio) a Rapid City. Qui Anna Mae resta qualche giorno e viene violentata da Graham. Infine, in una gelida alba, la ragazza viene legata e trascinata da Arlo Looking Cloud e da John Graham nelle badlands, dove sarà giustiziata con un colpo cal. 32 alla testa. Durante l’udienza del 2004 Arlo Looking Cloud dichiara “la ragazza era in ginocchio, smise di piangere e pregò per le sue figlie. Poi Graham le sparò alla nuca”. Graham nega ma viene condannato all’ergastolo, per il reo confesso Arlo Lokking Cloud la pena viene ridotta a 20 anni. Il Pubblico Ministero non si accontenta, convinto che i due uomini siano solo le pedine e che i mandanti siano proprio i leaders dell’AIM. Impossibile che un membro importante come Anna Mae, la ex donna di Dennis Banks, venga uccisa in quel modo senza un ordine dall’alto. Le indagini sfiorano John Trudell che testimonia ammettendo che Arlo Looking Cloud gli aveva confessato l’omicidio di Anna Mae da parte di John Graham. Trudell getta ombre anche su Dennis Banks, sostenendo che questi nei giorni di febbraio 1976 gli avrebbe confermato che la ragazza morta era Anna Mae, ancora prima che il cadavere venisse identificato. Dennis Banks in tribunale rimanda al mittente le accuse sostenendo l’esatto opposto e incolpando Trudell. Restano i sospetti ma nessuna prova viene comunque formalizzata contro eventuali mandanti. Le due donne incriminate muoiono di malattia e gli unici incarcerati restano i due esecutori materiali del delitto. In un’intervista al New York Times Dennis Banks (deceduto nel 2017) alla domanda se fosse a conoscenza o meno dell’omicidio della sua ex ragazza, dichiara: “il Governo ha fatto di tutto per far credere a chiunque nel movimento che Anna Mae fosse un’informatrice dell’FBI … non ci sono segreti ne domande sospese. Se c’è una casa in fiamme, nessuno dà necessariamente l’ordine di spegnere il fuoco. Qualcuno và e lo fa.” Dal maggio 2012 per gli Stati Uniti d’America il caso Anna Mae Pictou Aquash è chiuso. Solamente le figlie Denise e Debbie – che hanno fatto traslare la salma di Anna Mae nella terra nativa in Nuova Scozia - continuano la loro battaglia dal Canada, convinte che i mandanti dell’omicidio della loro madre si celino tra i leaders dell’AIM. Negli ultimi anni hanno costituito l’associazione “Indigenous Women for Justice” fondata per sostenere giustizia per Anna Mae e per le altre donne native canadesi, oltraggiate e abusate all’interno delle proprie comunità. Tra le loro battaglie figura la ferma opposizione alla grazia per Leonard Peltier, pur essendo la stessa invocata invece da molte parti, compresa Amnesty International. Per Denise e Debbie egli era un grande amico di Anna Mae, deve per forza sapere e deve dire quello che sa sull’omicidio della loro madre. 


Nel 1992 il regista inglese Michael Apted gira il film Thunderheart – cuore di tuono, con l’attore protagonista Val Kilmer, inserendo liberamente la figura di Anna Mae Aquash nei panni cinematografici dell’insegnante attivista Maggie Eagle Bear. Nel lungometraggio recita anche John Trudell, ex presidente dell’AIM. 

“Una Nazione non è morta finché i cuori delle sue donne resistono” (antico proverbio Cheyenne) 

Sergio Amendolia 

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/

Bibliografia

Johanna Brand – Vita e morte di Anna Mae Aquash – Xenia; 

Mary Crow Dog – Donna Lakota – Est; 

Thomas E. Mails – Fools Crow capo cerimoniale dei Sioux Teton – Xenia; 

Philippe Jacquin – Storia degli indiani d’America – Mondadori. 

Sitografia






SERGIO AMENDOLIA

Nato 55 anni fa a Genova, sposato con 2 figli, 2 gatti e un cane, ho sempre guardato con stupore l'orizzonte e tutto ciò che quella linea rappresenta e contiene, convinto che dove il cielo finisce si celano sempre spazi e tempi lontani, spesso inesplorati o conosciuti poco e male. Forse per questo mi attira l'impostazione di questo blog ed i veli della Storia che gli articolisti provano spesso a sollevare, perché conoscere è importante e aiuta a capire ciò che siamo e come lo siamo diventati. Oltre alla nostra bella Italia ed alla sua impareggiabile ricchezza di arte e storia, mi affascinano molto gli scenari mozzafiato dell'Ovest Americano. In questi ultimi anni ne ho percorsi alcuni, ancora una volta cercando di varcare orizzonti i cui contorni sfuggono in continuazione, dimensioni che ho provato a malapena ad intuire nei volti dei nativi che ancora oggi si incontrano nelle riserve: a volte duri, scolpiti e aridi come i monoliti di arenaria rossa, probabilmente gli unici in grado di metabolizzare la sensazione di infinito che pervade quelle terre lontane. Per questo mi piace, quando il tempo libero me lo permette, collaborare con riviste e pagine web, tentando di approfondire le vicende che hanno caratterizzato la storia di quei popoli d'oltreoceano, in particolare l'epopea del West, con un occhio particolare agli uomini e alle donne che la vissero davvero, fuori dai luoghi comuni e dai grandi miti costruiti da Hollywood.

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